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Attacco kamikaze ad una chiesa cattolica di Makassaar

Minneapolis ragazzo afroamericano ucciso dalla polizia a un posto di blocco: scoppia di nuovo la protestaCi eravamo concentrati sulle foglie,Campanella ma ci siamo dimenticati delle cortecce. Le popolazioni di microbi che vivono sui tronchi degli alberi sono in grado di assorbire il metano, un gas serra presente in atmosfera e con un impatto spesso sottovalutato sul riscaldamento globale. Questa scoperta, a opera di un team di ricerca internazionale guidato dall'Università di Birmingham che di recente l'ha descritta in uno studio su Nature, potrebbe avere implicazioni significative sul contrasto al cambiamento climatico. Il problema del metano. Il metano è un gas prodotto per il 40% da fonti naturali, come le zone umide o i termitai che, da soli, sono responsabili del 2% delle emissioni totali. Per il 60% invece deriva dalle attività dell'uomo, come gli allevamenti intensivi, lo sfruttamento dei combustibili fossili, le discariche, la coltivazione del riso e la combustione di biomasse. Ambiente È possibile allevare mucche che producano meno metano? Messo spesso in secondo piano dall'anidride carbonica (CO2), è in realtà in grado di intrappolare una maggior quantità di calore e contribuisce per circa un terzo all'aumento della temperatura del Pianeta, pur rimanendo in atmosfera solo per una decina d'anni. Tra tutti i gas serra, la sua concentrazione è quella aumentata di più dal 1980 a oggi. La sorpresa delle cortecce. Per capire che ruolo avessero i tronchi degli alberi rispetto all'emissione o allo stoccaggio di gas presenti in atmosfera, i ricercatori hanno analizzato cortecce provenienti da tre tipologie di foreste differenti: tropicale, da clima temperato e boreale degli altipiani. Hanno effettuato misurazioni in Amazzonia, Panama, nell'Oxofordshire nel Regno Unito e nelle foreste di conifere in Svezia. Hanno avvolto ai tronchi una camera di plastica collegata a un rilevatore di metano basato su un metodo di scansione laser. Inizialmente hanno notato una piccola quantità di gas emesso dalla base di alcuni alberi, ma la vera sorpresa è arrivata dalle misurazioni effettuate più in alto: il processo si invertiva e le piante assorbivano il metano presente in atmosfera. Più si saliva verso la cima e più intensa diventava l'azione di rimozione, fino a dominare del tutto lo scambio. Ed è risultata più forte nelle foreste tropicali, forse perché le condizioni climatiche favoriscono il proliferare delle comunità di microbi. Scienza Le contraddizioni del metano: risorsa o minaccia? Potenziare le foreste. Le foreste dunque forniscono un contributo nel contrasto alla crisi climatica che è di almeno il 10% superiore rispetto a quanto si riteneva fino a ora. Dalle prime stime, sembra infatti che le cortecce immagazzinino tra le 25 e le 50 tonnellate di metano all'anno, una quantità pari a quella stoccata dal suolo, l'unico altro elemento naturale che svolge questa funzione. Inoltre, calcolando l'area delle cortecce di tutti gli alberi presenti sulla Terra e mappando le superfici legnose fino al più piccolo dei ramoscelli, emerge una superficie pari a quella dell'intero Pianeta. Un vastissimo terreno di scambio di gas tra alberi e atmosfera. Studiarlo meglio e potenziarlo potrebbe rappresentare una nuova risorsa nella lotta contro il cambiamento climatico. Abbiamo bisogno di più foreste. Le foreste cambiano costantemente aspetto, minacciate da una deforestazione che negli ultimi anni ha distrutto circa 420 milioni di ettari a livello globale e, in piccola parte, supportate da opere di rimboschimento di cui la più ingente è quella del WWF da 28mila ettari nell'Amazzonia brasiliana. I cambiamenti sull'aumento o riduzione del metano in atmosfera sono subito evidenti, proprio in ragione della "breve" permanenza di questo gas rispetto, ad esempio, ai centinaia di anni della CO2. Ambiente Muschio: ecco come può aiutarci nella lotta ai cambiamenti climatici Dovremmo quindi fermare la deforestazione e stimolare una riforestazione più massiva, con incentivi economici per gli Stati che intendono collaborare e l'attenta guida di esperti per piantare gli alberi adatti nei luoghi appropriati. Queste scoperte recenti suggeriscono l'utilità di selezionare piante particolarmente efficienti nel sequestro di metano o di trovare metodi che consentano di modificare la comunità microbica presente sulle cortecce. «Il Global Meater Pledge, lanciato nel 2021 in occasione della Conferenza dell'ONU sul clima a Glasgow, mira a ridurre le emissioni di metano del 30% entro la fine del decennio. I risultati della nostra ricerca dimostrano che dobbiamo tenere conto del contributo delle foreste all'interno di qualsiasi approccio verso questo obiettivo», ha commentato Vincent Gauci, professore dell'Università di Birmingham, che ha coordinato lo studio. 10 FOTO Fotogallery Le più belle foreste d’Italia VAI ALLA GALLERY Fotogallery Le più belle foreste d’Italia Il sole splende fra i rami di un albero in Val de Stua (Mezzano, Trento). In Italia le foreste coprono un terzo della superficie del Paese (36%), per un totale di 10,9 milioni di ettari. La foto, di Ruggero Alberti, è la vincitrice del concorso organizzato da PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes).   Foto: © Ruggero Alberti / PEFC Bosco sul Monte Amiata in Toscana, la seconda regione italiana per estensione di foreste (la prima è la Sardegna con 1,24 milioni di ettari, la terza il Piemonte con 955mila ettari). In Italia le foreste sono cresciute di 1 milione di ettari in 30 anni perché le aree montane sono abbandonate. Insomma, i boschi aumentano ma nessuno li gestisce.La foto è di Davide Noia (2° classificata) Foto: © Davide Noia / PEFC Alba in una pineta a Marina di Alberese (Grosseto). In Europa le foreste coprono il 43% della superficie terrestre: i 6 Paesi con la maggiore copertura forestale (Svezia, Finlandia, Spagna, Francia, Germania e Polonia) ospitano i due terzi di tutte le superfici forestali europee. Foto di Giacomo Luigi Menta (3° classificato)  Foto: © Giacomo Luigi Menta / PEFC Adv Il bosco di Paneveggio dopo il passaggio della tempesta Vaia che nell'ottobre 2018, con piogge e raffiche di vento oltre i 150 km/h, ha danneggiato un’area complessiva di 42.500 ettari di foreste alpine, radendo al suolo 8 milioni di metri cubi di legno. Una ferita al patrimonio verde del nostro Paese. (Foto di Mauro Lena, menzione speciale). Foto: © Mauro Lena / PEFC La foto non ritrae gli alberi di una foresta, bensì un ficus magnolioide (Ficus Macrophylla) nel centro di Catania. Sono sempreverdi che possono raggiungere anche i 60 m d’altezza, come un palazzo di 20 piani. Gli alberi sono fondamentali nelle città perché assorbono i gas serra e gli inquinanti. E aiutano a ridurre le temperature.(Foto di Inna Berezanskaya). Foto: © Inna Berezanskaya / PEFC Panorama nelle prealpi Bellunesi, tra Veneto e Friuli Venezia Giulia. Le foreste accolgono l'80% della biodiversità terrestre. Sono fondamentali per il clima e il sequestro di anidride carbonica. Ma il commercio di legname e la necessità di spazi per colture redditizie (come i biocarburanti) sta erodendo la loro estensione.(Foto di Elisa Bertaggia). Foto: © Elisa Bertaggia / PEFC Adv Lago di Braies, sulle Dolomiti (Trentino Alto Adige): Le foreste oggi coprono una superficie di quasi 4 miliardi di ettari (oltre il 31% delle terre emerse). Globalmente gli ettari di foresta sono diminuiti di 47 milioni di ettari rispetto al 2010: un lieve miglioramento rispetto al decennio precedente (- 52 milioni di ettari). Foto di Irene Papanin Foto: © Irene Papanin / PEFC Un uomo passeggia nei boschi vicino ai laghi di Fusine a Tarvisio, in Friuli Venezia Giulia. D’estate sono le alte temperature e le fiamme (per lo più dolose) i nemici delle foreste: alla fine di luglio 2020, solo in Italia, erano andati a fuoco quasi 15mila ettari (dati Effis).  Foto di Ivana Jarc Foto: © Ivana Jarc / PEFC Bosco autunnale sul massiccio del Canin (Alpi Giulie, tra Friuli Venezia Giulia e Slovenia, foto di Margherita Del Piero).Il Pefc ha certificato la gestione sostenibile di oltre 300 milioni di ettari di foreste in tutto il mondo. Due terzi di tutte quelle certificate su scala planetaria. Foto: © Margherita Del Piero / PEFC Adv Paesaggio sul Lago alpino Bordaglia (Udine): la foto, dell’italiana Sonia Fantini, aveva vinto nel 2019 il concorso internazionale di Pefc, ente fondato nel 1999 e con sede centrale a Ginevra (Svizzera). I suoi criteri di certificazione sono riconosciuti da 38 Paesi nel mondo fra cui l’Italia. Foto: © Sonia Fantini / PEFC Approfondimenti Animali La più grande diga mai costruita dai castori! Ecologia La foresta amazzonica potrebbe collassare Natura La foresta pietrificata di 23 milioni di anni Storia Amazzonia: tesori nascosti Ecologia Dobbiamo riforestare l’Amazzonia Ecologia Meno metano nell'atmosfera Scienze Quando il metano è indizio di vita extraterrestre? Ecologia Perché il metano artico non scalda l'atmosfera Ecologia Inquinamento da metano: le vere cifre

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