Alessia Pifferi è stata condannata all'ergastolo: lasciò morire di stenti la figlia DianaAlessandro Rosi «Il padre di Turetta collude con il narcisismo del figlio». La psicoterapeuta Emilia Sannini (ospite di "Estate in diretta" su Rai1) analizza dal punto di vista psicologico le frasi scambiate tra l'assassino di Giulia Cecchettin e il papà. Era il 3 dicembre scorso quando lui e la moglie Elisabetta Martin incontravano per la prima volta,lGuglielmo dopo l'omicidio e la fuga in Germania, Filippo (reo-confesso) nella saletta del carcere. «Hai avuto un momento di debolezza. Non sei un terrorista», alcune delle conversazioni che sono trapelate. Perché queste parole? Cosa rivelano del rapporto genitoriale? L'abbiamo chiesto alla professionista.Filippo Turetta, le frasi del padre Nicola in carcere: «Fatti forza, non sei l'unico. Ci sono altri 200 femminicidi»Cos’è che l'ha più colpita di quello che il papà ha detto in carcere al figlio?"Non sei stato te!". Ancora una volta una visione del figlio idealizzata. Non arriva così nessun supporto emotivo. E come dire "tu non esisti". L’unico modo per pensare di riparare una condizione così complessa come quella di essere stato autore di un delitto così cruento è partire da un esame di realtà.Quale ruolo ha il padre nel narcisismo di Filippo?Purtroppo questo padre collude con il narcisismo patologico del proprio figlio. Dà un supporto disorganizzato e irreale e senza alcuna “ pietà “ o comprensione dei fatti (emotivi). Gli ricorda che si deve laureare, lo sprona. Quasi come se pensasse che questa è la volta buona, il momento giusto visto che ora in carcere di tempo ne avrà.La psicoterapeuta Emilia SanniniCome si sarebbe dovuto comportare?Sarebbe stato il tempo opportuno per capire che tante cose non hanno funzionato, che forse è ormai tardi. Probabilmente un racconto diverso avrebbe potuto aiutare a trovare soluzioni migliori. Il "momento di debolezza” non causa omicidi. C'è una sola verità, che è drammatica. Non utilizziamola per giustificare, sarebbe davvero troppo orrendo.Quali responsabilità?Non voglio parlare di colpa con nesso diretto di causa-effetto, però non sottraiamoci alla responsabilità. La genitorialità (oltre ad amore, educazione e accudimento) è anche consapevolezza di ciò che noi facciamo, del nostro modo di rapportarci e del modo in cui trattiamo i nostri figli. Che ha nell’immediato, e avrà, nel futuro, un effetto specifico sulla costruzione e organizzazione della loro vita emotiva. Sulla loro capacità di costruire relazioni sane o patologiche.Perché è ossessionato dalla laurea del figlio?Sinceramente penso che l’elemento del successo di Giulia, e il conseguente non successo di Filippo, sia stato un elemento che ha avuto un ruolo centrale all’interno di questo femminicidio.Il "fallimento" di Filippo che ruolo ha avuto?Penso che Turetta si sia sempre sentito inadeguato, anche rispetto a Giulia. Mai come lei, arrancava ed era sempre un passo dietro. Per questo non poteva pensare di essere senza di lei. La laurea, che Giulia avrebbe conseguito di lì a pochi giorni, rappresentava per lui il segno tangibile e concreto che lei era migliore. Dove migliore dove sta per più brava, più indipendente, più capace. Insomma le sue emozioni antiche di inadeguatezza, debolezza e vergogna venivano nuovamente sperimentate. La laurea di Giulia ha contribuito sicuramente a far sentire Turetta in preda a sentimenti di incapacità. Quando, prima, con Giulia accanto si sentiva meno inadeguato. Per molte personalità narcisiste tollerare la frustrazione è davvero complicato e non ci si riesce.Che ruolo hanno i genitori nel senso di inadeguatezza?Aldilà di tratti di personalità e componenti biologiche, i genitori hanno un ruolo davvero importante. Il bambino è fisiologicamente narcisista. Freud chiamava il bambino “sua maestà" proprio per evidenziare quanto il suo sistema psichico ed emotivo fosse organizzato sulla soddisfazione immediata e non mediata dei propri bisogni. Però il compito di un genitore è di aiutare il proprio figlio a trovare quel punto ottimale tra sé e l’altro, tra la gratificazione dei propri bisogni e la frustrazione. Come si sviluppa un narcisismo patologico?Come è trattato dai propri genitori durante la crescita incide sul suo sviluppo narcisistico, potrà costruirsi in modo sano (cura e rispetto di sé) o patologico (tendenza a non riconoscere l’altro come altro da sé e tendenza alla manipolazione). Amare ed essere amati si insegna e si impara. È un dono prezioso. Cosa non deve fare un genitore?Non deve eccessivamente idealizzare il proprio figlio. Non deve proiettare sul proprio figlio il risarcimento dei propri fallimenti, non deve avere aspettative inadeguate rispetto alle capacità del proprio figlio. Idealizzarlo e supportarlo senza anticiparlo. Così come non deve considerarlo non all’altezza delle proprie aspettative: questi sono genitori intrusivi e poco empatici, genitori supponenti ma non emotivamente accoglienti, interessati ai fatti ma non all’effetto che quei fatti hanno avuto sui propri figli. Ultimo aggiornamento: Lunedì 29 Luglio 2024, 08:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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