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Sorelle Carlucci, perché non lavorano insieme in televisione? La rivelazione di Gabriella: «“Colpa” del trio Solenghi-Marchesini-Lopez»

Chiesa sempre più sicura: si rafforza la Pontificia Commissione per la tutelaGaiasia jennyae,analisi tecnica il nome dice poco, ma se fosse vissuta ai nostri giorni sarebbe stato un animale da cui stare alla larga. Le sue ossa, fossilizzate, sono state scoperte recentemente e fin da subito si è capito che era una creatura palustre simile a una grossa salamandra, dotata di grandi zanne, di un cranio lungo circa 60 centimetri e probabilmente molto vorace. Lo studio. Come descrive lo studio pubblicato su Nature, condotto da un gruppo internazionale di paleontologi, la salamandra gigante visse circa 280 milioni di anni fa, durante il Permiano inferiore, ben 40 milioni di anni prima dell'arrivo dei dinosauri. I frammenti dello scheletro fossilizzato sono venuti alla luce nella formazione geologica chiamata Gai-As, che si trova in Namibia e dalle ricostruzioni eseguite dai ricercatori sembra appartengano a quattro esemplari.Spiega Claudia Marsicano dell'Università di Buenos Aires in Argentina: «Quando abbiamo trovato questo enorme esemplare adagiato come una gigantesca concrezione, abbiamo capito, solo vedendolo, che era qualcosa di completamente nuovo e mai visto prima». Ricostruzione di Gaiasia jennyae in un ambiente palustre. Un wc come testa. Gaiasia jennyae deve il suo nome sia al luogo della scoperta sia alla defunta Jenny Clack, una paleontologa specializzata nell'evoluzione dei primi tetrapodi (vertebrati a quattro arti, categoria in cui rientra G. jennyae). «Gaiasia jennyae era più grande di una persona, lunga anche tre metri, probabilmente viveva sul fondo di paludi e laghi», afferma Jason Pardo, paleontologo del Field Museum of Natural History di Chicago, il quale descrive la creatura in questo modo: «Aveva una testa molto grande rispetto al corpo, piatta, a forma di tazza del water, che gli consentiva di aprire la bocca e risucchiare la preda. Aveva enormi zanne e tutta la parte anteriore della bocca era dotata denti giganti». Ambiente Quando l’Antartide era dominata dall’uccello del terrore In agguato. Questo aspetto la rendeva apparentemente un po' meno pericolosa, anche perché non le consentiva di muoversi velocemente. Per nutrirsi, quindi, si affidava a feroci agguati. Come spiega Marsicano: «Ciò che ha attirato la mia attenzione più di ogni altra cosa era la testa, in quanto si trattava dell'unica parte chiaramente visibile: mostrava delle grandi zanne intrecciate in modo molto insolito.  Questo le consentiva di assestare un morso particolare, molto singolare tra i primi tetrapodi». Gaiasia era così grande e feroce che molto probabilmente era il predatore principale del suo ecosistema. 10 FOTO Fotogallery 10 animali giganti del passato VAI ALLA GALLERY Fotogallery 10 animali giganti del passato Megalodonte. Lo scheletro di questi grandi squali preistorici era fatto, come quello dei moderni "cugini", di cartilagine, e non si è fossilizzato a dovere. Le uniche testimonianze dei giganti predatori del mare (qualche vertebra e denti lunghi fino a 17 cm) fanno ipotizzare potessero raggiungere anche i 20 m di lunghezza, molto più del più grande pesce esistente, lo squalo balena (12-14 m). v Foto: © Shutterstock I grandi dinosauri non sono gli unici colossi viventi ormai scomparsi. La BBC ne ha selezionato 10: i più impressionanti e interessanti. Eccoli.Aegirocassis benmoulae. Vicino, nell'aspetto, a un incrocio tra una balena e un'aragosta, questo colosso marino appartenente alla famiglia estinta degli anomalocarididi, filtrava le acque oceaniche in cerca di plancton all'incirca 480 milioni di anni fa. Si procurava il cibo grazie a due speciali appendici boccali simili a filtri, occupando una nicchia ecologica simile a quella delle moderne balene (ma era più piccolo: raggiungeva circa 2 metri di lunghezza). Lo studio dei suoi organismi filtratori potrebbe rivelare dati importanti sull'origine degli arti dei moderni artropodi come i crostacei, con i quali l'Aegirocassis benmoulae sarebbe imparentati. Foto: © Marianne Collins/ArtofFact/Reuters Jaekelopterus rhenaniae. Le acque preistoriche riservavano incontri da incubo per ogni aracnofobico che si rispetti. Nei fiumi e nei laghi europei di 390 milioni di anni fa si poteva incontrare questo gigantesco "scorpione di mare", come è stato soprannominato, tra i più grandi rappresentanti della famiglia degli artropodi mai apparsi sul pianeta, con i suoi 2,5 metri di lunghezza. Il suo aspetto è stato ricostruito a partire dal ritrovamento di una chela lunga 46 cm in uno scavo in Germania. Qualcuno ipotizza che gli antichi artropodi marini crescessero tanto grazie a un'atmosfera più ricca di ossigeno di quella odierna. Per altri, le dimensioni erano dovute all'assenza di grandi predatori. Foto: © Jaime Chirinos/SPL Adv Arthropleura. Vissuto tra i 340 e i 280 milioni di anni fa, questo preistorico millepiedi poteva raggiungere i 2,6 metri di lunghezza. Un suo fossile completo non è mai stato trovato, ma resti del suo corpo di 90 cm sono stati rinvenuti in Germania. Altre tracce della sua presenza sono state trovate in Canada, Scozia e Stati Uniti (nella foto, una ricostruzione). Il suo corpo formato - si pensa - da una trentina di parti segmentate protette da piastre laterali, era nutrito da una dieta a base, forse, di vegetali in decomposizione. Foto: © Cathy Meloan/Alamy Megatherium. A questo genere estinto di mammiferi apparteneva anche il cosiddetto bradipo gigante americano, di cui vediamo qui la ricostruzione dello scheletro. Più piccoli dei mammut lanosi, questi animali vissuti tra i 5 milioni e gli 11 mila anni fa raggiungevano comunque la ragguardevole lunghezza di 6 m. Lo scheletro robusto e i grandi artigli fanno pensare a una dieta vegetariana e lenta, a base di cortecce e arbusti irraggiungibili per animali più bassi. Tuttavia alcuni paleontologi sostengono che questi animali mangiassero carne: la forma del loro gomito fa pensare alla possibilità di acciuffare piccole prede molto velocemente. Foto: © age fotostock/Alamy Meganeura. Questi insetti preistorici simili nell'aspetto a libellule extralarge, con una apertura alare di circa 65 cm, sfrecciavano nell'aria 300 milioni di anni fa. Dopo il ritrovamento del loro primo fossile, nel 1880, in Francia, si aprì un dibattito su come potessero volare sostenendo un corpo così grande (e pesante). La risposta si cela forse negli alti livelli di ossigeno - il 35% della composizione gassosa dell'atmosfera, contro il 21% attuale - presente nell'aria nel Periodo Carbonifero (359-299 milioni di anni fa). Questa ricchezza permetteva agli insetti di estrarre grandi quantità di energia dall'aria per sostenersi in volo. Il che potrebbe spiegare perché non sopravvissero quando il livello di ossigeno in atmosfera iniziò a calare. Foto: © Stocktrek Images Inc./Alamy Adv Sarcosuchus imperator. Immaginatevi la sorpresa di un gruppo di paleontologi in missione nella Valle del Nilo nel 1997 quando, al posto del fossile di un dinosauro, trovarono i resti della mascella di un colossale coccodrillo preistorico. L'osso fossile era grande come un uomo, e l'intero animale doveva raggiungere i 12 m di lunghezza, per 8 tonnellate di peso. Il rettile gigante, la cui dieta doveva includere qualche piccolo dinosauro, visse nell'Africa nord tropicale 110 milioni di anni fa. Non è un diretto antenato delle 23 moderne specie note di coccodrillo, ma un esponente della famiglia estinta dei Pholidosauridae.Il coccodrillo gigante che camminava come un uomo: guarda Foto: © Sergey Skleznev/Alamy Metoposaurus. I pesci preistorici dovevano temere anche il metoposauro, una salamandra grande come un'utilitaria i cui fossili sono stati rinvenuti in Polonia, Germania, Portogallo, Nord America, Africa e India. I colossali anfibi carnivori furono spazzati via da una estinzione di massa avvenuta 201 milioni di anni fa, che liberò la strada ai grandi dinosauri. Foto: © Shalom, CC by 3.0 Phorusrhacids. Non poteva volare, in compenso l'"uccello del terrore", come è stato ribattezzato questo pennuto sudamericano vissuto tra i 60 e i 2 milioni di anni fa, vedeva le prede da molto lontano, con i suoi 3 metri d'altezza. Una volta raggiunto il bottino poteva atterrarlo con una zampata, divorando le carni di un animale grande come un cane di media taglia in un istante, grazie al becco ricurvo. Le zampe robuste gli permettevano di raggiungere i 50 km/h di velocità. Fortunatamente l'unico moderno antenato dell'uccello è il seriema del Sudamerica (fam. Cariamidae) che raggiunge al massimo gli 80 cm di altezza. Nuovo fossile ridà vita all'uccello del terrore Foto: © Jaime Chirinos/SPL Adv Titanoboa cerrejonensis. Lungo 14,6 metri (due volte più dei più lunghi serpenti odierni) e pesante più di una tonnellata, questo distante parente di anaconda e boa constrictor, vissuto circa 60 milioni di anni fa, strangolava le sue prede a morte. Alcune vertebre e parte del cranio sono state rinvenute in Colombia. Date le dimensioni, e poiché i serpenti sono animali a sangue freddo, si pensa potesse sopravvivere solo in virtù delle più alte temperature terrestri nell'epoca in cui visse. Foto: © Ryan Quick, CC by 2.0 Approfondimenti Storia Quando si sono formate le mascelle? Scienze L'ultima cena di un trilobite Animali Cos'è in realtà il mostro di Tully? 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