Insegnare è un lavoro, non è una vocazioneOpenAI ha dichiarato ufficialmente di avere a disposizione uno strumento per identificare in modo sicuro e inequivocabile testo generato da AI e più precisamente dal servizio di casa ChatGPT. Basta infatti scegliere i giusti prompt e si possono ottenere al volo righe e righe di parole per terminare in pochi secondi vari compiti scolastici come temi o saggi. Oppure introduzioni e conclusioni di ricerche scientifiche o ancora articoli giornalistici. Il tool è già pronto da circa un anno,Campanella ma non è ancora chiaro se sarà diffuso in modo pubblico.C'erano una volta i portali studenteschi con tutta la pappa pronta per tradurre versioni di latino o greco, per tutte le info su libri da recensire oppure per impostare temi di qualsiasi tipo e su qualsiasi argomento. Con l'avvento degli strumenti di AI generativo, però, sta diventando sempre più facile e immediato ottenere interi testi pronti all'uso: una scorciatoia che viene sfruttata per esempio anche da siti di news che devono produrre decine di articoli ogni giorno, da giornalisti pigri e - non per ultimi - anche da ricercatori per i paper scientifici. Al netto di risultati che spesso e volentieri generano errori anche grossolani, gli strumenti di AI generativo dedicati al testo possono lasciare tracce del proprio lavoro proprio come quelli che creano immagini o video. Come emerso nelle scorse ore, OpenAI ha pronto già da un anno circa un sistema tipo watermark (filigrana digitale) che rende riconoscibili testi generati da AI con un tasso di efficacia pari al 99,9%, che ovviamente si riferisce al testo grezzo e non rimaneggiato.L'attesa per il rilascio è spiegata da un portavoce di OpenAI a Techcrunch: “Il metodo che stiamo sviluppando è tecnicamente promettente, ma presenta rischi importanti che stiamo soppesando mentre ricerchiamo alternative, tra cui la suscettibilità all'elusione da parte di malintenzionati e l'impatto sugli ecosistemi esterni a ChatGPT”. Ma oltre a questioni etico-tech, c'è anche un pericolo molto più pratico, perché da un recente sondaggio è emerso come un terzo degli attuali utenti più attivi potrebbero abbandonare ChatGPT nel caso in cui il tool che rileva testo generato AI fosse diffuso.
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