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Guerra in Ucraina, Zelensky: "Se Putin fa saltare la diga dichiara guerra al mondo"

Studente morto suicida a New York, la procura nega l’azione penale sul caso di Claudio MandiaQuella tra Sapiens e Neanderthal è una soap opera infinita. Il fatto che le loro strade si siano incrociate,Guglielmo in un certo momento della storia, è ormai fuori discussione. Infatti, sappiamo per certo, per esempio, che il genoma delle popolazioni eurasiatiche è mediamente costituito per il 2% da dna derivante dalla popolazione dei Neanderthal, e sappiamo anche – ce lo hanno detto due studi pubblicati su Nature e Nature Ecology and Evolution nel febbraio scorso – che la convivenza tra Sapiens e Neanderthal nel Nord Europa risale ad almeno 45 mila anni fa. Quello che ancora non è completamente certo, invece, è quando e come questo incontro sia avvenuto: l’ipotesi più accreditata, almeno fino a oggi, è che i nostri antenati Sapiens abbiano lasciato l’Africa in una singola ondata migratoria, circa 50mila anni fa, e abbiano incontrato i Neanderthal in Asia e in Europa. Ma un nuovo lavoro pubblicato su Science suggerisce che le cose potrebbero essere andate diversamente. Gli autori dello studio, un gruppo di genetisti della Princeton University e della Southeast University di Nanjing, ritengono infatti che Sapiens sia migrato dall’Africa in diverse ondate, almeno tre, e che i primi incroci con i Neanderthal risalgano ad almeno 250mila anni fa.Non uno, ma tre incroci“È la prima volta – ha spiegato Liming Li, ricercatore di Princeton e co-autore del lavoro – che i genetisti hanno identificato diverse ondate di mescolanza tra gli umani ‘moderni’ e i Neanderthal”. Per scoprirlo, i ricercatori hanno comparato i tre genomi Neanderthal più completi attualmente disponibili, provenienti da campioni rinvenuti nella caverna Vindija in Croazia (risalenti a 50-65mila anni fa) e dalle caverne Chagyrkaya e Denisova in Russia (risalenti a 50-80mila anni fa), con il genoma di circa 2mila umani moderni. La comparazione è stata eseguita usando un algoritmo di machine learning chiamato IBDmix, che permette di ricostruire e mappare il flusso dei geni da una specie all’altra: in questo modo, per l’appunto, hanno identificato tre “ondate” separate di incroci, risalenti rispettivamente a 250-200mila anni fa, 120mila e 100mila anni fa. La scoperta suggerisce che i Sapiens abbiano lasciato il continente africano in diverse occasioni: “Il fatto che siamo riusciti a incorporare le componenti genomiche dei Neanderthal nel nostro studio – ha commentato Joshua Akey, un altro degli autori del lavoro – implica che ora è possibile vedere ‘dispersioni’ che prima non eravamo in grado di vedere”.Una confermaI risultati di questo studio sono coerenti con quelli di un lavoro sullo stesso tema, pubblicato lo scorso anno su Current Biology, i cui autori avevano comparato il genoma di un fossile di Neanderthal con quelli di 180 Sapiens provenienti da diverse regioni dell’Africa, scoprendo che le due specie avevano avuto contatti già 250mila anni fa. “A quanto pare – ha concluso Akey – i moderni esseri umani si comportavano come onde che si infrangono su una spiaggia, erodendola lentamente ma costantemente. Alla fine, abbiamo semplicemente sopraffatto demograficamente i Neanderthal e li abbiamo incorporati nelle popolazioni moderne”.

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Capo Analista di BlackRock