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Sanremo, quali sono gli incredibili rifiuti tirati fuori dal mare

Marito la picchia, lei ne parla con un vigile conosciuto su Facebook il quale la salvaL'intervistaIl «Fiore» di Cognetti apre la Piazza: «Prendiamoci tutti cura del mondo»Al documentario dello scrittore Premio Strega nel 2017 la vetrina del Prefestival© Samarcanda Film Mattia Sacchi06.08.2024 21:27Fiore mio,Guglielmo l’attesissimo documentario dello scrittore e cineasta italiano Paolo Cognetti, ha debuttato questa sera (alle 21.15) in prima mondiale in piazza Grande. A Cognetti, e al suo ultimo lavoro, è stata data quindi la vetrina del «Prefestival» a ingresso libero, appuntamento ormai diventato tradizionale nella kermesse locarnese e molto amato, soprattutto da chi vive in Ticino.Riprendendo alcuni dei temi affrontati nel suo fortunato romanzo di formazione Le otto montagne (Einaudi, 2016), vincitore del Premio Strega nel 2017 e dalle cui pagine Charlotte Vandermeersch e Felix van Groeningen hanno tratto l’omonimo film di grande successo presentato a Cannes, il primo lungometraggio di Cognetti racconta del profondo amore per il Monte Rosa. E lo fa intrecciando incontri, dialoghi e riflessioni personali con spettacolari immagini delle escursioni sul massiccio alpino. Prodotto da Samarcanda Film, Nexo Studios, Harald House e EDI Effetti Digitali Italiani, e con il sostegno di Film Commission Vallée d’Aoste, Fiore mio uscirà in Italia il 25, 26 e 27 novembre.Raggiunto dal Corriere del Ticino, Paolo Cognetti - che, non va dimenticato, dopo aver studiato matematica all’Università Statale di Milano si è diplomato, nel 1999, alla Civica Scuola di Cinema del capoluogo lombardo - ha risposto ad alcune domande. A partire dal tema, di sempre maggiore attualità, dei cambiamenti climatici, i quali spaventano e dividono l’opinione pubblica. Soprattutto quando si discute come affrontarli. «Ci sono cambiamenti già avvenuti e altri che ci aspettano, delle cui proporzioni abbiamo la responsabilità - dice Cognetti -. Sarebbe folle dire: “Ormai non possiamo fare più niente”. Possiamo essere consapevoli delle nostre azioni e delle loro conseguenze. Possiamo prenderci cura del pezzetto di mondo che abbiamo intorno. Possiamo studiare, usare bene le nuove tecnologie, possiamo esprimerci e influenzare l’azione dei governi. Ognuno di noi partecipa con le proprie scelte ai cambiamenti che verranno».E allora, di fronte ai messaggi che la natura continua a mandarci, ad esempio quelli tragici della Vallemaggia, come comportarsi? Cognetti riflette: «Sono stato anni fa in quei luoghi e ho seguito con angoscia gli avvenimenti. La montagna conosce da sempre alluvioni ed esondazioni, però la particolare violenza, la rapidità e la frequenza con cui accadono fanno ormai pensare ai climi tropicali. Ho in mente il Nepal, i danni che ogni anno porta il monsone. Il messaggio, se dobbiamo trovarne uno, è che a questo nuovo clima siamo impreparati, abbiamo tanto da imparare».A Locarno, Cognetti rivedrà Luca Marinelli. L’attore, protagonista di Otto montagne, sarà a Locarno come componente della giuria. «Con Luca, grazie al film tratto dal mio romanzo - conclude lo scrittore milanese -, è nata un’amicizia. Assieme abbiamo vissuto giorni molto intensi. Abbiamo camminato tantissimo, trascorso serate a suonare e a cantare. Sarà divertente incontrarsi al Festival da autore e da giurato, anche se è meglio quando succede in montagna, da semplici esseri umani».In questo articolo: Locarno77

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