Ai femminicidi e agli stupri di gruppo c’è solo una risposta: la culturaLo spagnolo: "Ho davanti i migliori anni della mia carriera,criptovalute quelli della maturità. Il club vedrà che ha fatto bene a prendermi" Marco Pasotto Giornalista 9 agosto - 13:28 - MILANO Morata e Ibrahimovic Zlatan gli si siede accanto e lo introduce, ma ormai questa non è più una notizia. Lo svedese è l’emissario del grande capo e, allo stesso tempo, il nuovo frontman mediatico. In queste settimane lo svedese si è accomodato vicino a Bonera, a Fonseca, a Pavlovic. Vederlo di fianco a Morata però dà un retrogusto particolare, perché se Alvaro oggi è qui a Casa Milan a presentarsi al mondo rossonero, è anche perché Ibra ci ha messo parecchio del suo. In termini personali. Telefonate, call, opera di convincimento sulla bontà del progetto. "Quando era quasi tutto fatto, Zlatan mi ha mandato un video con i più grandi milanisti del passato e mi è venuta la pelle d’oca – racconta Alvaro -. Stare di fianco a Ibra mi fa sognare. Poi ho sentito anche Kakà, Sheva, Pato, Beckham, sono stato un po’ di tempo con David e mi diceva che nel Milan ora si sente un’aria diversa". fiducia— Morata è colui che Z un mese fa aveva chiamato Mister X. E Morata è colui che un po’ di giorni fa aveva raccontato che "tornare in Italia per me è un po’ come tornare a casa, e davanti a me ho i migliori anni della mia carriera". Concetto ribadito con fermezza anche oggi: "Mi aspetto di vincere, ci sono giocatori che fanno milioni di gol ma poi non vincono nulla. Ho visto cosa si respira a Milanello e non posso che migliorare ancora. Sono qui perché voglio portare la seconda stella e aiutare il club a migliorare. Sono i migliori anni della mia carriera perché sono quelli della maturità. Sono nel posto perfetto per fare la cosa perfetta. Il Milan si renderà conto che è stata un buona cosa acquistarmi…". Morata è l’uomo copertina dell’estate rossonera 2024. Il nome di pregio, il nuovo centravanti che sbarca a Milanello da campione d’Europa. "Ho avuto diverse possibilità di tornare in Italia in questi anni, ma dopo che ho parlato con Zlatan e poi con allenatore e dirigenza non c’era nulla su cui riflettere perché mai nessuno mi ha voluto così. Io sono uno che ha bisogno di fiducia e anche che mi si dicano le cose in faccia. Magari – ma spero ovviamente di no - ci sarà giorno in cui il mister mi prenderà da parte e mi dirà che sto facendo cagare... Comunque devo ancora fare il mio massimo. Non posso promettere campionati e titoli, ma correrò come un cane per pressare. Un leader non è quello che fa 50 gol, ma quello che spinge i compagni a fare il loro massimo". la carezza a camarda— E salta fuori il nome di Theo, giusto per fare un esempio calzante: "Ha le potenzialità per essere il miglior terzino sinistro del mondo, deve fare l’ultimo step e io glielo ricorderò tutti i giorni". Morata che si racconta è passare in rassegna tanti incroci italiani. Come quello con la Juve: "Io sono grato per tutto quello che hanno fatto per me, ma ora sono del Milan. Un altro percorso, un’altra avventura. Gli amici vanno bene per andare a cena, in campo no". O la sfida in Champions della scorsa stagione tra Atletico e Inter: "Vincere contro i nerazzurri devo dire che è stata una bella soddisfazione…". Poi spiega il Milan che vorrebbe: "Io rendo bene con le squadre convinte delle proprie idee. Occorre togliere aria agli avversari, pressare in undici, indossare tutti il vestito da lavoratori. E devo anche dire che nel Milan ci sono giocatori molto simili alla mia Spagna, vedo tante somiglianze, anche nel modo in cui gli allenatori preparano le partite". Poi, una carezza a Camarda: "L’ho incontrato oggi, ma lo seguivo già. Mi posso rivedere in lui quando ero giovane ed ero al Real, lui però segna molto più di me. Voglio farlo crescere, sarà il futuro o forse il presente. Magari faccio io panchina a lui… oppure giochiamo insieme (ride, ndr)". Gioca a Fantacampionato, il fantaconcorso di Gazzetta con 300.000€ di montepremi! Sfida i migliori fantallenatori d’Italia. Per iscriverti CLICCA QUI l'investitura di Ibra— "Camarda deve lavorare, deve lavorare", integra il concetto Ibra, che presenta Morata così: "Benvenuto al capitano dei campioni d’Europa, finalmente è qua. Cercavamo uno come lui, completo, presente in campo e fuori dal campo. Per noi è un esempio perfetto, la squadra è più giovane dell’anno scorso, senza Giroud e senza Kjaer. Alvaro entra anche in questo ruolo, lo aiuteremo a prendere questa responsabilità. Non sono preoccupato, ha guidato la Spagna, è un vincente e un campione, sia in nazionale che nel club. Con lui ci sarà un gioco più offensivo, quando gli ho parlato gli ho detto che la posizione più importante in questa squadra è l’attaccante. Gli ho detto di stare concentrato, gliel’ho ricordato anche pochi minuti fa… Ieri c’era Pavlovic l’animale, stavolta c’è Morata il bello. Dio ha creato il mondo in sette giorni, oggi è il numero quattro, siamo molto carichi. Sono sicuro che Morata farà uguale ai grandi nomi che ha citato. Quando abbiamo visto la possibilità di prenderlo, abbiamo fatto subito pressing, gli ho detto che gli avrei portato la felicità. Sono certo che entrerà in questo gruppo facilmente, stanno tutti aspettando di allenarsi con lui. È un giocatore al top, siamo sicuri al 200% che entrerà molto bene in questo gruppo". Milan: tutte le notizie Serie A: tutte le notizie Calcio: tutte le notizie © RIPRODUZIONE RISERVATA
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