L’ipocrisia di cercare il momento in cui Putin da leader è diventato un tirannoComunista ai tempi dell’Unione sovietica,analisi tecnica poi leader progressista, oggi è conosciuto come «l'Orbán slovacco» per la sua vicinanza a Putin e per la retorica contro migranti e diritti Lgbtq. È contro l’ingresso di Kiev nella Nato e le sanzioni occidentali a MoscaComunista ortodosso ai tempi dell’Unione sovietica, fino a qualche anno fa progressista, ora populista anti-europeista. Robert Fico, il 71enne premier slovacco vittima di un attentato nella città di Handlova, è uno dei personaggi più controversi dell’attuale panorama politico europeo. «L'Orbán slovacco»Già primo ministro dal 2006 al 2010 e dal 2012 al 2018, Fico è stato eletto per un terzo mandato il 30 settembre del 2023 con una piattaforma contraria all’invio di armi in Ucraina e all’ingresso di Kiev nell’Unione europea e nella Nato. Fino allo scorso ottobre il suo partito, Smer, sedeva nei socialisti europei ma, a causa delle sue posizioni filorusse, è stato sospeso dall’eurogruppo. Non a caso con lui Bratislava – che ora critica aspramente le sanzioni occidentali a Mosca – è diventata l’alleato europeo più stretto del Cremlino, insieme all’Ungheria. E non è un caso che, in Europa, Fico sia stato rinominato «l'Orbán slovacco».Con il premier ungherese condivide la contrarietà alla «propaganda Lgbtq» e alla redistribuzione dei migranti. Durante la scorsa campagna elettorale, poi, ha sposato posizioni no-vax e complottiste (l’ex presidente, la progressista Zuzana Caputova, per Fico era una «marionetta di Soros»). E in più di un’occasione ha strizzato l’occhio all’estrema destra, come quando due anni fa è sceso in piazza per protestare contro i soldati americani in Slovacchia. Il premier slovacco ha fatto anche discutere di sé per misure che hanno colpito l’indipendenza dei media e delle ong. EuropaL’insostenibile lentezza di riflessi europea. Così Fico e Orbán sono rimasti “in famiglia”Francesca De BenedettiL’omicidio di Ján KuciakLa sua carriera politica si è intrecciata con l’omicidio del giornalista investigativo Ján Kuciak e della sua fidanzata, Martina Kušnírová, nel 2018. In quegli anni Fico era premier ed è stato costretto a dimettersi dopo che imponenti manifestazioni di piazza chiedevano giustizia per l’uccisione del cronista che stava indagando sui legami tra la ‘ndrangheta e due esponenti di primo piano dell’entourage di Fico: la sua consigliera più stretta, l’ex modella Maria Troskova, e Viliam Jasan, capo del Consiglio di sicurezza.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediLorenzo Stasi
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