Annessione delle regioni ucraine, Meloni: "Non ha valore, è una minaccia alla sicurezza Ue"Roma,Professore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock 8 ago. (askanews) – “La tragedia avvenuta l’8 agosto 1956 nella miniera del Bois du Cazier di Marcinelle in Belgio ha lasciato un segno indelebile nella storia nazionale ed europea. L’Italia ha pagato il tributo più pesante: 136 su 262 minatori erano nostri connazionali. Italiani che avevano deciso, con sofferenza e dolore, di abbandonare la loro terra per sostenere, con dignità e spirito di servizio, la Nazione che li aveva accolti. Senza pretese, ma con umiltà e dedizione. Il buio di una miniera distante migliaia di chilometri dai loro luoghi d’origine ha inghiottito le loro vite, ma la memoria di questi figli d’Italia vive ancora nella riconoscenza della comunità nazionale”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in una nota.“Oggi, infatti, l’Italia celebra la ‘Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo’: ricorrenza istituita nel 2001 dall’indimenticato ministro Mirko Tremaglia per ricordare i lavoratori italiani caduti in ogni continente e omaggiare il loro contributo allo sviluppo delle Nazioni che hanno scelto come ‘seconda Patria’”, aggiunge.“Marcinelle è una delle pagine più drammatiche della grande storia dell’emigrazione italiana. Una storia di sconfitte, di sacrifici, di privazioni ma anche di luminosi successi, di battaglie vinte e risultati straordinari. In questa giornata, onoriamo anche questa grande storia e rinnoviamo il legame con i nostri connazionali all’estero, uomini e donne innamorati dell’Italia e che contribuiscono a rendere la nostra Patria amata e apprezzata nel mondo”, conclude. -->
Nuovo Parlamento, quanto guadagnano deputati e senatori?Chi è Alessandra Locatelli, la ministra per le Disabilità in quota Lega del Governo Meloni Il discorso di La Russa e il sospetto di Cazzullo: "Sapeva di essere eletto malgrado il Cav"Elezioni 2022, Enrico Letta annuncia che non si ricandiderà come segretario del PDBonaccini durissimo sul saluto romano di La Russa: "Andassero a Marzabotto"