Processo a Patrick Zaki: l'ultima udienza a MansuraEra il favorito alla vigilia ma il plenum si è spaccato: 19 voti per Gratteri,criptovalute 8 per Volpe. Le toghe progressiste hanno sostenuto la necessità di continuità con l’attuale reggente, quelle più conservatrici hanno votato per il ricambio con il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri è il nuovo procuratore capo di Napoli. Dopo più di un anno di “interregno” con la gestione come facente funzioni di Rosa Volpe (candidata sostenuta da Area, l’altro era il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato, sostenuto da Unicost), il procuratore capo di Catanzaro succede a Giovanni Melillo, che nel 2022 è diventato procuratore nazionale antimafia, nomina a cui il Csm lo ha preferito proprio a Gratteri. L’avvicendamento apre una nuova fase per Napoli, dove arriva il cosiddetto “papa straniero”, un capo che non ha mai svolto attività in città. Una scelta, questa, che il Csm ha già fatto anche per i vertici delle procure di Roma e Milano. L’ufficio di procura di Napoli è tra i più delicati d’Italia non solo per il tessuto criminale del territorio, ma anche perchè è il più grande del paese con 9 aggiunti e 102 sostituti. Lo scontro, immediatamente, si è posto come tra due modelli: quello di continuità a il sostegno alla reggente Volpe e quello di radicale riforma prospettato da Gratteri. Alla fine Gratteri ha prevalso con 19 voti, Volpe ha totalizzato 8 preferenze e Amato 5. GiustiziaGratteri favorito per Napoli. La procura aspetta e teme il cambio di passoGiulia Merlo La nomina di Gratteri Gratteri è stato sostenuto dalla corrente conservatrice di Magistratura indipendente e la sua candidatura è stata presentata al plenum dalla consigliera Maria Luisa Mazzola. Quanto al suo percorso professionale, Gratteri ha svolto negli ultimi 31 anni attività di pm e il consiglio giudiziario di Catanzaro lo ha definito «di straordinaria capacità di organizzazione, grande intelligenza ed eccellente attività di indagine». Mazzola ha sottolineato che, a differenza di quanto riportato nelle proposte per gli altri candidati, non è vero che Gratteri consideri rilevanti solo i reati di mafia. Gratteri ha sostenuto che «non esistono indagini di serie A o B, esistono i reati», ha detto Mazzola, e che il procuratore utilizza «scrupolo e attenzione anche a fattispecie meno gravi». Quanto ai rapporti coi colleghi, «intrattiene rapporto continuo per offrire quotidiana possibilità di confronto e condivisione di obiettivi», «entusiasmare i sostituti con condivisione di obiettivi. E non significa sminuire altri settori rispetto alla Dda». Mazzola ha ammesso che Gratteri in audizione ha utilizzato «toni coloriti», sia negli accenni agli orari di ufficio e che alla necessità di essere presenti in procura, ma Gratteri ha anche detto che «anche l’ultimo dei sostituti deve stare bene, e per me il coinvolgimento di tutto l’ufficio è fondamentale». Comparandolo con gli altri due candidati, rispetto all’altro procuratore capo Amato Gratteri prevarrebbe rispetto alla «più estesa esperienza di reati di mafia, in territori di grande complessità come Locri, Reggio Calabria e Catanzaro». Rispetto a Volpe, invece, «la sua esperienza semidirettiva di 7 anni non può essere prevalente rispetto a quella direttiva di 6 anni di Gratteri». L’ipotesi di continuità di Area Antonello Cosentino di Area invece ha presentato il profilo di Rosa Volpe, definendola una «soluzione di continuità, visto che era stata nominata vicario di Melillo e ha retto l’ufficio per un anno dopo il trasferimento del procuratore capo, con il consenso assoluto di tutti e prima di tutto dei colleghi che lo hanno manifestato pubblicamente, ma anche della società napoletana». Cosentino ha spiegato che «Sull’andamento e l’efficienza della procura di Napoli di inserirsi nel suo contesto operativo non ci sono dubbi e Volpe ha dimostrato, venendo in audizione e depositando un progetto organizzativo di continuità ma con alcune ulteriori innovazioni, duttilità e capacità di cogliere il contesto». Inoltre, secondo Cosentino «la concretezza della esperienza di Volpe è realisticamente equivalente a quelli della guida di una procura». La conclusione di Area è quella di perorare l’interesse di una gestione in continuità, perchè «l’arrivo di un procuratore da fuori non è un fatto positivo per l’ufficio di Napoli ed è nell’interesse oggettivo di quell’ufficio scegliere una linea di continuità. Il senso finale è quello di proseguire in continuità con una procura che funziona bene», inoltre «Anche se non è un elemento giuridico, mi piacerebbe vedere una donna alla procura di Napoli, anche come segnale e soprattutto dopo averla sentita in audizione». In questo senso è intervenuto anche un altro togato di Area, Tullio Morello, il quale ha sottolineato che «non ricordo casi a Napoli di delitti irrisolti e le due carceri scoppiano di sovraffollamento, segno che la procura ha fatto la sua parte in modo efficace e non si può che ringraziare quell’ufficio» e «solo a detta del dottor Gratteri quella di Napoli è una procura che non funziona, evidenziando la necessità di interventi drastici». La linea del Csm dovrebbe essere quello di «modificare qualcosa nel caso di procure che non vanno bene e agire in continuità con quelle che funzionano». Morello ha poi precisato che quella di Volpe «non è una scelta di corrente, anche perchè Volpe non fa parte di nessun gruppo associativo», ma di analisi concreta del lavoro della candidata e del gradimento del suo nome nell’ufficio. Infatti, quanto alla attività di Gratteri nella criminalità organizzata, camorra e ‘ndrangheta sono fenomeni criminali «separati da distanza siderale, con plastiche differenze che emergono da dottrina e sentenze e già solo questo mi farebbe propendere per Volpe». Gratteri, invece, ha prospettato una «Ampia e pericolosa discontinuità, spiegando di voler portate a Napoli il suo metodo di Catanzaro, non cogliendo la complessità. Napoli non ha i problemi che aveva Catanzaro quando Gratteri è arrivato e che pure Gratteri ha prospettato, non c’è polizia giudiziaria da derattizzare o magistrati lavativi e depressi». In favore di Volpe si è espressa anche la consigliera di Md, Domenica Miele, la quale ha sottolineato la diversità tra camorra e ‘ndrangheta, «quindi se dobbiamo valorizzare l’esperienza negli specifici reati, Volpe ha indubbiamente maggiore competenza. Anche perchè i reati non sono solo quelli della Dda». Anche Maurizio Carbone, togato di Area, ha sostenuto Volpe e ha detto che «la discussione in plenum, quando c’è Gratteri, diventa quasi sempre un referendum su di lui. Gratteri è diventato un personaggio mediatico in questi anni e anche in questa procedura rischia di condizionare una valutazione importante. Con la preoccupazione che questo possa condizionare le valutazioni sulle capacità organizzative». Gratteri, infatti, ha portato in audizione «solo la sua immagine», è alla ricerca di «un premio alla carriera» e ha fatto emergere «l’immagine negativa di un superprocuratore e di un dirigente padre padrone che ha ammesso di voler fare a meno del dirigente amministrativo, si sbarazza senza mezzi termini del personale di polizia giudiziaria o di aggiunti che ritiene non svolgere il loro lavoro». Fontana in merito a Gratteri ha espresso dubbi di «autopromozione mediatica» e «critiche dall’avvocatura e non solo per il tasso di smentite giudiziarie delle sue iniziative» e detto che il verbale della sua audizione è stato uno spartiacque: «Anche a voler prescindere da un giudizio di valore sul modello molto gerarchizzato di Gratteri, esprimo scetticismo che su questo registro si possa gestire un ufficio grande e complesso in cui il carisma può fare il suo ma non risolve tutto come una bacchetta magica». Per questo ha votato per Amato. In favore di Gratteri Claudia Eccher, consigliera laica della Lega, ha anticipato il suo voto per Gratteri, spiegando che «la scelta non è un indennizzo di carriera, ma è per il percorso professionale fuori dal comune e l’impegno profuso». Gratteri è «un magistrato moderno» e «un esempio per i ragazzi calabresi, con un percorso di vita e professionale improntato alla legalità e al contrasto alla criminalità», che sarà importante anche a Napoli. Sulla stessa linea anche la laica di FdI Bianchini, che già in commissione aveva votato per Gratteri, sottolineando «l’oggettività della maggior esperienza di Gratteri». Il togato indipendente Andrea Mirenda, stigmatizzando l’enfasi mediatica «sproporzionata» della vicenda, ha sostenuto che Gratteri ha «maggior attitudine allo scopo» e risponde ai criteri del testo unico e delle regole che il Csm si è imposto nella scelta delle nomine. Secondo Mirenda, infatti, «il fattore qualificante è la rilevanza dei procedimenti trattati in materia di mafia» e la risposta è «univoca e si chiama Gratteri». Quanto alle dichiarazioni di Gratteri, riportate dal consigliere D’Auria nella sua proposta a favore di Amato e considerate negative e non in linea con il modello di magistrato, Mirenda ha detto che «appare evidente il suo afflato gerarchico, ma come anche la sua capacità motivazionale eccezionale. Gli facciamo una colpa di questa schiettezza? Lo ha voluto Gratteri questo sistema? Noi stessi abbiamo deliberato l’evidente supremazia gerarchica del procuratore rispetto al suo sostituto». Inoltre, ha sottolineato il danno reputazionale se all’estero si sapesse che si è negato a Gratteri la nomina alla più grande procura d’Europa, dopo che Australia, Ue, Brasile e molti altri paesi europei proprio con Gratteri «da anni si interfacciano nel contrasto alle mafie». Laganà ha espresso voto a sostegno di Gratteri, ricordando come il procuratore firma le sue dediche: «Ci sono loro, ma ci siamo anche noi». Essendo lui reggino, ha detto che «c’è un prima e un dopo Gratteri, che grazie alla sentenza Crimine abbiamo accertato in via definitiva che anche la ‘ndrangheta ha una struttura unitaria. Vale anche a livello internazionale, perchè prima di Gratteri la mafia era l’unica a fare illeciti internazionali e ora vale anche per la ‘ndragheta. Prima di Gratteri, le richieste di estradizione in Usa, Canada e Australia ci venivano respinte ridendo. Dopo Gratteri tutti hanno aperto gli occhi, anche all’estero e nei paesi di common law. Ora addirittura adottano l’espulsione». Ha poi ricordato la capacità di Gratteri sul piano informatico a fine investigativo, «è stato il primo a tenerci al passo con gli strumenti informatici della criminalità». «Voterò per Gratteri perchè oggi è un simbolo», ha detto Nicotra, di Mi. Anche il vicepresidente, Fabio Pinelli, ha fatto espressione di voto in favore di Gratteri. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGiulia Merlo Mi occupo di giustizia e di politica. Vengo dal quotidiano il Dubbio, ho lavorato alla Stampa.it e al Fatto Quotidiano. Prima ho fatto l’avvocato.
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