«Le carceri scoppiano», anche per la politica repressiva del governoDal 1 luglio è entrato in vigore l’obbligo di video registrare tutte le testimonianze dei processi penali ma moltissime aule sono ancora prive degli impianti oppure sono state acquistate le videocamere ma non ancora installate. In occasione di indagini che riguardano esponenti della maggioranza di governo è tornata prepotentemente alla ribalta la polemica in materia di giustizia con accuse roboanti verso la magistratura,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock che fanno tornare indietro il paese di venti anni. I magistrati italiani sono ormai abituati alla continua delegittimazione e continueranno a fare il loro lavoro. Sono invece preoccupati da altro. La vera prova alla quale è chiamato il ministro Nordio riguarda i mezzi e le tecnologie. Ad oggi i risultanti non sono confortanti. Dal primo luglio è entrato in vigore il processo civile telematico presso i tribunali per i minorenni ma non funziona in molte sedi anche perché la formazione si è limitato ad un corso online di due ore con la conseguenza che decine di atti urgentissimi che riguardano la salvaguardia dei minori, che pure dovrebbero essere al centro dell’attenzione del governo, non possono essere depositati ed eseguiti. Dal 1 luglio è entrato in vigore l’obbligo di video registrare tutte le testimonianze dei processi penali ma moltissime aule sono ancora prive degli impianti oppure sono state acquistate le videocamere ma non ancora installate. Con la conseguenza che appena muterà la composizione di uno dei collegi, per il trasferimento di uno dei componenti, fatto che capita quotidianamente nei tribunali, il processo dovrà cominciare tutto da capo con spreco di tempo ed energie e quasi certezza della prescrizione. Gli uffici del giudice di pace, che pure amministrano gran parte della giustizia civile italiana, non sono pronti al processo telematico appena entrato in vigore. Se dovesse passare la riforma Nordio, che prevede un gip collegiale, quasi tutti i tribunali d’Italia andrebbero in crisi perché non hanno i giudici in numero sufficiente per comporre i collegi e si bloccherebbero le misure cautelari. Insomma, invece che proclami e riforme di bandiera come la separazione delle carriere, servirebbe attenzione alle risorse ed alle tecnologie od almeno l’accortezza di non varare norme senza prima apportare gli strumenti per applicarle. Questo articolo è un contributo alla newsletter di giustizia “In contraddittorio”, che esce ogni venerdì e a cui ci si può iscrivere a questo link: https://t.co/tEJlQrK2xQ © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGiovanni Zaccaro
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