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Con il riconoscimento facciale si possono fermare gli abusi della polizia

Il post liberatorio di auguri di Arianna Meloni in foto con la sorella premierCosa non torna in Zelensky per Socci: “A febbraio disse no ad una via di us...Cosa non torna in Zelensky per Socci: “A febbraio disse no ad una via di uscita”Cosa non torna in Zelensky per Antonio Socci soprattutto in tema di adesione alla Nato: “Poteva evitare così questa tragedia al suo Paese?Capo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella Forse si"di Giampiero Casoni Pubblicato il 11 Aprile 2022 alle 09:16 Condividi su Facebook Condividi su Twitter © Riproduzione riservataguerrarussiaucrainaCosa non torna in Volodymyr Zelensky per Antonio Socci? Il gionalista lo spiega in maniera lucida su Libero: “A febbraio disse no ad una via di uscita”. L’analisi su azioni ed “omissioni” del presidente ucraino per evitare la catastrofe è fatta di pecifici step che Socci ha incasellato, eccone alcuni: “Davanti all’atroce spettacolo quotidiano di morti e distruzioni, tutti – a cominciare dal presidente ucraino Zelensky – dovremmo chiederci: era evitabile questa catastrofe? L’interesse supremo dell’Ucraina era quello di scongiurare in tutti i modi una guerra sul suo territorio con una superpotenza nucleare come la Russia”. Ecco cosa non torna in Zelensky per Antonio SocciE ancora: “Il fatto che il regime di Putin sia regredito a un brutale dispotismo aggressivo doveva indurre Zelensky a considerare l’invasione come il male peggiore. Doveva far di tutto per evitarla, avendo una grande inferiorità militare”. Poi l’analsi di Socci va alla polpa: “Zelensky poteva evitare così questa tragedia al suo Paese? Forse sì. Sappiamo infatti, dal Wall Street journal, che il 19 febbraio scorso (quando già le truppe russe erano ammassate ai confini), il cancelliere tedesco Scholz ha proposto a Zelensky la possibilità di una de-escalation”. Quale fu? “La condizione era rinunciare all’adesione alla Nato e dichiarare la neutralità”. Lo sganciamento tardivo dall’adesione alla NatoPoi la chiosa: “Dopo che è iniziata l’invasione, col suo corteo di morte, il presidente ucraino ha dichiarato (il 15 marzo) che era tramontata l’adesione alla Nato e (il 27 marzo) che si poteva ragionare sulla neutralità e pure sul Donbass. Ma ormai era tardi. Probabilmente quando la trattativa vera inizierà l’Ucraina dovrà concedere molto più di quanto sarebbe bastato il 19 febbraio. E sarà un Paese devastato, con migliaia di morti. Mi pare un fallimento immane. La vittoria era scongiurare la guerra”. Senza contare che “Zelensky era stato eletto per cercare un accordo con la Russia. Questo volevano gli ucraini.Articoli correlatiinPoliticaScambio di 26 prigionieri tra USA e Russia, incluso il giornalista GershkovichinPoliticaKiev: un piano segreto contro la Russia?inPoliticaAttentato a Trump, la direttrice del Secret Service si è dimessainPoliticaUsa, Kamala Harris non le manda a dire a Donald Trump: "È un truffatore e predatore"inPoliticaFrancia, arrivata la decisione del presidente Macron: accettate le dimissioni del governo AttalinPoliticaTensioni internazionali, il Cremlino avverte: le capitali europee potrebbero diventare obiettivi di ritorsione

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