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Neonata muore fra le braccia della mamma: disposta l'autopsia

La pace perde un pezzo, muore a 50 anni Nicolay CataniaVissero nell'ambiente marino durante il Paleozoico,Guglielmo da 515 milioni di anni fa fino a 250 milioni di anni fa circa: il loro nome significa "a tre lobi", e rimanda alla tripartizione del loro corpo. Sono i trilobiti, artropodi marini che studiamo da centinaia di anni ma sui quali rimangono ancora molte domande. Scienza Cosa mangiavano i trilobiti? Ce lo dice il fossile di un esemplare vissuto 465 milioni di anni fa Lo studio. Ora, grazie a uno studio pubblicato su Science che ha analizzato i resti di alcuni fossili sepolti dalla cenere vulcanica di un'eruzione avvenuta in Marocco 515 milioni di anni fa, siamo riusciti a ricostruirne l'anatomia in modo dettagliato e abbiamo finalmente una visione più completa di come erano fatti. Molti credono erroneamente che i corpi esposti a Pompei siano quelli pietrificati delle vittime, ma non è così: si tratta di calchi di gesso ottenuti con una tecnica inventata 150 anni fa (per approfondire). © BlackMac | Shutterstock Calchi 3D. I fossili, scoperti sull'Alto Atlante nel 2015, restituiscono una fotografia incredibilmente dettagliata dei trilobiti incastonati nella roccia: «La cenere vulcanica, fine come talco, è riuscita a incanalarsi nelle parti anatomiche più piccole di questi animali», spiega John Paterson, uno degli autori.Secondo i ricercatori i trilobiti sono stati sorpresi da un'eruzione che ha sommerso l'ambiente marino: il tratto digestivo di uno dei fossili è stato ritrovato pieno di sedimenti vulcanici, probabilmente ingeriti prima della morte. La cenere, indurendosi, ha creato calchi tridimensionali conservati perfettamente fino a oggi: alcuni degli artropodi sono stati ritrovati raggomitolati "a pallina", altri in posizione normale, uno addirittura ricoperto di bivalvi (piccoli molluschi che li usavano come "mezzo di trasporto"). Ambiente Il tridente di questo trilobite era un'arma per combattere i rivali in amore Dettagli anatomici inediti. Grazie a radiografie e microCT (una forma miniaturizzata della TAC) gli scienziati hanno potuto creare delle immagini dettagliate in 3D dei trilobiti, riproducendo anche strutture minuscole e delicate come le antenne, i tratti digestivi e le setole che ne ricoprivano le zampe.Il team ha potuto così scoprire caratteristiche anatomiche finora sconosciute, come le piccole appendici che aiutavano gli animali a portare il cibo alla bocca o il labrum, una specie di "labbro" che formava parte del cavo orale dove veniva elaborato il cibo e che oggi è una caratteristica comune a tutti gli artropodi. 14 FOTO Fotogallery Le foto dell'antico termopolio scoperto a Pompei VAI ALLA GALLERY Fotogallery Le foto dell'antico termopolio scoperto a Pompei Ancora una straordinaria scoperta a Pompei: nei nuovi scavi ripresi all’interno del progetto di manutenzione e restauro della Regio V riaffiora un Termopolio perfettamente conservato con l’immagine di una ninfa marina a cavallo e animali con colori talmente accesi da sembrare tridimensionali. Ma a stupire è il ritrovamento nei recipienti del Termopolio di tracce di alimenti che venivano venduti in strada. Era infatti abitudine dei pompeiani quella di consumare all’aperto cibi e bevande calde. Foto: © Luigi Spina/Parco Archeologico di Pompei I termopoli, dove si servivano bevande e cibi caldi, come indica il nome di origine greca, conservati in grandi dolia (giare) incassati nel bancone in muratura, erano molto diffusi nel mondo romano, dove era abitudine consumare il prandium (il pasto) fuori casa. Nella sola Pompei se ne contano una ottantina, ma nessuno con il bancone interamente dipinto, a conferma dell’eccezionalità del ritrovamento. Foto: © Luigi Spina/Parco Archeologico di Pompei Le decorazioni del bancone - le prime emerse dallo scavo - presentano sul fronte l’immagine di una Nereide a cavallo in ambiente marino e, sul lato più corto, l’illustrazione probabilmente della stessa bottega alla stregua di un’insegna commerciale. Al momento dello scavo, il ritrovamento di anfore poste davanti al bancone rifletteva non a caso l’immagine dipinta. Foto: © Luigi Spina/Parco Archeologico di Pompei Adv Una sbeffeggiante iscrizione graffita “Nicia cinede cacator” si legge sulla cornice che racchiude il dipinto del cane: “Nicia (probabilmente un liberto proveniente dalla Grecia) Cacatore, invertito!” forse lasciata per prendere in giro il proprietario o da qualcuno che lavorava nel Termopolio. Foto: © Luigi Spina/Parco Archeologico di Pompei In questa nuova fase di scavo sono emerse altre pregevoli scene di nature morte con rappresentazioni di animali, probabilmente macellati e venduti nel locale. Frammenti ossei, pertinenti gli stessi animali, sono stati inoltre rinvenuti all’interno di recipienti ricavati nello spessore del bancone contenenti cibi destinati alla vendita. Come le due anatre germane esposte a testa in giù, pronte per essere preparate e consumate. Foto: © Luigi Spina/Parco Archeologico di Pompei In questa nuova fase di scavo sono emerse altre pregevoli scene di nature morte con rappresentazioni di animali, probabilmente macellati e venduti nel locale. Frammenti ossei, pertinenti gli stessi animali, sono stati inoltre rinvenuti all’interno di recipienti ricavati nello spessore del bancone contenenti cibi destinati alla vendita. Come le due anatre germane esposte a testa in giù, pronte per essere preparate e consumate. Foto: © Luigi Spina/Parco Archeologico di Pompei Adv L'impianto commerciale dove è riaffiorato il Termopolio era stato indagato solo in parte nel 2019, durante gli interventi del Grande Progetto Pompei per la messa in sicurezza e consolidamento dei fronti di scavo storici. Considerata l’eccezionalità delle decorazioni e al fine di restituire la completa configurazione del locale, ubicato nello slargo all’incrocio tra il vicolo delle Nozze d’argento e il vicolo dei Balconi, si è deciso di estendere il progetto e di portare a termine lo scavo dell’intero ambiente in modo da proteggere con un restauro adeguato l’intero contesto. Foto: © Luigi Spina/Parco Archeologico di Pompei Di fronte al Termopolio, nella piazzetta antistante, erano già emerse una cisterna, una fontana e una torre per la distribuzione dell’acqua. Questo spiegherebbe la presenza sul fronte del bancone dell’immagine di una Nereide a cavallo in ambiente marino. Foto: © Luigi Spina/Parco Archeologico di Pompei Un'altra immagine del Termopolio. Foto: © Luigi Spina/Parco Archeologico di Pompei Adv In questa nuova fase di scavo sono emerse altre pregevoli scene di nature morte con rappresentazioni di animali, probabilmente macellati e venduti nel locale. Foto: © Luigi Spina/Parco Archeologico di Pompei Le prime analisi confermano come le pitture sul bancone rappresentino, almeno in parte, i cibi e le bevande effettivamente venduti all’interno del Termopolio: tra i dipinti del bancone sono raffigurate due anatre germane, e in effetti un frammento osseo di anatra è stato rinvenuto all’interno di uno dei contenitori, insieme a suino, caprovini, pesce e lumache di terra, testimoniando la grande varietà di prodotti di origine animale utilizzati per la preparazione delle pietanze.D’altro canto, le prime analisi archeobotaniche hanno permesso di individuare frammenti di quercia caducifoglie, probabilmente pertinente a elementi strutturali del bancone. Sul fondo di un dolio - identificato come contenitore da vino sulla base della bottiglia per attingere, rinvenuta al suo interno - è stata individuata la presenza di fave, intenzionalmente frammentate/macinate. Apicio nel De re Coquinaria (I,5) ce ne fornisce il motivo, asserendo che venivano usate per modificare il gusto e il colore del vino, sbiancandolo. Foto: © Luigi Spina/Parco Archeologico di Pompei Erano presenti inoltre, all’interno della stanza - e in particolare dietro al bancone dove sono state trascinate dai primi scavatori - un buon numero di ossa umane pertinenti ad un individuo di almeno 50 anni di età.  Foto: © Luigi Spina/Parco Archeologico di Pompei Adv Nell’angolo tra le due porte (angolo nord occidentale della stanza) del Termopolio è stato rinvenuto uno scheletro completo di cane. Non si tratta di un grande cane muscoloso come quello dipinto sul bancone ma di un esemplare estremamente piccolo, alto 20-25 cm alla spalla, pur essendo un cane adulto. Cani di queste piccolissime dimensioni, sebbene piuttosto rari, attestano selezioni intenzionali avvenute in epoca romana per ottenere questo risultato. Gli specialisti del Parco archeologico di Pompei stanno già studiando il materiale per verificare quanto questa scoperta possa ampliare le conoscenze sulle abitudini alimentari di età romana. Foto: © Luigi Spina/Parco Archeologico di Pompei Approfondimenti Animali Il primo cannibale della storia è un trilobite Animali I trilobiti con i super-occhi Animali Com’erano fatti gli occhi di un trilobite? Scienze Le estinzioni furono 4, non 5 come ipotizzato Scienze Il T. rex dei trilobiti scoperto in Australia Scienze L'ultima cena di un trilobite 01:28 Curiosità C'era una volta Pompei

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