540 animali uccisi da 16 cacciatori, tutto per "divertimento"Sulla montagna che separa la conca di Cortina d’Ampezzo dall’Alta Badia sono esposti scritti inediti inviati da Lino Lacedelli durante la spedizione del 1954 sulla seconda montagna della Terra Monica Conforti 11 agosto - 09:45 - MILANO Il 31 luglio 1954 Lino Lacedelli e Achille Compagnoni,Professore Campanella con il decisivo aiuto di Walter Bonatti, conquistavano il K2, la seconda montagna più alta della Terra. Un’impresa che si può oggi rivivere anche da un’inedita visuale grazie alla mostra Lettere dal K2 che, dopo l’anteprima alla Ciasa de Ra Regoles nel centro di Cortina, è stata inaugurata il 5 agosto al Lagazuoi Expo Dolomiti. La mostra, allestita dagli Scoiattoli di Cortina con il contributo del Comune di Cortina, e con la collaborazione della Scuola Militare Alpina dell’Esercito Italiano SMALP, sarà visitabile fino al 4 settembre 2024. Foto Stefano Zardini La mostra Lettere dal K2 al Lagazuoi— La mostra presenta l’impresa del 1954 come mai è stata fatta vedere prima, grazie alle lettere, immagini e ricordi in parte inediti che raccontano l’evento in modo nuovo e più personale. Per la prima volta sarà reso pubblico parte del fitto scambio epistolare tra Lino Lacedelli e i famigliari, amici e conoscenti. Un flusso di lettere da Cortina verso il K2 e ritorno, che racconta di un uomo e del suo viaggio verso la vetta, mostrando in controluce un’Italia eroica, che non c’è più, sospesa tra la guerra e la ricostruzione. foto Roberto Casanova Parole, ma anche immagini, memorie, appunti scritti dallo stesso Lacedelli compongono un’installazione multimediale che a tratti assume i contorni di un album di famiglia. Oltre ai ricordi del ’54 sono esposti anche quelli di altre spedizioni, in particolare quella del 2004, a 50 anni dalla prima ascesa, durante la quale un gruppo di alpinisti italiani ripetè l’ascesa al K2. Tra loro c’era anche un Lino Lacedelli ormai quasi 80enne, che affrontò un trekking di vari giorni insieme ai più giovani compagni e alla famiglia per raggiungere il campo base a piedi. Durante quel percorso Lacedelli fu spesso riconosciuto e festeggiato dalle popolazioni dei villaggi attraversati. Foto StefanoZardini Come raggiungere a piedi il Lagazuoi— La storica funivia che dal Passo Falzarego sale in pochi minuti fino al Lagazuoi è a disposizione dei visitatori più pigri o meno allenati. Sono però numerosi i sentieri che risalgono i diversi versanti della montagna, di diversa lunghezza e difficoltà. Il più agevole è il Sentiero del Fronte. Si parte da Passo Falzarego seguendo il sentiero n. 402 che passa per le postazioni italiane sotto Punta Berrino per poi raggiungere la forcella Travenanzes dove era posta la prima linea austriaca. Qui si prende a sinistra il sentiero n. 401 che porta alla forcella Lagazuoi, quindi camminando a fianco della Muraglia Rocciosa con le sue postazioni in galleria per le mitragliatrici si raggiunge il Rifugio Lagazuoi. Il dislivello è 660 metri, tempo necessario 2 ore e 30. Dal Passo Falzarego parte anche il Sentiero che si snoda per lunghi tratti all’interno delle gallerie scavate nella roccia durante la Grande Guerra. È però preferibile percorrerlo in discesa. Indispensabile una pila.Parti con un gruppo di sportivi come te, scopri i viaggi di Gazzetta Adventure e Tribala all'insegna dello sport e del divertimento nel mondo .bck-image_free_height { position: relative; margin-bottom: 1.6875rem; } .bck-image_free_height .image_size img { height: auto !important; width: 100% !important; } .bck-image_free_height figure{ width:100%; display: table; } .bck-image_free_height img.is_full_image { display: table-row; } foto archivio famiglia Lacedelli Per i più esperti c'è Il Sentiero dei Kaiserjaeger— Chi non soffre di vertigini può invece affrontare il Sentiero dei Kaiserjaeger, che parte nei pressi del forte In tra i Sass a Passo Valparola. Si risale dapprima il ghiaione ai piedi della parete sud del Piccolo Lagazuoi. In corrispondenza con i resti della postazione austriaca Vorbank si incontra il sentiero che giunge dal parcheggio del Falzarego ma si prosegue in salita sulla pietraia che con ampi zig zag arriva al ponte sospeso. Subito dopo s’incontra una cengia piuttosto esposta (attrezzata con corde fisse) dalla quale si possono osservare altre postazioni e gallerie militari. Si prosegue risalendo facili roccette poi si incontra un tratto ripido ma senza difficoltà tecniche. Superata questa fascia rocciosa ci si rilassa sul sentiero finalmente comodo, sebbene ancora attrezzato nei tratti più esposti, che accompagna fino alla croce di vetta da dove si scende in pochi minuti al Rifugio Lagazuoi. Anche in questo caso occorrono circa 2 ore e 30. Turismo Sportivo: tutte le notizie Active: tutte le notizie © RIPRODUZIONE RISERVATA
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