Notizie di Esteri in tempo reale - Pag. 549SvizzeraOspedali: la crisi si aggrava,BlackRock due su tre sono in perditaÈ quanto sostiene un'analisi della società di consulenza KPMG© CdT / Gabriele Putzu Ats27.07.2024 11:03È ormai crisi aperta per gli ospedali e le cliniche in Svizzera: stando a un'analisi della società di consulenza KPMG l'anno scorso due su tre erano nelle cifre rosse e complessivamente hanno generato una perdita di 1 miliardo di franchi.Ad accendere nuovamente i riflettori sul tema è oggi la Neue Zürcher Zeitung (NZZ). Il quotidiano riferisce dell'analisi KPMG, che ha tenuto conto di 48 strutture sanitarie (ospedali universitari, di medie e piccole dimensioni, cliniche psichiatriche, di riabilitazione e specializzate): di queste solo 14 hanno mostrato nel 2023 un avanzo d'esercizio.Gli ospedali non sono stati in grado di riprendersi dalla crisi in cui li ha fatti precipitare il Covid. Stando alla testata zurighese a prima vista il problema non sembrerebbero essere le entrate, visto che sono cresciute del 13% dal 2019. Le operazioni ambulatoriali rappresentano però una parte sempre più consistente degli introiti: e secondo gli ospedali le tariffe in questo settore sono così basse che non riescono a coprire i costi.Ancora più grave è l'evoluzione delle spese: negli ultimi cinque anni sono cresciute più rapidamente delle entrate, precisamente del 17%. Ciò è dovuto principalmente ai costi del personale, che costituiscono una parte consistente del bilancio. Da un lato i salari sono aumentati a causa dell'inflazione, mentre dall'altro la carenza di manodopera qualificata ha costretto gli operatori a offrire condizioni di lavoro più interessanti a infermieri e medici.Alcune strutture stanno ad esempio sperimentando nuovi modelli che prevedono lo stesso stipendio a fronte di un minore tempo di lavoro, oppure viene potenziata la percentuale di personale per evitare che i professionisti dell'assistenza vadano in esaurimento e scappino dalla professione. L'attuazione dell'iniziativa «per cure infermieristiche forti» (accolta dal popolo nel 2021) potrebbe far lievitare ulteriormente i costi. Per questo motivo i responsabili finanziari (CFO) degli ospedali intervistati da KPMG prevedono solo un leggero miglioramento dei margini per l'anno in corso e per il 2025. Ciò è possibile grazie ai cantoni che hanno ascoltato le richieste degli operatori ospedalieri di aumentare le tariffe.L'86% dei CFO dichiara peraltro di avere un'accresciuta necessità di finanziamenti, per nuovi edifici o per rifinanziare prestiti precedenti. Secondo le proiezioni di KPMG, il fabbisogno di capitale aggiuntivo di tutti gli ospedali svizzeri nei prossimi cinque anni ammonta a 4,5 miliardi di franchi. I prestiti stanno però diventando sempre più costosi, perché i finanziatori vedono sempre più spesso gli investimenti negli ospedali come un rischio e richiedono tassi di interesse più elevati.«L'incertezza nel settore è palpabile», afferma Florian Schmid, esperto di sanità di KPMG, citato dalla NZZ. La situazione degli ospedali più piccoli, che operano principalmente nell'assistenza medica di base, è particolarmente difficile. La maggior parte dei responsabili finanziari ipotizza quindi che il numero di piccole cliniche diminuirà; un esperto su due prevede però che anche gli ospedali cantonali saranno colpiti.La carenza di denaro porterà a una moria delle strutture? Schmid non è di questa opinione, visto che il 68% dei CFO ritiene che il proprio ospedale abbia una garanzia statale implicita: la maggior parte dei nosocomi è di proprietà dei cantoni o dei comuni e questi sono ancora pronti a tappare buchi anche profondi. L'anno scorso Argovia ha salvato l'ospedale cantonale di Aarau con 240 milioni di franchi, mentre San Gallo ha messo 163 milioni di franchi nei suoi nosocomi.Schmid prevede quindi che il settore pubblico voglia farsi carico di una parte del fabbisogno di investimenti di 4,5 miliardi nei prossimi cinque anni. In alcuni casi per i finanziatori è sufficiente che il cantone o il comune garantiscano il prestito.Una delle cause dei problemi è il ritardo degli ospedali svizzeri in termini di digitalizzazione. Il 29% si trova solo nella fase iniziale e ha implementato solo progetti informatici minori, mentre un altro 46% è nella fase di sviluppo, in cui è ancora lontano dal realizzare tutti i guadagni di efficienza. Le ristrettezze finanziarie difficilmente consentono agli ospedali di effettuare grandi investimenti nel campo, riducendo così a lungo termine i costi.
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