Roberto Speranza fa marcia indietro: niente ricorso sui verbali della task-forceEconomia>Come aprire un negozio in franchisingCome aprire un negozio in franchisingPer molti imprenditori rappresenta l’opportunità di avviare la propria attività a costi relativamente ridotti. Vediamo le principali caratteristiche,MACD pregi e difetti.di Redazione Notizie.it Pubblicato il 16 Maggio 2017 alle 09:53 Condividi su Facebook Condividi su Twitter © Riproduzione riservatalavoro#speakup-player{ margin: 0 !important; max-width: none !important;min-height: 85px !important; padding-bottom: 25px !important; padding-top: 10px!important;}#speakup-player:empty::after{ align-items: center; background-color:#fff; border-radius: 0.5rem; box-shadow: 0 12px 24px rgba(0, 0, 0, 0.12);font-family: sans-serif; content: 'Loading...'; display: flex !important;font-size: 13px; font-weight: bold; line-height: 1; justify-content: center;min-height: 50px; text-transform: uppercase;}#speakup-player:empty{ display:block;}Di fronte alle costanti incognite del mercato, l’apertura di un’attività commerciale a costi relativamente ridotti e magari con un marchio già avviato e conosciuto, rappresenta una prospettiva a dir poco allettante, soprattutto per gli imprenditori alle prime esperienze. Il franchising può garantire tutto ciò.Sempre più aziende (franchisor) offrono ai privati (franchisee) la possibilità di aprire negozi, con le categorie merceologiche più disparate, fornendo un marchio e l’indispensabile know-how. Un’opportunità notevole per il novello commerciante che però non deve farsi abbagliare dalle proposte: i contratti dei franchisor prevedono infatti prescrizioni (sul locale, l’arredamento, l’orario di apertura, ecc.), condizioni e, alcune volte, royalties (con percentuali spesso elevate) che rischiano di trasformare un’opportunità di guadagno in un vero e proprio capestro. Volendo lanciarsi in un franchising, dunque, lo studio del contratto da sottoscrivere è il primo passo e, nella gran parte dei casi, la condizione fondamentale perché si abbia successo o meno.Una volta valutato attentamente il patto che si va a stringere (magari vagliando oltre alle diverse clausole anche dati relativi alla riuscita di altri negozi dello stesso marchio, i bilanci aziendali, l’incidenza delle royalties, ecc.) si può procedere con il secondo passo: l’analisi dei costi. È opportuno valutare tutti i costi a carico del franchisee, non cullandosi sull’aspettativa che sia la casa madre a farsene carico: raramente ciò avviene.L’aperturaSe anche il secondo step è andato a buon fine allora si può pensare di procedere con l’apertura vera e propria del negozio. La prassi non differisce da quella indispensabile per una ordinaria attività commerciale: possesso dei prerequisiti di legge, disbrigo delle pratiche necessarie all’ottenimento della partita IVA, invio della comunicazione di inizio attività al Comune e, in base al settore merceologico di riferimento, eventuali autorizzazioni ASL.Infine bisognerà rivolgersi all’azienda madre o procedere autonomamente per l’assunzione del personale. Di solito le grandi marche o catene sono dotate di un processo di reclutamento online, che prevede il seguire una serie di steps per vedere caricata la propria candidatura.Articoli correlatiinEconomiaAeroporti bloccati e voli cancellati in tutto il mondo: guasti tecnici mettono a rischio le vacanze estiveinEconomiaLe novità per la pensione di vecchiaia dal 2027inEconomiaAnalisi dei crolli in Borsa: cause e conseguenzeinEconomiaSocial card "Dedicata a te": aumento dell'importo e nuove modalità di distribuzioneinEconomiaA novembre l’edizione nr. 7 del Mese dell’educazione finanziariainEconomiaAntitrust avvia istruttoria su 6 influencer: chi sono?
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