Israele, l'accordo con Hamas è vicino: pronti alla liberazione degli ostaggimontepulciano vino enogastronomia adriatico Sullo stesso argomento:I tradizionali viaggi di istruzione rischiano di scomparire per il caro prezziEredità Agnelli,Economista Italiano i domestici inguaiano Elkann: cosa rivelano su Marella11 marzo 2024aaaC’è un Montepulciano d’Abruzzo che nasce tra mare e monti, tra l’Adriatico e il massiccio del Gran Sasso e i monti della Laga. E’ la Docg Colline Teramane, fino all’anno scorso Consorzio a parte e dal 2024 entrato in quello più ampio che tutela tutto il Montepulciano d’Abruzzo Doc. Ma le differenze tra il vino di questa zona e il resto della Regione, pur essendo lo stesso vitigno, si sentono eccome: qui profumi e sorsi sono più “selvaggi”, nel bicchiere si notano refoli di sapidità dati proprio dalla vicinanza del mare e i tannini sono più difficili da domare. Il risultato sono vini intensi, profumati, ma che hanno bisogno di qualche anno in bottiglia per potersi esprimere al meglio. Anche i prezzi delle uova di Pasqua diventano un incubo. Di chi è colpaPer questo, durante gli assaggi che il Consorzio ha svolto nelle sale del resort Borgo Spoltino (Teramo), i voti più alti sono stati quelli ottenuti dalle Riserve (per disciplinare possono uscire dopo 3 anni e devono fare almeno dodici mesi di affinamento in legno), nelle quali, soprattutto al palato, i toni sono più morbidi e eleganti. Fra tutte spiccano tre bottiglie che maggiormente incarnano lo spirito del territorio: il Neromoro 2020 della fattoria Nicodemi, prodotto nella zona di Notaresco, con un naso molto ampio e interessante, morbido in bocca e con una chiusura dei tannini equilibrata; Pieluni 2019 Illuminati, da vigne coltivate nell’area di Controguerra, con profumi balsamici, frutta rossa e confettura di prugne, in bocca morbido e con un finale molto lungo in cui la fanno da padrone note fresche e sapide; infine Savini 2019 della Fattoria Giuseppe Savini, prodotto a Roseto degli Abruzzi che sorprende per delle note di profumo di chiodi di garofano, in bocca sottobosco, frutti rossi e tannini morbidi. Per chi vuole abbinare alla scoperta di vini anche escursioni turistiche, due le cantine da segnalare: Abbazia di Propezzano e Terraviva. La pizza? Ora si abbina al vino. Lo dicono gli chefLa prima si trova all’interno di un complesso che ingloba una vera e propria Abbazia risalente all’anno mille, prima benedettina poi francescana, acquistata dalla famiglia Savini nel 1870 e poi completamente restaurata intorno al 1980. Piccola la cantina (ma ne stanno costruendo una nuova), grandi le sale dove si svolgono degustazioni e feste con affaccio sul chiostro medievale. Due le bottiglie da segnalare (in tutto le etichette sono sette): il Cerasuolo Cab 2021 (13 euro) con un naso ampio, un finale in bocca morbido che finisce con una bella acidità e il Falanghina 2017 (28 euro) che viene affinato in anfora. La cantina Terraviva, invece, si affaccia su un panorama mozzafiato sul mare (dista solo un chilometro e mezzo) in mezzo a vigneti che prendono il “soffio” dell’Adriatico. Due bottiglie su tutte: Mario’s 48 (il numero indica l’età della vigna) del 2020, un Trebbiano da vigne coltivate a pergola, con note salmastre e poi di pesca e nespola e una acidità importante ma mai troppo invadente e il Cerasuolo 2022 Giusi (16 euro) un vino davvero ben fatto, dove si alternano frutti rossi, visciole e fiori di campo. Il finale lascia una bella bocca fresca e piena. Da abbinare a un antipasto di pesce crudo.
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