Spoglio Abruzzo chiuso in 10 ore, Marsilio confermato col 53,5% - Tiscali NotizieIl presidente francese vuole una «federazione» di centristi. Intanto i Républicains hanno cacciato il presidente che aveva annunciato l’alleanza col Rassemblement National All’unanimità i Repubblicani hanno espulso dal partito Éric Ciotti,MACD che fino a questo pomeriggio aveva la guida del partito.La cacciata di CiottiIeri Ciotti aveva annunciato di volere una coalizione con il Rassemblement National. Aveva attirato le furie dei compagni di partito, a cominciare dal presidente del Senato e dai senatori. Questa mattina la sede di partito era stata blindata su indicazione dell’allora presidente, che aveva giustificato la mossa con «ragioni di sicurezza» ma era stato accusato di impedire in ogni modo la discussione interna.Questa discussione si è comunque tenuta, e si è conclusa con l’espulsione di Ciotti stesso. Che comunque non si arrende: «Questa decisione non ha nessun valore legale», ha comunicato lui. «Sono e resto il presidente».Parla l’EliseoEmmanuel Macron sarebbe stato già pronto a raccogliere i transfughi centristi del partito. «Un presidente non fa campagna elettorale» ma l’intervento pubblico tenuto questa mattina è a tutti gli effetti il via alla campagna macroniana in vista delle elezioni legislative. Dopo la batosta delle europee, l’Eliseo ha sciolto il parlamento e indetto i due turni per il 30 giugno e 7 luglio. «Lo scioglimento dell'Assemblea Nazionale era l’unica strada possibile», a suo dire, «per portare un chiarimento».La strada di Macron in vista delle prossime elezioni è quella di aprire anche «alle forze che non sono con noi oggi», quelle che «vogliono una Francia e un’Europa più forti». «Non voglio dare le chiavi del potere a Le Pen, ma voglio permettere a chi è stato scelto di governare, non deve essere per forza l’estrema destra», ha detto, promettendo che non si dimetterà prima del 2027, neanche se perderà le legislative.Il presidente dei Repubblicani Éric Ciotti, che vuole l’alleanza con il Rassemblement National, è accusato di aver fatto «un patto col diavolo» e di aver «girato le spalle» all’eredità di De Gaulle. EuropaFrancia, crolla il cordone anti Le Pen. Gli effetti della strategia del caos di MacronFrancesca De BenedettiLa strategiaIl presidente francese ha accusato la sinistra della France Insoumise di «aver creato un disordine costante e preoccupante» all’Assemblea nazionale, «impedendo di costruire coalizioni stabili».La France Insoumise fa parte del progetto di nuovo Front Populaire assieme a socialisti, comunisti, verdi e altre forze. Già dalle legislative 2022 Macron sta provando a demonizzare la sinistra fondata da Jean-Luc Mélenchon.Adesso mettendo sullo stesso piano come «estremi» tanto il Rassemblement National che la France Insoumise ha due obiettivi: il primo è di attrarre a sé i centristi di entrambi i poli, destra e sinistra; il secondo è disarticolare l’unione a sinistra provando a intrappolarna nel bivio “o con me o con gli estremi” dopo il voto.«Cadono le maschere, si capirà chi vuole far prosperare il suo orticello e chi vuole far prosperare la Francia», ha detto.Il presidente propone una «federazione di progetti» con tutti gli esponenti politici che «non si riconoscono nella febbre estremista» e che «possono lavorare per costruire, governare la Francia, per la Repubblica». A detta del presidente «i partiti estremi in Francia possono fare alleanze che sono solo bricolage politico: su tutti i temi importanti, Ucraina, Medio Oriente, nucleare, energia, hanno posizioni opposte». CulturaIn Europa il cordone sanitario è stato spostato contro la sinistraFrancesca De Benedetti© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?Accedi
Abruzzo, centrosinistra e centrodestra a caccia indecisi - Tiscali NotizieElly Schlein cambia idea e partecipa alla manifestazione del M5S La riforma Rai che non arriva: tutti i pesi che sfiancano il cavallo di Viale Mazzini - Tiscali NotizieUrsula Von der Leyen l’antifemminista: preferisce i profitti al welfareVon der Leyen rinvia il report sugli attacchi ai media che smaschera Meloni. Il tema entra nei negoziati sulle nomine