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Oggi l'eclissi totale - Tiscali Notizie

Giornata della Memoria, Giorgia Meloni: "Dobbiamo lavorare per combattere l'antisemitismo"Un assegno da 200mila euro e uno da 100mila,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock prima e dopo quella serata in cui Sarkozy elogiava Putin e la Russia «potenza mondiale». Questo episodio che risale al 2018 e che viene alla luce oggi è solo uno dei tasselli di una relazione a dir poco particolare Gli elementi di opacità nei rapporti tra l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy e il Cremlino aumentano, e non possono essere accantonati come un episodio del passato: Sarkozy non è più presidente, in Francia, ma ha tuttora un ruolo influente nella politica francese e soprattutto è in grado di condizionare il presidente attuale, che lui e i suoi fedelissimi supportano. Lo stesso ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, proviene dalla galassia dell’ex presidente. Assegni e lusinghe L’ultimo caso riguarda due assegni del valore complessivo di 300mila euro e alcune dichiarazioni lusinghiere di Sarkozy verso Putin. I fatti in questione si svolgono tra il 2018 e il 2019, e assieme agli assegni vengono ora portati alla luce da Fabrice Arfi e Yann Philippin di Mediapart. A novembre 2018 il fondo sovrano della federazione russa ha invitato Sarkozy al galà di fine anno, serata nella quale l’ex presidente francese se n’è uscito con lusinghe pubbliche verso il regime putiniano: «Sono sempre stato un amico di Putin; anche quando non eravamo d’accordo, con lui si poteva parlare. La Russia è diventata una potenza mondiale, ed è questo il suo destino». Prima dell’evento, a ottobre 2018, a Sarkozy è arrivato un assegno da 200mila euro; e dopo, a febbraio 2019, un altro da 100mila. A trasmettere il denaro è stata la Rs Capital Limited, e coincidenza vuole che il fondo sovrano russo abbia una filiale che porta lo stesso nome. Quei soldi erano forse il compenso per le belle parole? Un legame duraturo Non è l’unico episodio anomalo. Sarkozy, che ai tempi della presidenza di turno in Ue, nel 2008, aveva vestito i panni di mediatore con Mosca nella crisi georgiana, dal 2019 è stato ingaggiato dai fratelli Sarkisov con un contratto di consulenza pluriennale da tre milioni di euro. Stando allo staff dell’ex presidente, il suo accordo economico con la compagnia assicurativa russa Reso-Garantia è terminato nel 2021. L’anno seguente, è da Sarkozy che Viktor Orbán è passato, prima di raggiungere Putin al Cremlino. Pochi giorni dopo, la Russia ha aggredito l’Ucraina; gli incontri tra il premier ungherese, cavallo di Troia della Russia in Ue, e Sarkozy sono proseguiti. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediFrancesca De Benedetti Europea per vocazione. Ha lavorato a Repubblica e a La7, ha scritto (The Independent, MicroMega), ha fatto reportage (Brexit). Ora pensa al Domani.Short bio  Twitter account

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