La lettera di Salis sulle condizioni carcerarie: abiti sporchi e celle inadeguate. «Per 6 mesi non ho comunicato con la famiglia»"fò balò l'oeg" - attenzione,-analisi tecnica riflettiIl termine "fò balò l'oeg" letteralmente "fai ballare l'occhio" è un modo di dire del Dialetto Bustocco da strada Il termine "fò balò l'oeg" letteralmente "fai ballare l'occhio" è un modo di dire del Dialetto Bustocco da strada. L'occhio, non balla; sono le palpebre che lo irradiano del giusto humus. Il detto, invece fa comprendere l'azione per lo stupore. "Fò balò l'oeg" lo catechizza Giusepèn che è "scrocu" (furbo) e, prima di profferire parola, collega cervello e cuore a ragion veduta. Ci sono in giro buonisti e interlocutori "di razza" che, ad ascoltarli, incantano. Privi di scrupoli, mettono l'interlocutore a proprio agio, poi (come fanno i serpenti), mordono. La Cronaca cita molti di questi paciosi che individuano (magari con l'aiuto di conoscenti) il "bersaglio" da colpire e lo attuano senza il minimo rimorso e soprattutto, senza valutare le conseguenze morali e materiali che provocano. Da noi, esempi di millantatori, se ne contano parecchi. Puntano sul "valore morale" che incontrano. Si fanno aprire la porta di casa, come se fosse un caso naturale: "un familiare in procinto di andare in prigione", un "incidente fortuito", "un aiuto monetario" - "la casa che ha rubinetti che fanno sgorgare acqua avvelenata", ma pure Persone rimaste sole che hanno bisogno di compagnia, comprensione, solidarietà. Ed ecco che si consumano atroci (e stupide) anomalie di intelligenza. Chi ha bisogno, tende la mano, ma chi non tende la mano, pensa di operare nella giusta dimensione.Il millantatore, il pazzo, lo scostumato fa compiere gesti inconsulti, del tipo "metta l'oro nel frigorifero" o "c'è una perdita di cianuro che avvelena l'acqua" oppure "c'è una festa, vieni che ti presento una persona speciale" - e altro ancora - si consuma così un fatto increscioso, con vergogna per chi li subisce - ricordi preziosi passano dal cassetto dei ricordi, al frigorifero, poi, nelle tasche di bastardi che arraffano gli ori che vendono, senza pensare ai ricordi - c'è poi chi spruzza sonnifero, chi abbaglia con lampade fluorescenti, chi ha "studiato" le abitudini di casa, per poi agire nel raggiro. E c'è chi svende la fiducia, con un invito lesto a una festa, dove si consuma il raggiro della buona fede e si percepisce a malapena il raggiro. Che c'è e che si scopre, cammin facendo, dove ha prevalso l'accondiscendenza e dove l'ha fatta "da padrona" la convenienza.Giusepèn mette in guardia tutti: "fò balò l'oeg" (attenzione, stai all'erta). Tutto ciò che si manifesta senza un ragionamento "è figlio dell'imbroglio" - meglio una reprimenda a chi vuole farci credere di farci del bene, piuttosto di provare vergogna -dopo- per essere stati gabbati. Non aggiunge altro, Giusepèn. Solo una raccomandazione: "fò balò l'oeg" - cin-cin col Nocino! Gianluigi Marcora
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