Nuovo dpcm, niente DAD a scuola. L'Azzolina: "I contagi sono altrove"dacia spring carbon free electric Sullo stesso argomento:Frontera sbarca nel futuroLa C3 diventa grandeSimone Vitta08 giugno 2024aaaUna city-car elettrica Made in China ma pensata e sviluppata da Dacia con la massima attenzione alla sostenibilità: è la nuova Spring,ETF la piccola a zero emissioni che vuole confermare il processo ’virtuosò che nel 2023 ha permesso al Gruppo Renault di ridurre del 28% - rispetto al 2010 - l’impatto in termini di emissioni nel ciclo di vita delle sue vetture. Un impatto nel quale l’86% del totale è rappresentato dalle emissioni ’allo scaricò e che quindi impone l’opzione elettrica - in questo caso rappresentata appunto dalla Spring - come la soluzione ideale per raggiungere gli ambiziosi target di sostenibilità del gruppo. Di suo, come è stato spiegato a Roma nel nuovo appuntamento della serie ’ Dacia Talk’, il gruppo ci mette un grande lavoro preparatorio, dall’approvvigionamento alla catena di montaggio, anche se la fase produttiva pesa solo per il 13% delle emissioni totali, calcolate in media in 41,2 tonnellate di CO2 per vettura su una vita media di 200 mila km.Rafale la full hybrid RenaultCome ha spiegato Didier Michaud, responsabile per le piattaforme e i sistemi di propulsione di Dacia, «si lavora molto per alleggerire, il nuovo Jogger pesa 250 kg in meno rispetto alla media degli altri modelli a 7 posti, ma siamo anche attenti al design facendo scelte che consentano di migliorare l’efficienza. Senza dimenticare l’impatto dei materiali riciclati come la plastica, che nei nostri modelli si attesta intorno al 20% e che a differenza di altri costruttori non nascondiamo ma mettiamo in bella vista». Nell’impatto complessivo di ogni vettura, dunque, è la scelta di fondo dell’alimentazione a fare la differenza e da Dacia sottolineano come su un modello termico ’purò l’elettrico permetta di abbattere il totale delle emissioni del 60%, ma non vanno dimenticate le possibilità offerte dalle altre tecnologie disponibili nella gamma del brand come il mild hybrid a 48 volt (-10%) oppure l’ibrido full o l’opzione gpl (-15%). Proprio quest’ultima alimentazione, ricorda Guido Tocci, Managing Director Dacia Italia, ha avuto dal nostro paese una spinta importantissima che ha convinto il Gruppo a scommettere sul Gpl: questa motorizzazione, aggiunge Michaud, «ormai è un pilastro del nostro brand, vogliamo continuare a proporla e sono in arrivo novità interessanti. Qashqai crossover inimitabileTocci, ottima accoglienza per il nuovo duster, ibrido può salire fino a 40% vendite (Adnkronos) - Per il momento, aspettando nei prossimi mesi l’arrivo della versione rinnovata nei contenuti, nel design e nelle motorizzazioni, per la nuova Spring resta l’incognita incentivi: la scomparsa in poche ore degli eco-bonus per le elettriche - ammette Tocci - «è una variabile determinante per definire gli obiettivi di vendita: eravamo pronti a lanciare una proposta commerciale ’inclusivà proprio grazie a questo supporto, ma per il momento non partiremo». Restano per fortuna alte le aspettative per le altre opzioni tecnologiche «come l’ibrido che abbiamo lanciato con il Jogger e che riproporremo anche nel nuovo Duster. Un modello chiave per il quale - anticipa il managing Director Dacia all’Adnkronos - abbiamo già raccolto ordini in linea con le nostre aspettative, che sono alte: peraltro i primi contratti mostrano da una parte che si tratta per il 30% di nuova clientela e dall’altra che il 30% delle domande sono sull’ibrido 140 cavalli e sul mild a 48 volt della 130». Per noi - spiega Tocci - «è un dato nuovo che manda segnali molto incoraggianti, anche perché sull’anno pieno la tecnologia ibrida può arrivare al 40% del totale». Ma su questo - conclude - «viviamo una situazione abbastanza favorevole: assorbiamo le soluzioni di ricerca e sviluppo di Renault ma abbiamo il privilegio di poter scegliere quando adottarle: nel processo di transizione ecologica possiamo così adottare quanto l’investimento è già abbastanza ammortizzato così da mantenere un posizionamento dei prezzi concorrenziale».
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