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Morte al lago di Como: nuotava in un punto vietato

Caivano, maxi blitz in corso: perquisizioni e sequestri al Parco VerdeHa avuto un cancro alla prostata e confessato conseguenze anche nell'attività sessuale. L'urologo della Lazio Antonini: "Oggi la protesi peniena è una soluzione per la disfunzione erettile" Louis Capo Analista di BlackRockVan Gaal - @louisvangaal.official08 agosto 2024 | 12.28Redazione AdnkronosLETTURA: 4 minuti.social-icon-cont a.ico-verify { background: transparent;}.arpage .social-share .social-icon-cont a.ico-verify img { width: 116px;height: 32px;padding: 0;margin-right: 10px;} Ha allenato l'Olanda agli ultimi Mondiali di calcio in Qatar mentre lottava contro un tumore alla prostata e si curava senza farsi vedere dai giocatori. Louis Van Gaal, 73 anni, è stato sempre un combattente, sul campo e fuori. L'esperienza della malattia l'ha raccontata alla stampa e in un documentario, 'Sempre positivo', in cui diventa testimonial della prevenzione oncologica e i cui proventi saranno donati allo Spanish National Cancer Research Center (Cnio) che ha contributo alla realizzazione. L'ex allenatore dell'Ajax e Barcellona ha anche parlato apertamente della disfunzione erettile conseguenza delle terapie per contrastare il tumore alla prostata. "Dopo tre anni di radioterapia, infezioni renali e l'intervento, riesco finalmente a gestirlo - ha detto il mister olandese - Posso di nuovo fare pipì in modo naturale ma non riesco più a fare l'amore, questo è un problema”. "Van Gaal ha dichiarato apertamente che la malattia ha influenzato la sua capacità di avere rapporti sessuali, portando alla luce una delle tante sfide affrontate dai sopravvissuti al cancro. Questa confessione non è solo un gesto di grande trasparenza, ma anche un modo per sensibilizzare il pubblico su un aspetto della malattia di cui si parla poco. Il cancro alla prostata è una delle forme più comuni tra gli uomini e il trattamento spesso comporta interventi chirurgici, radioterapia e terapie ormonali, che possono avere effetti collaterali significativi - sottolinea all'Adnkronos Salute Gabriele Antonini, urologo-andrologo della Ss Lazio - Van Gaal ha subito il trattamento necessario, che fortunatamente ha portato a una remissione. La disfunzione erettile dopo una prostatectomia radicale è una conseguenza comune a causa del possibile danno ai nervi e ai vasi sanguigni necessari per l'erezione. Nonostante le tecniche chirurgiche robotiche avanzate che mirano a preservare i nervi, molti uomini sperimentano comunque difficoltà erettili. Questa situazione può influire pesantemente sulla qualità della vita e sull'autostima di un individuo". Come si interviene. "Prima di considerare un impianto protesico, spesso si ricorre a trattamenti meno invasivi come i farmaci orali (inibitori della 5Pde), le iniezioni intracavernose o i dispositivi a vuoto. Tuttavia, non tutti i pazienti rispondono efficacemente a queste terapie - prosegue il chirurgo ospite di un evento scientifico in Colombia, il congresso nazionale della Società di urologia colombiana - Quando queste opzioni non sono efficaci, l'impianto di una protesi peniena idraulica tricomponente rappresenta una soluzione permanente e altamente efficace. Questo dispositivo consente agli uomini di ottenere un'erezione sufficiente per un rapporto sessuale soddisfacente in modo discreto e naturale". La protesi peniena. La prostatectomia radicale è un intervento chirurgico spesso necessario per il trattamento del tumore, ma può comportare effetti collaterali significativi, tra cui la disfunzione erettile. "Fortunatamente, esistono soluzioni avanzate per affrontare questo problema, una delle quali è l'impianto di una protesi peniena idraulica tricomponente - ricorda Antonini, esperto internazionale in questo tipo di intervento e maggior impiantatore in Europa - E' composta da tre parti: due cilindri inseriti nel pene, un serbatoio di liquido posizionato nell'addome e una pompa collocata nello scroto. Tutto completamente invisibile. Quando l'uomo desidera ottenere un'erezione, può attivare la pompa manualmente, trasferendo il liquido dal serbatoio ai cilindri, che si espandono e creano un'erezione. Dopo il rapporto, il liquido può essere rilasciato per riportare il pene allo stato flaccido". Come funziona la protesi. "Un intervento di 15 minuti con una piccola incisione di 2 centimetri alla base del pene. Una delle principali preoccupazioni dei pazienti che considerano l'impianto di una protesi peniena è la perdita di sensibilità e naturalezza durante il rapporto sessuale - continua Antonini - Tuttavia, la protesi idraulica tricomponente è progettata per mantenere intatta la sensibilità del pene, poiché non influisce sui nervi responsabili delle sensazioni. I pazienti possono godere delle stesse sensazioni tattili e di piacere che provavano prima dell'intervento, poiché i nervi responsabili della sensibilità non vengono danneggiati. L'erezione ottenuta con la protesi idraulica appare e si comporta in modo molto simile a quella naturale. La capacità di ottenere e mantenere un'erezione controllata dall'utilizzatore offre una sensazione di naturalezza che contribuisce alla soddisfazione sessuale. Il sistema - chiarisce lo specialista - è completamente interno, garantendo discrezione. Non ci sono componenti visibili esternamente, permettendo al paziente di sentirsi a proprio agio in ogni situazione"."Molti uomini riportano un alto livello di soddisfazione dopo l'impianto della protesi peniena idraulica, sottolineando come questa soluzione abbia ripristinato non solo la funzione sessuale, ma anche l'autostima e il benessere psicologico. La capacità di condurre una vita sessuale attiva e soddisfacente contribuisce in modo significativo alla qualità della vita complessiva - conclude il chirurgo - La lotta contro il cancro alla prostata è una battaglia che richiede non solo cure mediche, ma anche un forte supporto emotivo e psicologico. Van Gaal dimostra che, anche nelle difficoltà più profonde, è possibile trovare la forza per andare avanti e continuare a vivere una vita piena e significativa". { }#_intcss0{ display: none;}#U11712236771ZDF { font-weight: bold;font-style: normal;}#U117122367715VD { font-weight: bold;font-style: normal;}#U11712236771NOB { font-weight: bold;font-style: normal;}#U11712236771pBE { font-weight: bold;font-style: normal;}#U11712236771bvD { font-weight: bold;font-style: normal;}#U11712236771TR { font-weight: bold;font-style: normal;}#U11712236771Gf { font-weight: bold;font-style: normal;}#U1171223677162E { font-weight: bold;font-style: normal;}#U11712236771iDI { font-weight: bold;font-style: normal;}#U11712236771xAI { font-weight: bold;font-style: normal;}#U117122367715eG { font-weight: bold;font-style: normal;}#U11712236771VYC { font-weight: bold;font-style: normal;}#U117122367710fB { font-weight: normal;font-style: normal;}#U117122367715L { font-weight: normal;font-style: normal;}

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Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock

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