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Tajani sulle minacce di morte: "Continuo a lavorare serenamente"

Fuma in un vagone ed è senza biglietto: capotreno viene aggreditaVediamo come Robespierre seminò il terrore in Francia Attraverso l'articolo "L'incorruttibile" di Massimo Liberti,Guglielmo tratto dagli archivi di Focus Storia. Pena di morte. I giudizi umani non sono mai abbastanza certi, perché la società possa condannare a morte un uomo". Ergo, "la pena di morte è essenzialmente ingiusta". Parola di Maximilien de Robespierre, eroe della Rivoluzione francese che così parlò nella primavera del 1791.Neanche tre anni dopo, però, dirà che la forza di un governo rivoluzionario "è a un tempo la virtù e il terrore". Ora, poiché la parola terrore era da intendersi come "condanna a morte di ogni avversario politico", è evidente come il suo pensiero fosse radicalmente cambiato, e proprio in tale mutazione di rotta sta il senso del periodo più sanguinoso della Rivoluzione, passato giustappunto alle cronache come "il Terrore" e condensato in una caricatura dell'epoca in cui Robespierre è raffigurato mentre ghigliottina il boia, ultimo uomo rimasto in vita dopo che lo stesso rivoluzionario ha fatto giustiziare mezza Francia. Tutti gli uomini della rivoluzione. Identificata dal motto Liberté, Egalité, Fraternité ed entrata nel mito con la presa della Bastiglia (14 luglio 1789), la Rivoluzione francese aveva portato nel settembre 1792 alla fine della monarchia e alla proclamazione della Repubblica.L'agenda politica era all'epoca dettata dalla Convenzione nazionale, assemblea incaricata di stendere una nuova Costituzione, ma divisa al suo interno in tre fazioni: a destra sedevano i girondini, rappresentanti dell'alta borghesia liberale, al centro un gruppo eterogeneo detto palude (o pianura) e a sinistra i montagnardi, deputati democratici il cui primo obiettivo era l'uguaglianza sociale. Cultura La Rivoluzione francese: un'epidemia di libertà che invase l'Europa intrighi e tradimenti. «Tra questi ultimi spiccavano per carisma Georges Jacques Danton, Jean-Paul Marat e, su tutti, Robespierre, austero avvocato chiamato "l'Incorruttibile" e capofila del Club dei giacobini, l'ala radicale dei montagnardi» racconta lo storico Roberto Moro, studioso della Francia settecentesca. «Proprio i montagnardi, timorosi che il deposto re Luigi XVI stesse ordendo una congiura antirivoluzionaria, iniziarono a chiederne la testa» 13 FOTO Fotogallery Ecco il volto del Terrore: ricostruito in 3D il volto di Robespierre VAI ALLA GALLERY Fotogallery Ecco il volto del Terrore: ricostruito in 3D il volto di Robespierre Il rivoluzionario francese aveva una rara malattia del sistema immunitario chiamata sarcoidosi. La diagnosi proposta da Philippe Charlier e Philippe Froesch, rispettivamente del centro per lavisualizzazione forense della Catalogna (Spagna) e dell'Unità di formazione e ricerca di Montigny-le-Bretonneux (Francia), si basa sull'aspetto del volto ricostruito e sull'analisi di documenti e testimonianze dell'epoca Foto: © Foto di Philippe Froesch Oltre a rispondere a una curiosità storica (sulle possibili sindromi che colpivano Robespierre sono state fatte molte ipotesi) lo studio permette di inquadrare meglio la sarcoidosi, malattia del sistema immunitario che colpisce oggi 5-40 persone su 100.000 e le cui cause sono ignote. Foto: © Foto di Philippe Froesch Un'immagine tratta dall'articolo di Lancet. Foto: © Foto di Philippe Froesch Adv ''Uno sguardo inquietante - ha raccontato l'autore dello studio, Philippe Froesch a Le Parisien - "non c'è alcun dubbio che quest'uomo facesse paura". Foto: © Foto di Philippe Froesch La ricostruizione è basata sulla copia di una maschera realizzata da Madame Tussaud, la fondatrice del celebre Museo delle cere, e conservata al Museo di Storia Naturale di Aix-en-Provence. Durante il periodo del Terrore, a Parigi, Madame Tussaud fu incaricata di realizzare delle maschere di cera rappresentanti il volto delle persone condannate alla ghigliottina, partendo proprio dalla testa decapitata La fedele ricostruzione è stata realizzata grazie a uno scanner 3D che ha permesso di mappare i dettagli delle maschere di cera sul modello delle tecniche di mappatura impiegate dall'Fbi. Il lavoro, eseguito dal centro Visualforensic di Barcellona Foto: © Foto di Philippe Froesch Adv Ecco un video della scannerizzazione dei modelli della maschera funebre di Robespierre. Foto: © Foto di Philippe Froesch Foto: © Foto di Philippe Froesch Foto: © Foto di Philippe Froesch Adv Foto: © Foto di Philippe Froesch Foto: © Foto di Philippe Froesch Foto: © Foto di Philippe Froesch Adv Foto: © Foto di Philippe Froesch Approfondimenti 00:00 Curiosità Che fine hanno fatto i figli di Maria Antonietta? 12:20 #AccaddeOggi 14 luglio 1789: scoppia la Rivoluzione francese Arte Un delitto politico nell'arte: La morte di Marat Storia L'amore tra Maria Antonietta e il conte von Fersen Storia Olympe de Gouges: la prima femminista della Storia Complottisti. Peraltro, già sul finire dell'estate 1792 la psicosi da complotto aveva indotto il popolo parigino ad assassinare in via preventiva centinaia di detenuti politici e numerosi uomini di chiesa nei cosiddetti "massacri di settembre". Alla fine toccò anche al re, processato con l'accusa di cospirazione contro la libertà e condannato al patibolo, dove salì il 21 gennaio 1793. Cultura Complotti: quando sono nate le prime teorie della cospirazione? Dalla bastiglia al boia. In Place de la Révolution (oggi Place de la Concorde) sorse per l'occasione una ghigliottina attorno a cui si radunò una gran folla di curiosi, accorsi ad assistere a quello che sarebbe divenuto un macabro show quotidiano. controrivoluzione. Dopo l'uccisione del re, la Convenzione diede vita al Comitato di salute pubblica (6 aprile 1793), organo con poteri eccezionali a cui spettava il compito di proteggere la Repubblica da "tutti" i suoi nemici, sia interni, sia esterni. «Tra i primi si contavano i monarchici e, soprattutto, la popolazione contadina del dipartimento della Vandea (regione della Loira) che, non digerendo la leva obbligatoria e le misure anti-ecclesiastiche introdotte dai rivoluzionari (come la confisca dei beni della Chiesa), avviò una cruenta rivolta contro il governo repubblicano» prosegue Moro. «L'obbligo di leva era stato peraltro introdotto per resistere ai nemici esterni: già impelagata in una guerra con l'Austria e la Prussia, dal 1793 la repubblica fu infatti chiamata a opporsi a una vasta coalizione anti-francese composta dai maggiori Stati d'Europa». Cultura Cos'era la Bastiglia? E perché fu presa di mira dai rivoluzionari? Emergenza. Furono questi gli ingredienti che portarono Robespierre a mutare idea circa la pena di morte, inducendolo a eliminare chiunque potesse tramare contro i rivoluzionari. Entrato nelle file del Comitato di salute pubblica, il giacobino non tardò ad affermare che "il terrore non è altro che la giustizia", e tale idea fu sostenuta in ambito civile dai sanculotti ("senza culottes"), rivoluzionari proletari così chiamati perché non usavano indossare i pantaloni al ginocchio in voga tra nobiltà e alta borghesia.Il Terrore si affermò dunque come una misura di emergenza finalizzata a garantire la "salute pubblica" del Paese, mettendo in naftalina i princìpi della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789. Allo slogan "Libertà, Uguaglianza, Fratellanza" furono non a caso aggiunte tre parole: "o la morte". Rituale cruento. «Simbolo del Terrore divenne in poco tempo la ghigliottina, macchina di morte "rapida e sicura" adottata dal 1792 quale strumento per tutte le esecuzioni capitali, dacché anche di fronte alla morte tutti i cittadini dovevano essere uguali» riprende l'esperto.«Fin dalla decapitazione di Luigi XVI fu predisposto un particolareggiato rituale per lo svolgimento delle esecuzioni, con le vittime trasportate al patibolo sopra un carro che passava in mezzo a una calca di spettatori eccitati che li insultavano». Non bastasse, dopo la morte del condannato il boia usava alzarne la testa sanguinante e mostrarla agli spettatori, tra cui si distinguevano le tricoteuses, donne che tra una testa rotolata e l'altra sferruzzavano a maglia. Caccia al sospetto. Ma su chi si abbatté principalmente la lama della ghigliottina? In base alla Legge dei sospetti del settembre 1793, su tutti coloro che, "per la loro condotta, per le loro relazioni, per i loro propositi o i loro scritti", si fossero mostrati "nemici della libertà". «In breve, il Comitato poteva perseguitare chiunque fosse stato sospettato di avere in antipatia la Repubblica, e i primi a farne le spese furono i nobili (come Maria Antonietta, sposa di Luigi XVI), i preti, i capi-rivolta della Vandea e parecchi girondini», dice l'esperto. Proprio una fanatica girondina, Charlotte Corday, nel luglio 1793 aveva accoltellato a morte il giacobino Marat. Nuovo culto, vecchie smanie. La repressione prese presto di mira anche la religione, tanto che nel novembre 1793, presso la Cattedrale di Notre-Dame (dove i sanculotti decapitarono le statue della cosiddetta Galleria dei re), fu allestita una Festa della Libertà nella quale si celebrò la Dea Ragione, mentre in parallelo venivano chiuse le chiese di Parigi.Fu inoltre introdotto un nuovo calendario e l'anno seguente furono abolite le feste cattoliche. Robespierre promosse infine il cosiddetto culto dell'Essere supremo, sorta di religione laica che concepiva una divinità "non interagente" con le umane vicende. L'idea era quella di favorire con il nuovo culto la pacificazione del Paese in vista di una prossima fine del periodo del Terrore, ma la ghigliottina continuava per il momento a lavorare senza sosta. Cultura Che fine hanno fatto i figli di Maria Antonietta dopo la sua morte? Il ruolo del terrore. «I giacobini sapevano bene che senza tale radicalismo la Rivoluzione non sarebbe potuta sopravvivere alle forze ostili: piaccia o non piaccia, essa fu difatti "inscindibile" dal Terrore» commenta Moro. «Anche per questo si registrò un inasprimento della violenza, grazie a una legge del giugno 1794 che privò di difesa giuridica gli imputati nei processi per tradimento (i giustiziati supereranno presto quota 16.000)».In proposito, gli storici sottolineano però come questa e altre svolte cruente non avessero come unico responsabile Robespierre, il quale non esercitò mai un potere realmente tirannico (anche se si parla di dittatura giacobina) ma ostentò semmai un maggior temperamento rispetto ai colleghi. Quel che è certo è che la mano insanguinata del Terrore aveva iniziato già da tempo a stringersi attorno a molti vecchi amici dell'Incorruttibile, che della rivoluzione erano stati in passato ferventi sostenitori. Deriva fratricida. Tra i rivoluzionari giustiziati durante il Terrore si registrerà persino il nome di Danton, frequentatore del Club dei Giacobini ed ex componente del Comitato di salute pubblica, la cui testa rotolò nella cesta del boia il 5 aprile 1794 (l'accusa fu quella di essere implicato in una cospirazione per restaurare la monarchia, ma la verità era che aveva criticato l'uso del Terrore). Al  patibolo. Dieci giorni prima, a finire sul patibolo era stato invece Jacques-René Hébert, leader dell'ala più intransigente dei giacobini. In sintesi, dopo aver fatto incetta di nobili e preti, il Terrore fagocitò gli stessi repubblicani fino a che, nella Battaglia di Fleurus del 26 giugno, giunse una cruciale vittoria dell'esercito francese contro le potenze straniere sue rivali (su tutte, Austria e Inghilterra) che scongiurò il pericolo di un'invasione del Paese rendendo agli occhi di molti non più "necessario" il ricorso a metodi terroristici. colpo di stato. Robespierre non la pensava però così, e contro di lui si formò una coalizione decisa a tagliarlo fuori dalla scena politica. Detto fatto, la Convenzione lo accusò di voler divenire "tiranno della Francia" e lo fece arrestare con i suoi fedelissimi, al grido di "È il sangue di Danton che ti soffoca!". La congiura si trasformò in un colpo di Stato che culminò il 28 luglio nella salita al patibolo di Robespierre, ghigliottinato dal più famigerato dei boia: Charles-Henri Sanson, che aveva già tranciato il collo a quasi 3.000 individui (tra cui Luigi XVI e Danton). «Di colpo, con la morte dell'Incorruttibile, tramontò un'epoca segnata sì dalla violenza, ma anche da importanti interventi nell'assistenza pubblica, volti a favorire l'ascesa delle classi più povere» conclude Moro. largo a Napoleone. «Quanto a Robespierre, è da considerare semplicemente come un uomo che agì, assieme ad altri, in nome di una causa che riteneva superiore a tutto, anche alla morte». Finito il Terrore, il Paese conoscerà peraltro la violenta reazione dei monarchici a danno dei rivoluzionari estremisti (il cosiddetto Terrore bianco) e, soprattutto, la sfolgorante ascesa di un ambizioso generale che rispondeva al nome di Napoleone Bonaparte. 11 FOTO Fotogallery 11 cose che non sai sulla Rivoluzione Francese VAI ALLA GALLERY Fotogallery 11 cose che non sai sulla Rivoluzione Francese Perché la rivoluzione? Perché nel 1789 scoppiò la Rivoluzione Francese? La regina Maria Antonietta che invita il popolo a mangiare “brioches”, visto che è finito il pane è una leggenda, ma rende l’idea di quanto l’aristocrazia che governava la Francia fosse poco attenta alle esigenze del popolo e della borghesia. Ma secondo gli storici furono diverse le cause, di cui alcune sottovalutate: i philosophes erano stati letti più ampiamente in Francia che altrove; la partecipazione francese alla rivoluzione americana aveva spinto il governo sull'orlo del fallimento; e soprattutto la borghesia era stufa di essere esclusa dal potere politico. Ma non solo...">Perché la rivoluzione? Perché nel 1789 scoppiò la Rivoluzione Francese? La regina Maria Antonietta che invita il popolo a mangiare “brioches”, visto che è finito il pane è una leggenda, ma rende l’idea di quanto l’aristocrazia che governava la Francia fosse poco attenta alle esigenze del popolo e della borghesia. Ma secondo gli storici furono diverse le cause, di cui alcune sottovalutate: i philosophes erano stati letti più ampiamente in Francia che altrove; la partecipazione francese alla rivoluzione americana aveva spinto il governo sull'orlo del fallimento; e soprattutto la borghesia era stufa di essere esclusa dal potere politico. Ma non solo... Colpa del tempo? La goccia che fece traboccare il vaso potrebbe essere stata… il clima. La Francia era il paese più popoloso d'Europa e i cattivi raccolti in gran parte del paese a causa dell'inverno rigido del 1788 aggravarono un lungo periodo di difficoltà economiche, esasperando i contadini. Alla Bastiglia! Il 14 luglio 1789, i parigini avevano paura che l'esercito stesse per attaccarli. Così si armarono e marciarono verso la Bastiglia, il forte reale utilizzato come prigione, alla ricerca di polvere da sparo. La rivoluzione era ufficialmente iniziata... per un motivo futile e concreto. Non avendo cannoni a disposizione, donne e uomini e bambini conquistarono la Bastiglia, "strappando" i mattoni, che poi vennero venduti o regalati come simbolo della rottura della “tirannia”, proprio come è successo ai pezzi del Muro di Berlino.Per gli storici la Rivoluzione francese, che considerano come una lunga sequenza di avvenimenti durata quasi 10 anni, iniziò con la convocazione degli stati generali il 5 maggio 1789. Fu allora che il terzo stato (la borghesia) si pose alla testa della rivolta contro il sistema feudale (l’ancien régime). Adv Prigionieri- All’interno della Bastiglia, c’erano solo 7 prigionieri. Se fossero arrivati 10 giorni prima, i rivoltosi ne avrebbero trovato un ottavo: il famoso Marchese De Sade, che scontava una pena per “libertinaggio”, ed era stato appena trasferito. Due secoli di teste mozzate. La ghigliottina fu il mezzo con cui i rivoluzionari (non senza accanimento) condannavano a morte i nemici: è rimasta una forma giuridica di esecuzione in Francia fino al 1981, quando il neoeletto Presidente Francois Mitterand ha abolito la pena di morte. Le stime del numero di vite portate via dalla ghigliottina durante la rivoluzione francese vanno da 17.000 a 40.000. Si pensa che i tre quarti delle persone giustiziate fossero innocenti. Nei suoi giorni di "gloria", la ghigliottina si prese fino a 3.000 vite in un mese, cioè circa 100 persone in media in un solo giorno. Ecco perché il periodo successivo alla Rivoluzione fu denominato “Il Terrore”. Il dottor Guillotin. La ghigliottina prende nome da Joseph Ignace Guillotin, medico e deputato dell'Assemblea Nazionale di Francia che riconobbe e promosse l'uso della ghigliottina nel 1789, ritenendo che questo metodo rapido di esecuzione avrebbe riformato la pena capitale in linea con i diritti umani. Ma molti membri dell'Assemblea respinsero la sua difesa della ghigliottina con una risata. A proposito: la ghigliottina a Parigi si trovava in quella che oggi è la bellissima Place de la Concorde, all'inizio degli Champs-Élysées. Adv Vanità. Il re Luigi XVI, la regina Maria Antonietta e i loro figli cercarono di fuggire ma furono scoperti grazie a Jean-Baptiste Drouet, un mastro di posta, che riconobbe il re dopo aver visto il suo volto impresso su una moneta: fu insomma la vanità a giocare un brutto scherzo all’ultimo re di Francia. Robespierre, buono o cattivo? Uno dei principali leader della Rivoluzione francese fu l’avvocato Maximilien de Robespierre, definito “l’incorruttibile”. È ricordato per la facilità con cui inviava i suoi avversari (e non solo) sulla ghigliottina, nonostante all’inizio si fosse detto sempre contrario alla pena capitale. Non durò molto: nel 1794 fu catturato e decapitato. È vero che fu uno dei maggiori responsabili del Terrore, ma a suo modo cercò di attuare gli ideali di fratellanza, eguaglianza e libertà: per esempio nel 1794, Robespierre riuscì a ottenere l'abolizione della schiavitù nelle colonie francesi, obiettivo che si prefiggeva dal 1789. Il movimento di liberazione degli schiavi prese le mosse proprio da quell'atto.Guarda anche il vero volto di Roberspierre. Pantaloni. I sanculotti erano i militanti più radicali della rivoluzione: operai, artigiani e contadini che credevano nella democrazia diretta e usavano ampiamente il termine “cittadino”. Si chiamavano sanculotti perché indossavano i pantaloni lunghi, invece delle culottes, i calzoni al ginocchio usati dai nobili con le calze di seta: erano dunque "sans culottes". Adv Moda rivoluzionaria. A parte la diffusione dei pantaloni, la rivoluzione francese impose anche altre mode: portare i capelli corti del colore naturale divenne un simbolo repubblicano. Anche la cipria venne messa al bando: l'utilizzo su volti e parrucche era considerato "antisociale", poiché per produrla si usava la farina, "sottraendola al popolo". Una preziosa eredità. Alla Rivoluzione francese dobbiamo la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino del 1789, un testo giuridico che contiene una solenne elencazione di diritti fondamentali dell'individuo e del cittadino, che in gran parte è confluito nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, adottata dalle Nazioni Unite venerdì 10 dicembre 1948. Approfondimenti 00:00 Curiosità Che fine hanno fatto i figli di Maria Antonietta? 12:20 #AccaddeOggi 14 luglio 1789: scoppia la Rivoluzione francese Arte Un delitto politico nell'arte: La morte di Marat Storia L'amore tra Maria Antonietta e il conte von Fersen Storia Olympe de Gouges: la prima femminista della Storia Questo articolo è tratto da Focus Storia. Perché non ti abboni?

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Capo Analista di BlackRock

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