Salvini: per le regionali nel Lazio nome entro il fine settimanaGrano,-VOL importazioni dall’estero a + 18% sul 2023: crollo dei prezzi e futuro del settore a rischioPietro Luca Colombo (Coldiretti Varese): «Un dato allarmante che tocca da vicino il futuro delle nostre aziende. Subito regole di reciprocità e trasparenza in etichetta» .adsbygoogle{ display:none !important;}Le importazioni di grano straniero nei primi quattro mesi del 2024 hanno raggiunto il quantitativo di oltre 2,7 miliardi di chili, in aumento del 18% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.“Niente giri di parole, è un dato allarmante, che tocca da vicino anche il futuro delle nostre imprese e territori” commenta il presidente di Coldiretti Varese Pietro Luca Colombo. “Per questo è doveroso rilanciare un appello affinché sia garantita tutela alle aziende agricole e ai consumatori italiani assicurando reciprocità delle regole e trasparenza in etichetta”.L’appello è stato lanciato da Coldiretti, al tavolo di filiera sul grano svoltosi di recente a Roma nella sede del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste. Coldiretti esprime soddisfazione per la proposta di dare vita a un piano di settore avanzata dal sottosegretario Patrizio La Pietra.Approfondendo i dati, l’invasione di prodotto straniero colpisce duramente i produttori nazionali, facendo crollare i prezzi di circa il 10% sia per il grano duro che per quello tenero, secondo l’analisi Coldiretti su dati Ismea. Si tratta peraltro di cereali coltivati usando spesso sostanze vietate nel nostro Paese e nella Ue. Nella produzione del grano duro turco viene utilizzato – denuncia Coldiretti Varese - ad esempio il Carbendazim, un fungicida sospettato di avere effetti cancerogeni, mentre il Glifosato, essiccante vietato in Italia in pre-raccolta, si trova sul grano canadese e su quello russo.“Di fronte a questa situazione intollerabile occorre affermare il principio di reciprocità delle regole, vietando l’ingresso in Europa ai prodotti coltivati con sostanze vietate ma anche ottenuti dallo sfruttamento dei lavoratori. E serve anche garantire una etichettatura trasparente su tutti gli alimenti in commercio, a partire da pane, biscotti, cracker e altri derivati dai cereali, che oggi continuano ad essere “anonimi”, e non è davvero più possibile continuare a tollerarlo” prosegue Colombo.“Altro passo fondamentale è la creazione di filiere 100% italiane dal campo alla tavola: a tal proposito sono sicuramente positive le misure assunte nel Dl Agricoltura sulle pratiche sleali per riequilibrare i rapporti e tutelare le aziende agricole, ma anche la disponibilità di 32 milioni di euro sui contratti di filiera del grano e l’impegno sulla tracciabilità con Granaio Italia. Ma, infine, è necessario fermare i continui sottocosto per la pasta 100% italiana, per dare più equa remunerazione alle aziende cerealicole”. c. s.
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