Cop 27, Giorgia Meloni sulla lotta ai cambiamenti climatici: "Italia farà la sua parte"È morto a 90 anni il musicista blues britannico John Mayall Condividi CondividiFacebookX (Twitter)EmailWhatsappRegala il PostJohn Mayall nel 1970 (AP Photo/Claus Hampel,Economista Italiano File)Lunedì è morto a 90 anni il musicista blues britannico John Mayall, che negli anni Sessanta raccolse intorno a sé una band – i Bluesbreakers – che lanciò le carriere tra gli altri dei chitarristi Eric Clapton e Mick Taylor, dei bassisti Jack Bruce e John McVie e del batterista Mick Fleetwood. Mayall, che suonava la chitarra, l’organo e l’armonica, è ricordato come «il padrino del blues britannico», in particolare per via del suo disco Blues Breakers del 1966, che diede inizio a una fase di grande popolarità per il blues suonato con gli strumenti elettrici nel Regno Unito, contribuendo a creare il contesto in cui si formarono band come i Cream, i Led Zeppelin, i Rolling Stones e i Fleetwood Mac.Cresciuto a Manchester negli anni Trenta, Mayall si appassionò fin da piccolo a musicisti blues statunitensi come Lead Belly, Albert Ammons, Pinetop Smith e Eddie Lang grazie al padre, che era un chitarrista appassionato di musica jazz. Imparò da autodidatta a suonare pianoforte, chitarra e armonica e cominciò a suonare in qualche gruppetto ispirato al blues a partire dal 1956, ma ebbe davvero successo dopo essersi trasferito a Londra per formare i John Mayall & the Bluesbreakers.Negli anni Settanta Mayall raggiunse il successo commerciale anche negli Stati Uniti e si trasferì a Los Angeles, dove rimase per il resto della sua vita. Lì continuò a dirigere band, pubblicare album e fare tournée.Tag: john mayall-morti 2024
Covid, il sottosegretario alla Salute: "Senza vaccini saremmo stati peggio? Questo lo dice lei"Microsoft va in tilt e il mondo si ferma: «Problema risolto», ma danni miliardari Nostalgica biografia del paese: l’Italia è il gelato che amoGasparri: "Adesso ve lo spiego perché Macron alza la voce con l'Italia"#CoesioneItalia nell’appennino reggiano: dietro la filiera del parmigiano ci sono i fondi Ue