Erutta un vulcano in Guatemala: violente esplosioni e colate lavicheCessate il fuoco,analisi tecnica rilascio degli ostaggi, ricostruzione di Gaza: le Nazioni Unite hanno approvato la risoluzione per la fine delle ostilità a Gaza, presentata dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Il piano non è ancora stato accettato da nessuna delle due parti, che si sono scambiate accuse sulle responsabilità del prolungamento del conflittoRisoluzione numero 2788 del 2024: è quella proposta dall’amministrazione degli Stati Uniti e approvata nella notte tra lunedì 10 e martedì 11 giugno dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. L’ultimo accordo è passato con il voto favorevole di 14 nazioni e l’astensione della Russia. Fino a questo momento la Federazione russa e gli Stati Uniti si sono scontrati ripetutamente sulle precedenti risoluzioni, facendo ricorso più volte al loro diritto di veto per bloccare le proposte appoggiate dall’una o dall’altra.Le precedenti risoluzioni del conflitto, la 242 del 1967 e la 338 del 1974, chiedevano il ritiro immediato di Israele dai territori occupati, ma non sono mai state applicate e a queste sono seguite altre guerre e altre intifade. Entrambe le parti hanno rilasciato dichiarazioni vaghe sul piano per il cessate il fuoco e hanno incolpato l’altra per aver prolungato così a lungo in conflitto che ha devastato Gaza. Ma cosa prevede questo piano, fortemente sponsorizzato da Joe Biden? MondoIl piano degli Usa si rafforza. Ora tutto dipende da HamasVittorio Da RoldLe tre fasi del piano americanoIl piano americano si divide in tre fasi: la prima, e più importante, prevede sei settimane di tregua durante le quali sono previsti negoziati che dovrebbero portare a una fine permanente del conflitto. Potrebbero anche richiedere più di sei settimane: in questo caso, la tregua sarebbe estesa. Sempre in questa fase verrebbero liberati gli ostaggi, inclusi donne, anziani e feriti, in cambio di un numero significativo di palestinesi in carcere in Israele. MondoL’altro costo della guerra a Gaza: l’economia israeliana è a rischioA questo si aggiunge l’arrivo di un grande afflusso di aiuti umanitari a Gaza – per cui gli Stati Uniti stanzieranno 404 milioni di dollari, ma sarebbero necessari tra i 2 e i 3 miliardi –, il ritorno nelle proprie case dei civili palestinesi e il ritiro delle forze israeliane dalle aree popolate della Striscia. La seconda fase prevede il raggiungimento di un cessate il fuoco permanente che metta d’accordo entrambe le parti, il ritiro completo da Gaza dei militari israeliani e il rilascio degli ostaggi rimasti.Nella terza e ultima fase, verrà progettata la ricostruzione di Gaza, per cui si impiegheranno anni, e il ritorno delle spoglie degli ostaggi deceduti. MondoTrafficanti di uomini, il mercato della fuga da Rafah è un affareLe risposte di Hamas e IsraeleLe agenzie di stampa hanno dato grande enfasi al “sì” di Hamas, ma a pronunciarlo è stato Sami Abu Zuhri dell’ufficio politico del movimento islamico, che non ha potere decisionale. Si attende ancora la risposta del capo politico di Hamas in esilio, Ismail Haniyeh, e ancora più importante, di Yahya Sinwar, attualmente il capo dei capi del movimento. MondoNell’Unione europea Netanyahu adesso ha più amici. Colloqui Usa-HamasVittorio Da RoldIntanto il Wall Street Journal ha pubblicato i messaggi di Sinwar diretti ai negoziatori, in cui definisce le vittime civili palestinesi «sacrifici necessari»: sono quasi 37mila secondo il ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas. Nei messaggi il leader di Hamas nella Striscia ha anche detto: «Abbiamo gli israeliani esattamente dove li vogliamo» e ancora: «Finché i combattenti saranno ancora in piedi e non avremo perso la guerra, i negoziati dovrebbero essere immediatamente interrotti», a conferma delle accuse rivolte dal governo dello Stato ebraico al movimento islamico, secondo cui Hamas usa i civili come scudi umani.Da parte sua anche il governo israeliano guidato da Benjamin Netanyahu non ha fatto alcuna dichiarazione sulla risoluzione dell’Onu. Una fonte del New York Times, un ufficiale del governo israeliano, ha detto che l’accordo proposto «impedisce a Israele di raggiungere» i suoi obiettivi militari, inclusa la distruzione di Hamas e la liberazione degli ostaggi trattenuti a Gaza dal movimento islamico e i suoi alleati. Nel frattempo, al Palazzo di vetro di New York, l’ambasciatore israeliano Gilad Erdan non è intervenuto e ha lasciato intervenire una diplomatica di rango minore, che ha ribadito che la guerra non finirà fino a quando Hamas non sarà eliminato. MondoNetanyahu come Sinwar, le ragioni di una scelta irritualeIl segretario di Stato americano Antony Blinken, nel suo ottavo viaggio in Medio Oriente dall’inizio del conflitto il 7 ottobre, ha detto che il destino del cessate il fuoco è nelle mani di Sinwar: «Il mio messaggio principale oggi è rivolto a ogni governo, ogni istituzione multilaterale, a ogni organizzazione umanitaria che vuole alleviare le grandi sofferenze della popolazione a Gaza: convincete Hamas ad accettare l’accordo. Fategli pressione pubblicamente e privatamente».© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?Accedi
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