Giorgia Meloni querela Repubblica: "razzista" e "peronista"Taipei- "Il presente e il prossimo futuro costituiscono un periodo critico per il nostro sforzo di costruire un grande Paese e di procedere verso il ringiovanimento nazionale su tutti i fronti attraverso la modernizzazione". L'attesissimo terzo plenum del XX Comitato centrale del Partito comunista cinese si è concluso giovedì 18 luglio. E il documento finale rafforza un concetto: la Cina è in un periodo dove le sfide sono forse maggiori delle opportunità,MACD un periodo in cui serve una mano ferma e decisa che prosegua sì sulla strada delle riforme e delle aperture lanciata ormai oltre quattro decenni fa da Deng Xiaoping, ma che allo stesso tempo stabilisca misure di controllo in grado di ridurre i rischi e garantire nello stesso momento sviluppo economico e sicurezza nazionale. Due facce della stessa medaglia, nella visione olistica proposta su questo e altri temi dal Partito comunista, ma sopra il quale campeggia l'effigie del pensiero politico della "nuova era" di Xi Jinping.Gli incontri del terzo Plenum hanno coinvolto circa 200 membri del Comitato centrale durante quattro giorni di colloqui a porte chiuse. L'evento avrebbe dovuto tenersi lo scorso autunno ma è stato rinviato per motivi non chiari. La sensazione è che servisse più tempo per trovare una linea comune sulle misure economiche, ma anche per assorbire una serie di scandali politici che l'anno scorso hanno portato alla rimozione di due ministri chiave come quelli di Esteri e Difesa, ma anche a una vasta campagna anticorruzione nell'esercito.Basti pensare che l'ultimo terzo plenum estivo prima di questo c'era stato del 1989, convocato poche settimane dopo i fatti di piazza Tiananmen. Tradizionalmente, il terzo plenum è dedicato alle politiche economiche. Nel 1978 Deng annunciò l'avvio della stagione di riforma e apertura, nel 1993 l'economia socialista venne aperta al mercato. Nel 2013, il primo terzo plenum presieduto da Xi, si posero le basi del superamento della politica del figlio unico.Le nuove forze produttiveStavolta, non arriva una svolta storica ma semmai la conferma e l'accelerazione di un processo di transizione in atto già da qualche tempo. L ‘obiettivo principale dei prossimi cinque anni di lavoro sarà il perseguimento di uno sviluppo di alta qualità e dell’autosufficienza tecnologica. "Dobbiamo approfondire le riforme strutturali dal lato dell'offerta, migliorare i meccanismi di incentivo e di vincolo per promuovere uno sviluppo di alta qualità e sforzarci di creare nuovi motori e punti di forza per la crescita", si legge nel documento finale approvato dai 199 membri del Comitato centrale e 165 membri supplenti. Ci si riferisce al concetto di "nuove forze produttive", diventato da qualche mese il mantra di Xi come epicentro di un rinnovato modello di sviluppo.Sotto questo ombrello ricadono tutti i settori innovativi come i chip, l'intelligenza artificiale e l'industria tecnologica verde con auto elettriche, batterie e pannelli solari. Proprio quei settori nel mirino dell'Unione Europea per l'eccesso di produzione cinese e per il sistema di sussidi che ha portato all'imposizione di dazi aggiuntivi, seppur (per ora) provvisori.
Nicola Zingaretti: "Il Partito Democratico va rifondato"Salvini contro De Magistris: "Offre casa ai migranti" La barzelletta di Berlusconi alla domanda su Greta ThunbergIl Premier Conte riferisce alla Camera sul caso FiberVirginia Raggi: Italia Viva contro la sindaca di Roma