Fuoriusciti 5 stelle “zombie”, Di Maio: “300mila euro a Grillo per fare i post sulle figurine”Cecilia Legar Nella gioventù un cancro ai testicoli gli ha negato qualsiasi possibilità di diventare biologicamente genitore,Professore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock ma lui non ha mai rinunciato al sogno di essere padre e ha scelto l'adozione. Tra giudizi, burocrazia e critiche, l'uomo ha realizzato il suo desiderio nel pieno del lockdown. Papà single grazie all'adozioneDal 2020, nella vita di quest'uomo, sopravvissuto al cancro, c'è un bambino arrivato grazie alle pratiche per l'adozione. «Ho sempre saputo che volevo diventare papà - racconta a The Mirror - E ho avuto delle fidanzate, ma non ha mai funzionato. Non volevo aspettare oltre, così ho avviato le procedure per poter adottare». L'uomo oggi è un fiero padre single e, al contrario di come accade in Italia, non ha dovuto attendere di avere una sposa accanto a sé, poiché in Inghilterra l'adozione è concessa anche a persone celibi e nubili. La diasgnosi di tumore a 23 anni«Da adolescente facevo molto sport e mi capitava spesso, dopo aver giocato a cricket e a calcio, di avere dolori al petto che non si attenuavano, tanto che non riuscivo a dormire o a sdraiarmi - riferisce l'uomo - Il mio medico riteneva che si trattasse di qualche costola ammaccata e mi ha suggerito di prendere degli antidolorifici. Una mattina ho deciso di andare al lavoro ma, durante il tragitto, sono stato paralizzato da un dolore al petto, quindi ho fatto una deviazione verso il pronto soccorso. Nel giro di due ore, mi è stato detto che avevo il cancro: il dolore era dovuto ai tumori nei polmoni che colpivano le costole. Avrei dovuto sottopormi a un'operazione la settimana successiva e poi iniziare la chemio. Si trattava di un tumore ai testicoli di origine primaria e mi era stato detto che non avrei potuto avere figli in modo naturale a causa dell'operazione a cui stavo per sottopormi. Fu un duro colpo, ma nel contesto non fu la notizia peggiore che ricevetti quel giorno. La chemio non è stata piacevole, è stata davvero dura e ho dovuto tornare a vivere con mia madre. Fortunatamente, la cura ha fatto il suo lavoro nel giro di tre mesi. Ho fatto controlli regolari per un periodo di cinque anni e ora non ho più il cancro».«Ma dopo la ripresa - aggiunge - ho iniziato a sentire che mi mancava qualcosa. Così ho deciso di non aspettare oltre e di iniziare il percorso per l'adozione. I miei amici e la mia famiglia si sono subito schierati al mio fianco. Ho fatto ricorso a un'agenzia e ho partecipato a sessioni di gruppo, che includevano condivisione di informazioni, corsi per genitori e utili spunti sull'adozione. Mentirei se dicessi che non spiccavo come un livido su un occhio, però. Ero l'unico ragazzo single in una stanza piena di coppie e di qualche donna da sola, ogni tanto. Ho ricevuto un sacco di sguardi inarcati che sottintendevano un incredulo "Dov'è il tuo partner?". Era chiaro che le persone fossero sorprese di vedermi lì da solo. Ho cercato di non dare peso a questi commenti e ho continuato per la mia strada». L'arrivo del bambino durante il lockdownI primi incontri con il bambino, supervisionati da un'assistente sociale, si sono rivelati una vera gioia per entrambi: il piccolo (4 anni nel 2020) ha pochissimi ricordi del suo passato e inizialmente ha avuto qualche difficoltà ad addormentarsi, segno dello stato di ansia provato nella prima infanzia, ma oggi è in pari con la scuola e non ha mostrato difficoltà di alcun tipo.«Lo ho avuto nel bel mezzo della pandemia, in un periodo in cui nel mondo tutto era strano. Ma stare a casa insieme molte ore ci ha permesso di creare da subito un forte legame. Già dopo pochi mesi mi ha chiesto se poteva chiamarmi "papà" - conclude l'uomo - Gli parlerò sempre apertamente della sua adozione. La vita prima di lui era bella, ma la vita con lui è meravigliosa». Ultimo aggiornamento: Venerdì 26 Luglio 2024, 19:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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