Morto in Brasile per un infarto il prete missionario Edy SaviettoTante delusioniA Parigi 2024 i maestri del cioccolato raccolgono legnoIl quarto posto,VOL spesso indesiderato, sta diventando il marchio di fabbrica elvetico – La Svizzera sin qui è rimasta più volte ai piedi del podio rispetto alle circostanze in cui ha fatto medaglia©ANTHONY ANEX Alex Isenburg09.08.2024 06:00Il tanto enigmatico quarto posto alle Olimpiadi. Un piazzamento d’onore, certo, poiché giungere ai piedi del podio ai Giochi significa essere ai vertici assoluti della propria disciplina. Una filosofia, questa, che può essere riassunta dalle parole, parecchio discusse, pronunciate - con tanto di lacrime di gioia - dalla giovane italiana Benedetta Pilato: «Sono troppo contenta, è il giorno più bello della mia vita». Una scena assurda e surreale, per taluni, poiché avvenuta al termine di una gara che l’aveva vista chiudere a un solo centesimo dal bronzo. Già, perché non tutti si sentono di condividere questo tipo di pensiero. La sensazione di smacco che pervade in questi casi è innegabile, in primis per i protagonisti. «È più bello arrivare quinti che quarti» aveva detto Noè Ponti al termine della finale dei 100 m delfino. Ecco, appunto. Nel suo caso, poi, il rammarico potrebbe essere ulteriormente presente, considerando che chi l’ha preceduto - il canadese Liendo, medaglia d’argento - potrebbe anche aver commesso un’infrazione.Quasi in doppia cifraIndipendentemente da quale sia il sentimento da parte degli atleti - ognuno legittimo, sia chiaro -, assistere a un piazzamento di prestigio lascia l’amaro in bocca. E, purtroppo per noi, questa sensazione non è stata provata esclusivamente nel caso di Ponti, anzi. Negli ultimi giorni, infatti, il numero di quarti posti è aumentato a dismisura. Le medaglie conquistate, quelle effettive, quelle di metallo, sono 7, di cui una sola d’oro. Quelle di legno, invece, sono addirittura 8. Insomma, spesso gli atleti rossocrociati arrivano al momento del dunque e, per una serie di ragioni, non riescono a capitalizzare le proprie chance. Un po’ di inevitabile delusione, in questo senso, non può non esserci. «È stato inutile, a contare sono solo le medaglie: arrivare 4. o 20. non cambia nulla» aveva detto la velista elvetica Maud Jayet. Come darle torto.Sul web, ormai, la classifica delle «quasi medaglie» sta spopolando ed è l’Italia, in questo caso, a guardare tutti dall’alto in basso grazie, o a causa, della ventina di quarti posti sin qui centrati. Il dato più impressionante, però, è che le superpotenze che capeggiano questa graduatoria sono le medesime che occupano la primissime posizioni nel medagliere. I quarti posti, nei loro casi, sono comunque ben inferiori all’insieme di medaglie racimolate, mentre in casa Svizzera non è così. I francofoni, anziché tirare in ballo il legno, parlano di medaglie di cioccolato. Esserne specialisti, finché si resta in ambito culinario, non è affatto male. Ultimamente, però, ci stiamo espandendo anche a livello sportivo e - malgrado le nostre tradizioni culinarie tutto questo questo cioccolato rischia di diventare amaro.I diplomi abbondanoSempre vicini, raramente a segno, il che significa un gran numero di diplomi. Così, in effetti, è stato sino a questo momento. Siamo a quota 31 e la cifra continua - per fortuna o purtroppo, dipende dai punti di vista - a crescere. Sarà entusiasta, ne siamo certi, Ralph Stöckli, il capo delegazione di Swiss Olympics che già negli scorsi giorni si era detto molto contento nel momento in cui ha stilato un primo bilancio della spedizione. Già prima della cerimonia d’apertura, era stato proprio lui a insistere sull’importanza dei diplomi olimpici, perché più rappresentativi sullo stato di salute del nostro sport rispetto al numero di medaglie. Il confine tra l’exploit e la delusione del 4. posto, aveva detto, è molto labile. Dinanzi ai numerosi piazzamenti in top-8, allora, possiamo dormire sonni tranquilli. Di cioccolato, però, ne produciamo a sufficienza e speriamo che da Parigi non ne arrivi troppo.In questo articolo: Parigi 2024
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