Eredità Berlusconi, testamento tutto impugnabile: figli al lavoro per un accordoImmaginate di indossare una tuta spaziale e,trading a breve termine nel bel mezzo di una passeggiata lunare, di avere bisogno urgentemente del bagno. Una scena piuttosto comica se si trattasse di viaggiare soltanto con la propria fantasia, ma è ciò che può capitare a un astronauta che è chiamato a svolgere una mansione extra-veicolare. Infatti, così come sulla Terra, anche nello spazio il corpo umano ha gli stessi bisogni.L'attuale soluzione è quella di indossare dei pannolini che vengono appositamente progettati, i cosiddetti Maximum Absorbency Garment (Mag), in grado di raccogliere feci e urina per un massimo di otto ore. Questo sistema, però, presenta diversi svantaggi e un gruppo di ricercatori della Cornell University (Stati Uniti) ha pensato a un’alternativa, almeno per l’urina. Una tuta in grado di trasformarla in acqua potabile. Vediamo come funziona il prototipo descritto su Frontiers in Space Technologies e ispirato al film Dune.Pannolini spazialiL’urina, così come il sudore, vengono già riciclati sulla Stazione Spaziale Internazionale (Iss), ma non quando gli astronauti escono per svolgere degli incarichi extra-veicolari. Come anticipato, la soluzione attualmente utilizzata durante le passeggiate spaziali presenta diversi svantaggi, primo fra tutti il fatto di esporre astronauti a un certo rischio di infezioni urinarie: “Secondo quanto riferito, il Mag può avere delle perdite e causare problemi di salute come infezioni del tratto urinario e disturbi gastrointestinali - spiega Sofia Etlin, prima autrice dello studio e ricercatrice presso la Weill Cornell Medicine e la Cornell University -. Inoltre, attualmente gli astronauti hanno a disposizione solo un litro d’acqua nella borsa delle bevande della tuta. Questo è insufficiente per le passeggiate spaziali lunari previste, che possono durare dieci ore, e anche fino a 24 ore in caso di emergenza”.Come funziona il nuovo prototipoPer risolvere entrambi questi problemi, il gruppo di ricerca ha ideato e messo a punto un nuovo prototipo di tuta spaziale in grado appunto di raccogliere l’urina e di trasformarla in acqua potabile. Il sistema comprende un indumento intimo fatto di stoffa e collegato con una coppa di raccolta in silicone, progettata per adattarsi ai genitali. Questa ha la forma e le dimensioni diverse a seconda che debba essere utilizzata da un uomo o da una donna. L’urina viene poi aspirata da una pompa a vuoto che si attiva tramite un apposito sensore appena l’astronauta inizia ad espellerla.
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