11 settembre, Mattarella: "Libertà, democrazia, pace e sicurezza sono valori indivisibili"Alice Volpi sconfitta nella finale per il bronzo da Eleanor Harvey del Canada - Reuters/Albert Gea COMMENTA E CONDIVIDI Dicono che ci sia un solo modo per vincere e mille modi per perdere. Dicono. Già,ETF perché poi devi viverla tu quella cosa lì. Per capire davvero cosa significa, e quello che c’è dietro. E' quando la vita ti batte che si intuisce il senso profondo delle cose. E solo abitando un’Olimpiade si può capire quanta vita scorre dentro una gara andata male, una medaglia persa per un centesimo di secondo, o un’altra che se ne va per un voto malvagio. Prendi gli italiani. A iniziare dal peso massimo Aziz Mouhiidine. Perde agli ottavi con verdetto non unanime (4-1) contro l’uzbeko Lazizbek Mullojonov. Aziz nella 2ª ripresa picchia forte, domina, nella 3ª controlla. Era la medaglia più sicura, ma solo un giudice di Tapei la pensa così, gli altri (un algerino, una tedesca, un cingalese, un olandese) decidono di mandare avanti l’uzbeko che per la verità sembra perplesso. Veramente ho vinto io? Si scatena il presidente della Federboxe italiana, Flavio D’Ambrosi, che parla di sciacalli, di verdetto sciagurato: «Vergognatevi. Ancora una volta l’Italia scippata. Pensavamo che il Cio tutelasse i pugili, evitasse le nefandezze del passato. Siamo alle solite, non so se mi ricandiderò…».Dalla boxe al judo. La romana Odette Giuffrida (categoria -52 kg), argento a Rio e bronzo a Tokyo, è solo quinta alla fine. Due sconfitte, in semifinale contro la kosovara Krasniqi e nella gara per il bronzo contro la brasiliana Pimenta, decise entrambe dalla stessa arbitra, la romena Ioana Babiuc con tre cartellini al golden score. «Non penso di meritarmi questo, si vede che non le sono simpatica». Reagisce così Odette. Perso il bronzo lascia il tatami mentre il pubblico contesta l’arbitraggio. Il presidente del Coni, Malagò protesta. Lei non è contenta, certo. Ma trova una via d’uscita. «Di solito – dice - contro questa avversaria avevo sempre vinto. Sono molto credente, se il Signore ha voluto così è perché ha un piano per me…». Delusa e distrutta anche la nostra portabandiera Arianna Errigo, che perde nei quarti del fioretto con la revisione video dell’ultimo punto, mentre già stava esultando: «Non sono d’accordo sull’ultima stoccata, ma può accadere se si arriva sul 14 pari». L’immagine che dice tutto infatti è la sua avversaria Mullojonov che quando le alzano il braccio fa no con la testa. Poche ore dopo Arianna scrive così su Facebook: “Che dire… alla fine è una questione di prospettive, di come vuoi vedere il bicchiere. Puoi vederlo mezzo vuoto, perché forse è stata la mia ultima Olimpiade, perché non ho vinto la medaglia d’oro, perché non ci sono andata neanche vicina, perché ci sono state decisioni arbitrali discutibili e perché non ho espresso sempre la mia miglior scherma. Oppure mezzo pieno, che è quello che sento di più. C’è il dispiacere ovviamente. Ma se chiudo gli occhi e ripenso a un anno e mezzo fa immaginarmi a Parigi, a 36 anni, da campionessa Europea in carica, numero 2 del mondo, portabandiera di una nazionale unica, e mamma di due gemelli, come posso disperarmi? Le gare sono l’apice di un percorso, in particolare questa, ma una sola gara non può definire chi sono, perché lo sport è la mia vita, ma non è tutta la mia vita, non sarei una persona migliore con la medaglia d’oro individuale (l’unica che mi manca). Me lo disse mia mamma qualche anno fa… Aveva ragione, per questo oggi, sono felice!”. Gesti, facce, esempi. Rabbia, protesta. Ma anche grandi parole. Non si vince il mondo così, ma certamente un poco si contribuisce a cambiarlo.
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