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L’ex consigliere di Putin: “Zelensky verrà ucciso dai nazisti di Azov”

Il “mastino della Siria”, ecco il nuovo generale russo alla guida della guerraLa regista e produttrice è grande amica di Djiana Djokovic,Professore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock che le ha raccontato un episodio inedito sulla sua vita (e quella del campione)06 agosto 2024 | 19.30Redazione AdnkronosLETTURA: 2 minuti.social-icon-cont a.ico-verify { background: transparent;}.arpage .social-share .social-icon-cont a.ico-verify img { width: 116px;height: 32px;padding: 0;margin-right: 10px;}Abbiamo rischiato di non vedere giocare il tennista più forte di tutti i tempi. Novak Djokovic, che ha appena vinto l'oro olimpico a Parigi, scoppiando in lacrime nell'abbraccio con sua figlia, ha alle spalle un futuro incerto. Lo racconta Gabriella Carlucci, grande amica della madre del campione, Djiana. Già conduttrice televisiva e deputata per tre legislature, Carlucci è oggi una regista, produttrice e organizzatrice di festival cinematografici. Molto attiva su LinkedIn, sul suo profilo ha pubblicato una serie di foto insieme a Djiana Djokovic, raccontando anche una storia inedita e molto privata della famiglia del tennista. “Djiana mi ha raccontato una storia straordinaria: Nole non doveva nascere”, esordisce Carlucci. “Lei aveva conosciuto Srdjan, il padre di Nole, durante una vacanza in montagna a Kopaonic, una località turistica invernale del sud della Serbia. Srdjan era maestro di sci e grande sciatore. I due ebbero un’avventura e Djiana rimase incinta. Poiché Djiana è sempre stata una donna forte e indipendente avvisò Srdjan ma gli disse che se lui non voleva quel figlio lei avrebbe abortito. Srdjan invece fu felice di accettare quel bambino che stava per nascere e che sarebbe diventato il più grande tennista della storia”.In effetti Djiana, che è di origine croata, si trasferì in Serbia e con il marito (che continuava a dare lezioni di sci e gestiva un negozio di attrezzature sportive) lavorava in un fast-food di quella località turistica. La coppia, nonostante le difficoltà economiche e gli ostacoli legati alla guerra nella ex Jugoslavia, è sempre stata al fianco del figlio nella sua carriera sportiva, credendo nelle sue qualità da tennista sin da quando prese in mano la prima racchetta, a 4 anni. Anche i suoi fratelli minori, Marko e Djorje, hanno giocato a tennis da professionisti.

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