L’accusa di Zelensky: “Più di 500mila ucraini già deportati in Russia”La prima conferenza dei ministri del semestre italiano è dedicata alla giustizia riparativa. La ministra Marta Cartabia: «Non è uno strumento di clemenza,analisi tecnica ma è una giustizia che aiuta il trasgressore ad assumersi la sua responsabilità nei confronti della vittima e nei confronti della comunità, attraverso l'incontro e il dialogo» E’ cominciato a Venezia il vertice dei ministri della Giustizia degli Stati membri del Consiglio d'Europa e la prima conferenza dei ministri del semestre di Presidenza italiana sarà dedicata alla giustizia riparativa. L'evento si pone l'obiettivo di fare avanzare il dibattito sulla giustizia riparativa in materia penale all'interno del Consiglio d'Europa, sulla base dell'analisi di dati provenienti da fonti europee e internazionali e tenendo conto delle migliori esperienze pratiche realizzate negli Stati membri. Il discorso di Cartabia La guardasigilli, Marta Cartabia, ha sottolineato la scelta di questo tema: «Il mio Paese ha deciso di richiamare l'attenzione dei Ministri della Giustizia degli Stati membri sulla giustizia riparativa in quello che è un momento cruciale e particolarmente fruttuoso per l'Italia in termini di riforme del sistema della giustizia penale». GiustiziaQualche parola di giustizia per le vittime Cartabia, che per storia professionale è da sempre sensibile ai temi legati al carcere, ha ricordato che «le istituzioni pubbliche hanno il dovere di prevedere ed offrire ai condannati, soprattutto ai giovani condannati, una seconda possibilità per poi provvedere al loro reinserimento sociale. Attuando infine le nostre politiche in materia di giustizia riparativa siamo convinti di contribuire alla diffusione di una cultura di risoluzione del conflitto e di riconciliazione a beneficio di tutti». Non è clemenza La ministra ha sottolineato che la giustizia riparativa non è uno «strumento di clemenza». La giustizia riparativa «è una giustizia che aiuta il trasgressore ad assumersi la sua responsabilità nei confronti della vittima e nei confronti della comunità, attraverso l'incontro e il dialogo. Verità, responsabilità, incontro, dialogo, e ancora: percorso, cammino, mediazione sono le parole che fanno parte della cultura della giustizia riparativa». Il programma dei lavori prevede tre sessioni: una sulla “giustizia riparativa e giovani”, una su “giustizia riparativa come complemento di quella penale” e infine una sulla “formazione specifica”. Durante la conferenza portano la loro testimonianza sul percorso di giustizia riparativa vissuto nel Sud Africa dell'Apartheid Albie Sachs, ex giudice della Corte costituzionale, e Pumla Gobodo Madikizela, professoressa e docente dell'Università di Stellenbosch. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGiulia Merlo Mi occupo di giustizia e di politica. Vengo dal quotidiano il Dubbio, ho lavorato alla Stampa.it e al Fatto Quotidiano. Prima ho fatto l’avvocato.
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