Lega, stilata proposta di legge alternativa al Ddl ZanMonte CarassoL’immensità e la fragilità del Nord: un mondo catturato dall’obiettivoApre a SpazioReale la mostra fotografica del reporter islandese Ragnar Axelsson – Racconti da «un mondo alla fine del mondo» tra orsi polari,àelafragilitàEconomista Italiano tempeste e pellicole rotte dal gelo© Ragnar Axelsson, courtesy Qerndu Reykjavik / ProLitteris Irene Solari07.05.2024 17:45«Racconti e atmosfere da un mondo alla fine del mondo», così la curatrice Enrica Viganò ha presentato i lavori del fotografo islandese Ragnar Axelsson, esposti a SpazioReale nell’ex Convento delle Agostiniane di Monte Carasso da mercoledì 8 maggio fino al 30 giugno. «Immenso e fragile: un racconto dal Nord». Questo il titolo dell’esposizione che racchiude un viaggio nei luoghi più estremi della Terra: tra i ghiacci dell’artico della Siberia alla Groenlandia, passando per l’Islanda e le Isole Faroe. A raccontarne i dettagli erano presenti questo pomeriggio, oltre alla curatrice della mostra e critica d’arte Enrica Viganò, anche il Municipale Renato Bison, capodiscastero Educazione, cultura, giovani e socialità, Rossana Martini, direttrice del settore Cultura ed eventi della Città e Corrado Bionda, presidente dell’associazione Claro-Pizzo.I sogni e la realtà«Questa è una mostra che affascina per la sua immensa e quasi straniante bellezza, spingendoci a riflettere sul futuro del nostro pianeta», ha rilevato Enrica Viganò nel presentare l’allestimento. Un sogno, quello di fare di fare il fotoreporter che ha accompagnato Axelsson fin da bambino: «Voleva raccontare le storie attraverso il suo obiettivo». E man mano che questo percorso prendeva forma, per l’artista si delineava con sempre più forza il problema dello scioglimento dei ghiacciai. Come lo stesso Axelsson ha raccontato alla curatrice: «È visibile ed impressionante, lo strato congelato si ritira di 100 metri ogni anno. È dura accettare questa verità. Quello che posso fare con le mie fotografie è aggiungere un tassello al quadro globale». La pellicola ghiacciata«Ciò che vediamo oggi è il frutto di decenni di viaggi tra i ghiacci», ha proseguito Viganò, «racconta di villaggi ormai scomparsi, intere comunità ridotte a due soli anziani. Ghiacci come scenario incantato dove si muovono personaggi rubati alla mitologia». Un coraggio e una resilienza che non mancano nemmeno a chi sta dietro la camera: avventure rocambolesche, accampamenti su ghiacci alla deriva, tempeste e incontri con orsi polari sono all’ordine del giorno. «E, in tutto questo, Axelsson è in grado di usare con maestria la sua macchina fotografica analogica». Un’impresa dal punto di vista tecnico, come lui stesso ha spiegato: «Il rischio più grosso è quello di spaccare la pellicola congelata quando si gira il rullino. Ma anche cambiare lo stesso rullino, per farlo bisogna per forza togliersi i guanti e si sente che la punta delle dita inizia a congelarsi».Cultura e quartieriUn progetto espositivo, questo, molto importante anche per la politica culturale cittadina, come ha spiegato Bison dopo aver portato il saluto della Città e del Municipio, «Spazio Reale testimonia che il settore cultura ed eventi si impegna a sostenere la politica culturale anche nei quartieri, promuovendo nuove sinergie e collaborazioni con enti presenti sul nostro territorio». Quest’anno «il ponte creato arriva fino a Claro» in una collaborazione con l’associazione Claro-Pizzo per organizzare questo evento. Un modo di «creare aggregazione culturale». In questo articolo: BellinzonaBellinzoneseArteCulturaFotografiaMostraMonte CarassoCittàNordIslanda
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