Il piano di Fridays for future per le elezioni: climatizzare le lotte socialiCronaca esteri>Torna a casa Yu Xuan,criptovalute la bambina più piccola del mondoTorna a casa Yu Xuan, la bambina più piccola del mondoTorna a casa Yu Xuan, la bambina di Singapore più piccola del mondo: pesava 212 grammi ed era lunga 24 centimetri, ma alla fine ce l'ha fattadi Giampiero Casoni Pubblicato il 10 Agosto 2021 alle 08:01 Condividi su Facebook Condividi su Twitter © Riproduzione riservatabambiniCovidSanitàArgomenti trattatiDopo un anno di lotta per la vita torna a casa Yu XuanTorna a casa Yu Xuan: da 212 grammi a 6,3 chiliGrazie anche al crowdfunding Yu Xuan torna a casaYu Xuan, la bambina più piccola del mondo, torna a casa, aveva ben poche speranze di sopravvivere ma il miracolo stavolta lo hanno fatto scienza medica e solidarietà. La solidarietà di chi ha saputo della storia della bambina nata a Singapore e già additata come prossima a morire. Perché? Perché alla nascita Yu pesava 212 grammi, una massa troppo esigua per un corpicino che sembrava destinato ad arrendersi. E invece Yu Xuan non si è arresa affatto e dopo 13 mesi trascorsi in ospedale e decine di giorni in terapia intensiva neonatale ha deciso che si, vale la pena vivere e vedere il mondo. Dopo un anno di lotta per la vita torna a casa Yu XuanYu era nata un anno fa a Singapore dopo sole 25 settimane di gravidanza portate avanti da sua madre, nata grazie ad un parto cesareo di emergenza. Si era deciso di intervenire perché la madre di Yu aveva la gestosi. Cos’è? Una malattia che si sviluppa in gravidanza e che porta la pressione della madre a toccare picchi tali per cui, tramite la placenta, il bambino può risentire di quelle “ondate” dannose anche per la madre e morire. Yu, la piccola Yu, era alta soli 24 centimetri e secondo una prima diagnosi del il National University Hospital (NUH) di Singapore aveva “una possibilità di sopravvivenza limitata”. Torna a casa Yu Xuan: da 212 grammi a 6,3 chiliOggi, ad un anno di distanza, la piccola pesa 6,3 chili e i medici si sono potuti “permettere” di dimetterla. E le dimissioni di Yu hanno un sapore ancora più dolce di sfida difficile vinta, perché la battaglia della piccola contro le sue condizioni alla nascita è stata condotta con la sanità territoriale e quella mondiale alle prese con l’emergenza coronavirus. Ecco uno stralcio della nota con cui l’ospedale commenta le dimissioni di Yu: “Contro ogni previsione, con complicazioni di salute presenti già alla nascita, ha ispirato le persone intorno a lei con la sua forza e perseveranza, il che la rende una straordinaria bambina, un raggio di speranza in mezzo al tumulto di questo ano di covid”. Grazie anche al crowdfunding Yu Xuan torna a casaIn ospedale la piccola aveva ricevuto trattamenti disparati e l’aiuto di macchinari complessi, tutto questo con dei costi altissimi, costi coperti in parte da una meravigliosa, in quanto a riposta, campagna di crowdfunding che ha sostenuto economicamente la famiglia. Alla piccola toccheranno ancora molte sfide ed avrà bisogno di altre cure data la sua patologia polmonare in via di cronicizzazione, ma i medici sono ottimisti. Come potrebbero non esserlo dopo il miracolo di Yu?Articoli correlatiinCronaca esteriImprenditore 44enne rimasto gravemente ferito in un incidente sul lavoroinCronaca esteriIncidente a Milano, Suv si schianta contro un negozio: due morti e un feritoinCronaca esteriOperazione Leonidi bis: sgominato gruppo di Cosa Nostra a a Catania, 13 arrestiinCronaca esteriAlessandria, incidente tra moto e trattore: morto 66enneinCronaca esteriForte terremoto in Calabria: avvertito anche in Puglia, Basilicata e SiciliainCronaca esteriBimbo di 5 anni cade da un balcone: gravissimo
Lottatore Mma aggredisce i passeggeri di un treno e ad uno stacca il dito a morsi - Tiscali NotizieOcchiuto dichiara lo stato di emergenza per la siccità in Calabria - Tiscali Notizie Turista attaccato da un coccodrillo: il video - Tiscali NotizieForte scossa di terremoto in provincia di Cosenza: magnitudo 5.0 - Tiscali NotizieLa conferenza di Lisbona prova a spezzare l’invisibilità degli oceani, ma la strada è ancora lunga