Atreju 2019, Salvini: "Il Conte bis? Non ci scommetto un euro"Care lettrici,Campanella cari lettori il conflitto in Israele prosegue e mette in secondo piano tutte le questioni interne. Tuttavia anche questa settimana prosegue la polemica sul caso Apostolico e il video del ministro Salvini. Il tema è sempre lo stesso: l’indipendenza del giudice. Su questo tema interviene Stefano Musolino, segretario di Magistratura democratica, che spiega perchè la presenza della magistrata alla manifestazione non ne inficia l’indipendenza. La professoressa Chiara Gabrielli, tra le organizzatrici del convegno “Parole di Giustizia”, introduce invece Il 41bis a Cospito Nel corso dell’udienza davanti al tribunale di sorveglianza di Roma, la Direzione nazionale antimafia (titolare di chiedere al ministero che formalmente lo dispone, il 41 bis per i detenuti) ha chiesto la revoca del 41 bis per Alfredo Cospito. L’anarchico è stato al centro di una lunga vicenda sia processuale sia mediatica, perché ha trascorso molti mesi in sciopero della fame proprio contro il 41 bis. Il tribunale di sorveglianza si è riservato di decidere. In ogni caso, è significativo che la richiesta sia arrivata dalla Dna, dopo le ripetute richieste, tutte rifiutate, avanzate dalla difesa di Cospito, sostenuta dall’avvocato Flavio Rossi Albertini. Prescrizione Il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, ha confermato che la riforma della prescrizione (che punta a eliminare il meccanismo dell’improcedibilità in appello e Cassazione in caso di superamento dei tempi) andrà in Aula alla Camera il prossimo 27 ottobre. La proposta della maggioranza è quella di ripristinare la prescrizione sostanziale. Se l'emendamento della maggioranza venisse approvato, l'articolo 159 del codice penale verrebbe modificato prevedendo che il corso della prescrizione, «in seguito alla sentenza di condanna di primo grado», rimanga sospeso «per un tempo non superiore a 18 mesi». Le opposizioni hanno però chiesto al governo di conoscere i dati aggiornati sul numero di arretrati e pendenza dall’entrata in vigore della riforma Cartabia, necessaria per il Pnrr che fissa come obiettivi il taglio dei tempi dei processi penali e la riduzione dell’arretrato. Il Pd infatti, ha chiesto al governo di non mettere a rischio i risultati raggiunti con la riforma approvata dall'esecutivo Draghi, anche per non rischiare di rimettere in discussione i fondi del Pnrr legati appunto alla riforma della Giustizia. Il rischio, infatti, è che modificando le norme appena approvate si allunghino nuovamente i tempi dei processi. Il ddl Roccella In commissione Giustizia alla Camera è stato approvato il ddl Roccella sul contrasto della violenza sulle donne, che contiene più misure di prevenzione, priorità nelle udienze, accelerazione nelle indagini e nelle misure cautelari, arresto in flagranza differita, braccialetto elettronico. Il testo è atteso nell'Aula della Camera per il 23 ottobre. L'opposizione si è astenuta, mentre Az-Iv non ha votato. Lo scontro ha riguardato l’emendamento del Pd che prevedeva di istituire corsi di formazione e aggiornamento per forze dell'ordine, magistrati, personale sanitario e socio-sanitario, avvocati e psicologi "per garantire che le donne vittima di violenza domestica siano immediatamente individuate e ricevano un'assistenza adeguata". E ci sarebbero stati corsi di formazione anche nelle scuole per "garantire l'educazione delle nuove generazioni alla parità tra uomini e donne". Gli emendamenti, che sembravano essere stati parzialmente recepiti, sono invece spariti dal testo finale in cui si legge che la formazione è riservata solo alla Scuola superiore della magistratura, per ragioni di copertura economica. Divorzio veloce Le coppie sposate e entrate in crisi, come prevede la riforma Cartabia, possono presentare al giudice domanda congiunta e cumulativa per la separazione e il divorzio. Alcuni tribunali, tuttavia, avevano dichiarato inammissibile la domanda congiunta dei coniugi per quanto riguarda il divorzio. Ora però è arrivata una pronuncia di Cassazione a dirimere i dubbi, affermando il principio per cui "in tema di crisi familiare, nell'ambito del procedimento di cui all'art 473 bis 51 cpc è ammissibile il ricorso dei coniugi proposto con domanda congiunta e cumulata di separazione e di scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio". Il Garante dei detenuti In commissione Giustizia al Senato si è consumata l’ultima forzatura della maggioranza per la nomina del Garante dei detenuti. A palazzo Madama è stata negata l’audizione del candidato presidente, a cui i senatori non hanno potuto porre alcuna domanda prima di procedere alla votazione, che si è conclusa con il via libera ai candidati indicati dalla maggioranza. Questo ha aumentato i sospetti delle opposizioni: i nomi scelti, infatti, sono tutti di persone che non si sono mai direttamente occupate di carceri e detenuti. Il candidato presidente, Felice Maurizio D’Ettore, è un professore di diritto civile e nella passata legislatura è stato deputato di Fratelli d’Italia, dunque mancherebbe anche il requisito dell’indipendenza previsto. Né D’Ettore, né gli altri due nomi indicati dal governo per guidare l’ufficio – la penalista romana Irma Conti in quota Lega e il professore fuori ruolo Mario Serio indicato dai Cinque stelle – hanno esperienza in materia di carcere. Quindi, secondo i sospetti delle opposizioni, rischierebbero di non fare una gran figura davanti alle domande dei parlamentari, soprattutto i più esperti in materia. Per questo il Pd e Italia viva non hanno preso parte alla votazione e la maggioranza ha approvato autonomamente la sua proposta. Magistrati e Social Il consigliere laico del Csm, Ernesto Carbone, ha indirizzato al comitato di presidenza del Csm la richiesta di aprire una pratica per definire i "criteri guida" per la comunicazione via social da parte dei magistrati, promuovendo anche una discussione sull'argomento. La richiesta arriva dopo lo scontro tra politica e magistratura sul caso di Iolanda Apostolico, la giudice di Catania che ha disapplicato un decreto del governo e che è stata attaccata per i suoi post su Facebook. L’obiettivo della pratica è di garantire uniformità e parità di trattamento relativamente al diritto di esprimere e diffondere le proprie opinioni mediante i social, definendo se si tratti di strumenti per l'espressione della vita privata, oppure della vita pubblica dei magistrati. Nomine al Csm La Quinta Commissione del Consiglio Superiore della Magistratura oggi ha deliberato di proporre al plenum del Csm Fabio Roia come nuovo presidente del Tribunale di Milano. Voto unanime anche per proporre Eugenio Gramola come nuovo presidente della Corte d'Appello di Trento, Alessio Paolo Vernì come presidente di Sezione per la Corte d'Appello di Trieste, Roberta Bonaudi presidente di Sezione del Tribunale di Cuneo, Antonio Diella presidente di sezione del Tribunale di Foggia. il plenum invece ha votato a maggioranza la nomina di Corrado Mistri a Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Trento. Parole di Giustizia Da venerdì 20 a domenica 22 ottobre, torna "Parole di Giustizia”, l’iniziativa promossa dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Urbino Carlo Bo e dall’Associazione di studi giuridici Giuseppe Borrè, con la collaborazione di Magistratura democratica, della Fondazione Claudio Verardi e della Fondazione Lelio e Lisli Basso, con il patrocinio, tra gli altri, dell’Associazione nazionale magistrati. Il titolo di quest’anno è “Casa dolce casa? Diritti per abitare il futuro". Vivere senza una casa è da sempre il segno tangibile della povertà più straziante. Una povertà materiale ed economica, prima di tutto, ma anche affettiva e di relazioni, di progetti esistenziali. Anche il nostro Paese è testimone di questa massiccia ondata di marginalizzazione. Il 15 dicembre 2022 l’Istat ha reso noto il numero dei senza fissa dimora: oltre 96000 persone. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGiulia Merlo Mi occupo di giustizia e di politica. Vengo dal quotidiano il Dubbio, ho lavorato alla Stampa.it e al Fatto Quotidiano. Prima ho fatto l’avvocato.
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