Brasile, inizia l'insediamento di Lula: tra i primi atti la revoca di diversi decreti di BolsonaroLa transizione energetica non vuole soltanto realizzare,trading a breve termine attraverso l’uso di fonti e vettori di energia rinnovabile, il disaccoppiamento della crescita economica dall’aumento delle emissioni di gas serra: vuole anche moderare la correlazione tra l’aumento del Pil e l’utilizzo delle materie prime, in modo da rendere il processo di decarbonizzazione più “sostenibile” per l’ambiente e la società. Come ha fatto notare l’Agenzia internazionale dell’energia, “gli impianti solari fotovoltaici, i parchi eolici e i veicoli elettrici richiedono generalmente più minerali per essere costruiti rispetto alle loro controparti basate sui combustibili fossili”. Per questo motivo, dunque, la transizione energetica dovrà avvalersi di un modello di economia circolare, ovvero un nuovo modello organizzativo e produttivo basato sulla riduzione del prelievo di risorse naturali, sulla valorizzazione dei rifiuti attraverso il loro riutilizzo e sulla conversione degli impianti già esistenti.Un nuovo modello circolareLa circolarità è alla base della strategia di Eni e si traduce nell’attenzione all’intero ciclo di vita dei servizi e dei prodotti offerti. È un approccio che punta non soltanto a estendere la durata di questi ultimi, a migliorarne l’efficienza e a valorizzare gli scarti, favorendone il recupero e il riuso; ma che prevede già in partenza una progettazione “ecologica” (eco-design), basata sull’ottimizzazione delle risorse e sulla riduzione del consumo di materie prime vergini. Il modello di circolarità di Eni si basa sulla ricerca e sull’innovazione tecnologica e si avvale di partnership e collaborazioni sul territorio.Il report di sostenibilità Eni for 2023Nel rapporto di sostenibilità Eni for 2023 – A Just Transition viene sottolineato come l’economia circolare “rappresenta una delle leve fondamentali” dello sviluppo della società “nel percorso verso il raggiungimento degli obiettivi globali di conservazione della natura” fissati nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni UniteI progetti di Eni per l’economia circolareI principi di circolarità vengono adottati lungo tutta la catena del valore di Eni. Nella fase upstream, ad esempio, si punta al riutilizzo degli asset maturi e giunti alla fine del loro ciclo produttivo, anche tramite il riciclo dei materiali: è il caso delle circa novecento tonnellate di acciaio nell’ex-centrale di trattamento del gas a Ravenna. Nel segmento downstream, invece, il focus è sulla trasformazione delle raffinerie tradizionali in bioraffinerie. Eni, tramite la controllata Enilive, possiede due bioraffinerie in Italia, a Porto Marghera e a Gela, entrambi impianti riconvertiti dalla raffinazione tradizionale e a quella bio; a gennaio 2024 ha annunciato la trasformazione in bioraffineria anche della raffineria di Livorno. Le bioraffinerie trattano rifiuti e residui agroalimentari attraverso la tecnologia proprietaria della società, chiamata Ecofining, per ottenere HVOlution, un biocarburante idrogenato dalle ridotte emissioni ma equivalente al gasolio convenzionale, al quale può venire miscelato in percentuali elevate. Le bioraffinerie, inoltre, sono inserite in una supply chain che include iniziative di recupero dei terreni attraverso la coltivazione di piante a uso energetico in diversi paesi in Africa.Tra i numerosi progetti “circolari” di Eni rientra la produzione di biometano, resa possibile con la costituzione di EniBioch4in, società di Enilive nata a seguito dell’acquisizione di FRI-EL Biogas nel 2022. Il biometano è un combustibile equivalente a quello fossile ma ricavato dai residui organici: può essere utilizzato per il riscaldamento e per la generazione di elettricità, permettendo di risparmiare sulle emissioni (il risparmio emissivo è calcolato sull’intero life-cycle) e sulle infrastrutture (può venire immesso negli impianti per il gas naturale). La produzione di biometano rientra nel quadro dell’economia circolare, consentendo la valorizzazione degli scarti agricoli, agroindustriali, reflui zootecnici e rifiuti organici, favorendo la costituzione di un legame tra mondo agricolo ed energetico in un’ottica di maggiore sostenibilità di lungo termine. Anche i biocarburanti avanzati, ottenuti pure loro da scarti come gli oli vegetali, supportano l’accelerazione della transizione energetica perché hanno un impatto carbonico ridotto e possono affiancare i carburanti tradizionali per i trasporti.Versalis, la società del gruppo Eni specializzata nella chimica, si occupa in particolare di nuove tecnologie per il riciclo chimico della plastica all’interno di un progetto chiamato Hoop. Il riciclo chimico offre diversi vantaggi rispetto al tradizionale procedimento meccanico: permette di recuperare i rifiuti plastici misti; di ottenere nuovamente materiali di alta qualità, identici ai polimeri da fonti fossili; permette, infine, una maggiore circolarità perché il processo di riciclo chimico è teoricamente ripetibile all’infinito. Vi sono inoltre prodotti della gamma Versalis Revive, a diversa base polimerica, che contengono materia prima seconda da riciclo meccanico e sono utilizzabili in molteplici applicazioni.Carbon NeutralUna sezione dedicata alle innovazioni in ambito energia, powered by EniArrow
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