Vale più un argento o un bronzo alle Olimpiadi? Il dilemma degli atletiPortare la scienza tra coloro a cui di solito non arriva,VOL cioè tra gli ultimi della società, nelle zone più disagiate del mondo, è la visione, il sogno, e anche la speranza di chi sostiene davvero le persone che vivono ai margini: parliamo di Fra' Marcello, presidente dell'Opera San Francesco per i poveri di Milano, che racconta questa sua speciale sfida a Focus Live. E invita alla riflessione su un tema spinoso e stimolante: come viene riconosciuto il diritto alla scienza? Come vengono coinvolti i poveri del mondo negli obiettivi di ricerca della comunità scientifica? Come può la scienza farsi carico del riscatto dalla povertà?Il messaggio. Da uno Speaker corner davvero affollatissimo il messaggio di Fra Marcello parte forte e chiaro: tutti hanno diritto alla scienza, questa nnon può e non deve essere un esclusiva a disposizione dei ricchi. A sorprendere il pubblico con il suo racconto interviene anche Irene Valenti, Project Manager del Cielo Itinerante, associazione che promuove progetti di innovazione sociale finalizzati a portare la conoscenza delle materie scientifiche ai bambini che vivono in zone disagiate, nelle periferie degradate del nostro paese: in tre anni sono stati avvicinati alle materie Stem – che sta per Science (scienza), Technology (tecnologia), Engineering (ingegneria) e Mathematics (matematica) – 3 mila bambini di 90 comuni.Un compito difficile. I progetti sono stati un successo: «La nostra innovazione sociale passa attraverso le materie scientifiche non solo perché sono il futuro, ma perché nutrono la curiosità, spingono a guardare oltre e a cercare nuove esperienze e nuovi mondi». Promuovere, per esempio, l'astronomia come strumento di inclusione sociale è un compito importante e difficile al tempo stesso. Piero Benvenuti, professore emerito di Astrofisica dell'Università di Padova, non ha dubbi su questo: «Dobbiamo chiederci di che cosa hanno bisogno gli ultimi dalla scienza. Noi siamo tutti sotto lo stesso cielo. E l'astronomia ha un fascino ancestrale, perché noi siamo figli delle stelle, siamo la coscienza dell'universo. È questo che ci può unire".
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