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Cagliari, disabile non può andare in bagno per l'assenza di un collaboratore: scuola pronta a scioperare

L'audio della sorella del killer De Pau: "Lui è fuori di testa"Qualcuno scade,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock altri restano in vigore ma in forma decisamente ridotta. Con la fine del 2024 alcuni bonus edilizi non saranno più disponibili, oppure saranno depotenziati: è il caso del superbonus, che scenderà al 65%, oppure dell'ecobonus, in scadenza tra qualche mese. Finisce anche il tempo a disposizione per i cittadini per accedere al bonus verde, che consiste in una detrazione Irpef del 36% su spese fino a 5mila euro sostenute per alcuni interventi. Il bonus ristrutturazione, invece, resta in vigore anche per il 2025: viene però depotenziato a partire dal 1° gennaio, perché passa al 36% con un tetto di spesa di 48mila euro. Ma andiamo con ordine.Ecobonus e sismabonus scadono nel 2024A fine 2024 scade l'ecobonus, l'incentivo che prevede agevolazioni fino al 75% delle spese in 10 anni sulle parti comuni e su tetti variabili a seconda dei lavori. Si tratta quindi di una detrazione fiscale, valida ai fini Irpef, relativa a interventi di riqualificazione energetica, riduzione del rischio sismico, installazione di impianti fotovoltaici e installazione di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici. La spesa non deve superare i 136mila euro. Non si tratta però dell'unica agevolazione relativa all'edilizia che con la fine dell'anno in corso andrà incontro alla cancellazione o ad alcune modifiche.A fine anno scade anche il sismabonus fino all'80% (se dagli interventi deriva una diminuzione di una classe di rischio) e fino all'85%, se è garantita una diminuzione di due classi di rischio. La stessa misura prevede una detrazione del 50% per le spese sostenute dal primo gennaio 2017 al 31 dicembre 2024 e va calcolata su un ammontare massimo di 96mila euro per unità immobiliare. La detrazione deve essere suddivisa in dieci quote annuali dello stesso importo. La stessa detrazione è prevista anche per chi acquista immobili a uso abitativo che fanno parte di edifici interamente ristrutturati. Spetta nel caso di interventi di restauro e risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie, che entro 18 mesi dal termine dei lavori vendono o assegnano l'immobile.Come cambia il superbonus, al 65% per tutto il 2025Il superbonus, invece, è confermato per tutto il 2025, ma in forma più ridotta: scenderà infatti al 65%. Per il 2024, invece, viene agevolato il 70% delle spese. La cessione del credito è consentita solo per le operazioni di condominio approvate e comunicate in comune tramite Cilas (la comunicazione di inizio lavori asseverata superbonus) entro il 17 febbraio 2023. Un'altra condizione, inoltre, è che entro il 29 marzo 2024 siano state sostenute le spese per i lavori avviati e che queste siano documentabili con fatture.In origine, il superbonus consisteva in una detrazione del 110% delle spese sostenute a partire dal 1° luglio 2020 per la realizzazione di specifici interventi finalizzati all'efficienza energetica e al consolidamento statico o alla riduzione del rischio sismico degli edifici. Tra gli interventi agevolati rientra anche l'installazione di impianti fotovoltaici e delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici.Il bonus ristrutturazione depotenziato da gennaioE veniamo al bonus ristrutturazione, che resta in vigore anche per il 2025. Viene però depotenziato a partire dal 1° gennaio: passa infatti al 36% con un tetto di spesa di 48mila euro, dal 50% con un totale di spesa di 96mila euro. Al momento si prevede di scendere al 30% dal 2028, fino al 2033. L'agevolazione è rivolta ai contribuenti soggetti all'Irpef, residenti o meno nel territorio dello Stato, che sostengono le spese di ristrutturazione. Tra gli altri riguarda:i proprietari degli immobili oggetto dell'intervento;i titolari di diritti reali/personali di godimento sugli immobili;gli inquilini;il familiare convivente con il possessore o il detentore dell'immobile oggetto dell'intervento (coniuge, componente dell'unione civile, parenti entro il terzo grado e affini entro il secondo grado);il convivente more uxorio (per le spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2016).Il bonus verde scade a fine annoFinisce anche il tempo a disposizione per accedere al bonus verde, che consiste in una detrazione Irpef del 36% su spese fino a 5mila euro sostenute per alcuni interventi. Fra questi rientrano: sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi; realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili. Danno diritto all'agevolazione anche le spese di progettazione e manutenzione, se connesse all'esecuzione di questi interventi. Il pagamento delle spese deve avvenire attraverso strumenti che ne consentano la tracciabilità (per esempio, bonifico bancario o postale).Bonus arredi ed elettrodomesticiScadrà a fine anno anche il bonus arredi ed elettrodomestici. Anche in questo caso si tratta di una detrazione Irpef, rivolta all'acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione. La detrazione, ricorda il sito dell'Agenzia delle Entrate, è stata calcolata su un importo massimo di 8.000 euro per l'anno 2023 e di 5.000 euro per il 2024, comprensivi delle eventuali spese di trasporto e montaggio, e deve essere ripartita in dieci quote annuali di pari importo.

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