Eni alla sbarra. Al via in Italia il primo processo climatico contro l’aziendaQuesto è un nuovo numero di La Deutsche Vita,Professore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock la newsletter di Domani sulla Germania. Per iscriverti alla newsletter in arrivo ogni lunedì pomeriggio clicca qui. Buona lettura. A Berlino rischia di concretizzarsi un’alleanza alternativa a quella che governa il paese (e che governava la città stato) dopo che Cdu e Verdi sembrano avere molte più cose in comune di quanto non sembrasse. Una volta diventato segretario della Cdu, Merz voleva lasciarsi alle spalle la fama di maschilista che lo ha perseguitato fin dagli anni Novanta. Ha introdotto le quote rosa nel partito, ma gli effetti concreti per ora non ci sono. Liebe LeserInnen, Una settimana complessa per la politica e l'economia, in cui la conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera ha giocato un ruolo da protagonista, mettendo in luce contraddizioni ed equilibri interni al governo. Sullo sfondo continuano le trattative tra le tre forze che ambiscono a (continuare a) governare Berlino, mentre sul versante economico si riapre la questione degli investimenti cinesi in Germania. In chiusura, vi segnaliamo un'analisi interessante di una figura controversa che sta acquisendo sempre più visibilità sui social, la "Vegana militante". Equilibri in luce Lo scorso fine settimana ha avuto luogo la tradizionale conferenza sulla sicurezza di Monaco, un appuntamento geopolitico di rilevanza mondiale. L'appuntamento è stato l'occasione anche per fare il punto sugli equilibri interni del governo. Il bilancio non scontato è un'ottima valutazione delle performance dei ministri di Difesa e Esteri, Boris Pistorius e Annalena Baerbock, mentre il cancelliere Olaf Scholz è rimasto più defilato. Qui vi proponiamo un'analisi più approfondita. Conservatori e Verdi sono più vicini di quanto non sembri Torniamo brevemente a Berlino, dove le consultazioni per la formazione del governo della città stato sono in corso: la situazione attuale è uno stallo a tre. La Cdu è arrivata prima, ma non riuscirà a piazzare a capo dei municipi della capitale politici organici a causa delle dinamiche tra gli altri due partiti dominanti, Spd e Verdi. In molti municipi nutrono alleanze solide, che lasceranno la Cdu lontana dal potere. Resta da vedere cosa succederà a livello cittadino, dove i Verdi sembrano più disposti al dialogo con la Cdu di quanto sembrasse inizialmente. Il Tagesspiegel, uno delle principali testate con sede a Berlino, riporta umori inaspettati all'interno del gruppo verde. Ci sarebbe una «grande apertura» per un'alleanza con la Cdu, visto che «sui temi si troverà sicuramente un compromesso» e tenendo sempre presente che «la Spd è un avversario tanto quanto il partito conservatore». Una situazione complessa, scrive la Tagesschau, in cui Verdi e Spd, che hanno formato il governo uscente della città, devono capire come vogliono far crescere il loro rapporto. Il difficile rapporto tra la Cdu e le donne Nel corso della settimana si è sviluppato un interessante dibattito sulla situazione delle donne all'interno della Cdu. Dopo sedici anni di dominio incontrastato di Angela Merkel, il nuovo capo del partito, Friedrich Merz, lo scorso settembre ha introdotto le quote rosa nel partito, un cambiamento definito dagli editorialisti «una cesura». Ma l'impatto non sembra ancora misurabili. Già a gennaio la Tagesschau criticava la scarsa esposizione di figure femminili nelle dichiarazioni a media ed elettorato, nonostante ci siano donne in ruoli importanti, come la segretaria generale trentacinquenne Christina Stumpp. Sara Sievert rincara la dose sullo Spiegel di questa settimana, scrivendo che nel partito resta una distanza insormontabile tra Merz e le donne del suo partito. Nello specifico, gli rimprovera di non aver compiuto l'evoluzione che si era proposto per lasciarsi alle spalle la fama di maschilista che aveva acquisito durante la sua prima esperienza al Bundestag: le donne continuano a essere fuori dal suo cerchio magico e non ritiene i temi tradizionalmente "femminili" alla sua altezza. Semplicemente, non se ne occupa. Ma è ben consapevole del problema: attualmente, le tessere di partito in mano a donne sono soltanto il 26,6 per cento. Decisamente non abbastanza per tornare nella cancelleria. Ripartire dai lavoratori Da segnalare anche l'approfondimento di Euronews sulle startup berlinesi. La testata descrive alcune esperienze in cui giovani aziende che praticano il "new work", un modello che si propone di proporre un nuovo schema di lavoro che esca dalla struttura gerarchica per rendere l'ambiente più umano per i lavoratori. Le decisioni sulle condizioni di lavoro vengono prese da un'assemblea dei dipendenti e il risultato è un livello di flessibilità sorprendente per quanto riguarda ore lavorate, ferie e salari. Il sistema si basa sulla responsabilità individuale dei dipendenti, che comporta un approccio più onesto, che può anche portare a una maggiore pressione sul lavoratore. Nell'articolo si fa l'esempio di Einhorn, dove è stato rimosso anche il concetto di capo: i dipendenti lavorano per uno scopo, nello specifico la sostenibilità, che fa in modo da non rendere la crescita necessaria soltanto per far crescere gli stipendi. Rischio isolamento nella lotta contro l’Ira americano L'economia resta in cima alle priorità pure per il cancelliere. La ragione è il nuovo progetto europeo che Scholz ha intenzione di chiudere in primavera, cioè la risposta di Bruxelles all'Inflation reduction act di Washington e la del Vecchio continente alle agevolazioni green americane alle imprese che rischiano di ostacolare l'industria europea. L'impegno del cancelliere per convincere i partner della bontà del suo piano appare financo eccessivo all'economista Marcel Fratzscher, che sulla Zeit raccomanda di evitare l'Alleingang, la fuga solitaria, senza cooperazione con i partner, un concetto che in Germania rimanda al passato e viene considerata la modalità sbagliata di approcciare qualsiasi tema, dall'economia alla geopolitica. Anche durante questo anno di guerra, Scholz ha spesso motivato la sua ritrosia a fornire armi sempre più pesanti a Kiev con il desiderio di evitare un Alleingang tedesco. Nel caso specifico Fratzscher raccomanda al governo di trovare un accordo europeo. Nel caso contrario non solo si amplierebbero le disuguaglianze nel continente, scrive l'economista, ma peggiorerebbe anche la reputazione tedesca ed europea per quanto riguarda le imprese innovative, perché le aziende si ritroverebbero a combattere con 26 regolamenti nazionali diversi. Attivismo a ogni costo In chiusura una segnalazione a metà strada tra fenomeno dei social network e attivismo militante. Parliamo di Raffaela Raab, meglio nota come Militante Veganerin, vegana militante. L'influencer è tra le più popolari sulle piattaforme come TikTok e Instagram, dove pubblica video in cui discute con persone incontrate per strada: spesso, vista l'intrasigenza delle sue tesi, le sue conversazioni finiscono in malo modo, con sputi o aggressioni. La lingua che usa, nota lo Spiegel, è dura e diretta. Raab parla di "pezzi di cadaveri" nel cibo prodotto con componenti animali e "olocausto" per quanto riguarda gli allevamenti di massa, mentre descrive la produzione di latte come "industria dello stupro". La radicalità della sua campagna potrebbe costarle la vita, mette in conto l'attivista ventisettenne nell'intervista, mettendosi preventivamente nella stessa categoria di Gesù, Sophie Scholl, Malcom X e Martin Luther King. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediLisa Di Giuseppe Scrivo di politica, economia ed esteri (soprattutto Germania). Ho lavorato per Reuters, La7, Corriere della Sera e Public Policy. Su Twitter sono @sallisbeth
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