Elezioni regionali, si vota il 12 e il 13 febbraio 2023: il Cdm approva la proposta del ViminaleParigi 2024 di emozioni e sorprese ne ha regalate già tante,trading a breve termine ma questa sera nella Bercy Arena c'è stato il rischio concreto che si verificasse quella più clamorosa. Gli Usa, il cosiddetto Dream Team (non si offendano i giocatori di quello vero, del 1992), contro un'irriducibile Serbia del trascinatore Jokic sono stati a un passo dal baratro, da un'eliminazione che, come disse Michael Jordan prima che questi Giochi cominciassero, avrebbe impedito alle superstar americane di tornare a casa.I serbi, gente tosta a cui ai quali gli Usa, con un po' di spocchia, ha concesso molto difendendo senza la dovuta attenzione in troppe circostanze, sono stati a un passo dalla memorabile impresa, e recriminano sul fatto di essere stati in vantaggio per 76-63, quindi di 13 punti, alla fine del terzo quarto e di aver sprecato un simile margine subendo il +17 in dieci minuti. Così alla fine sono stati sconfitti per 95-91. Ognjen Dobric e Stephen Curry A mettere il timbro sulla rimonta americana due contropiedi micidiali, conclusi con altrettanti canestri da sotto, di Lebron James e Stephen Curry, quest'ultimo autore, poco prima, del sorpasso con una tripla a 2'21" dalla fine che aveva portato gli Usa in vantaggio per 87-86 dopo essere stati sempre praticamente sotto. Insomma, il basket sarà cambiato, il livello generale nel mondo è aumentato e l'America non è più così lontana, ma ce ne passa da questa partita, finita con un margine così esiguo per gli americani, a quella della fase a gironi, quando contro la Serbia gli Usa avevano vinto 110-84. Segno che qui non hanno messo la dovuta attenzione per almeno due quarti di partita, che Curry ha forzato troppi tiri e che qualcuno, come Kevin Durant, limitato da problemi fisici, non può dare il 100%, come si è visto anche oggi.In più Joel Embiid, fischiatissimo anche oggi in quanto ha preferito giocare con Lebron e soci anziché con la Francia, va a corrente alternata e a fine partita ha macchiato la propria prestazione con un brutto gesto (le mani vicine ai genitali) che ha rivolto al pubblico mentre usciva dal campo. Adesso le superstar Nba torneranno alla loro vita, liberi di fare ciò che vogliono a Parigi quando non si allenano o giocano, ma sabato c'è una finale contro la squadra di casa e tutta una nazione, e senza la massima attenzione qualcosa di impensabile, giocando come stasera, potrebbe davvero verificarsi. Riproduzione riservata © Copyright ANSA
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