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Ministro Lollobrigida, "I poveri mangiano meglio dei ricchi": è polemica

Disturbi apprendimento, psicologa: "Più diagnosi ma ancora tanto sommerso" - Tiscali NotiziePassione Trekking,-VOL intervista ad Alessandro: quando il viaggio diventa un camminoIn questa rubrica troverete anche interviste a “Camminatori”, un omaggio al trekking per il suo fascino senza tempo. Luoghi da scoprire, percorsi emozionanti, incontri inaspettati in Italia e in giro per il mondo. Se hai un’ esperienza da raccontare scrivi a: [email protected] Alessandro Bellotti 49 anni, imprenditore nel settore dell’Outdoor e guida escursionistica, è un uomo caparbio che ha saputo trasformare le sue passioni in una professione; dalle onde del mare con la tavola da windsurf ai sentieri di montagna. Una persona speciale, guidata da una visione ambientalista del pianeta; negli ultimi vent’anni, per lui il viaggio è un cammino da percorrere. Dove e quando nasce questa passione?Perù 2006, dove ho iniziato a fare trekking senza sapere che sarebbe diventata una passione. Durante un viaggio a Cuzco ho deciso di provare il famoso Cammino per la Porta degli Dèi, ma il costo elevato mi ha portato a scegliere un'opzione diversa per raggiungere a piedi il Machu Picchu. All’epoca non conoscevo nulla di questo settore. Il piacere di camminare e l’incontro con una guida coinvolgente, hanno rappresentato per me “un piccolo imprinting” con questo tipo di esperienza, senza averne ancora la consapevolezza.Prossimo passo?Il vero colpo di fulmine è arrivato l'anno successivo. Avevo bisogno di stare da solo e di una sfida, il Cammino di Santiago, non ancora così popolare come oggi, era perfetto per mettermi alla prova. Ricordo un'esperienza di crescita personale e una grande opportunità di entrare in contatto con la natura. La Via Francese” che ho percorso, nota per la sua capacità di stupire i viaggiatori attraverso il paesaggio e l’atmosfera, è terminata dopo quasi 800 Km alla cattedrale di Santiago de Compostela. Tuttavia, per alcuni, il viaggio non finisce qui ! Carico di adrenalina ho deciso di proseguire per Finisterre, situata sulla costa atlantica della Spagna; si tratta di un luogo di grande significato simbolico, durante il Medioevo era considerata “la fine del mondo” conosciuto. Non ancora appagato arrivo fino a Muxía, un piccolo villaggio di pescatori con una chiesa unica nel suo genere, dove i modellini delle navi in legno spuntano dalle navate, una visita affascinante ed insolita che racconta storie di marinai e luoghi lontani. Questa tappa non era stata programmata, ma si è rivelata una gemma inaspettata che ha arricchito l’esperienza da pellegrino. Che si tratti di un imprevisto sul percorso o di una sorpresa, ogni passo può diventare una rivelazione e ogni deviazione una nuova opportunità. All’epoca “camminare” allontanava i cattivi pensieri, in quel momento particolare della mia vita.Camminare come terapia?In un certo senso si perché non si tratta solo ed esclusivamente di un attività all’aria aperta. In un cammino di molti giorni, impari a conoscerti meglio perché devi ascoltare la fatica, il sudore, ma anche le necessità più semplici, come andare in bagno. Questo ascolto ti insegna che fare trekking non è solo uno sforzo fisico, ma la ricerca di equilibrio mentale. Dopo Santiago, ho continuato a esplorare il mondo a piedi. In Italia e all’estero ho avuto la fortuna di visitare luoghi meravigliosi, passeggiando tra panorami mozzafiato e tanta umanità. Il Vallo di Adriano in Inghilterra, il Monte Fitz Roy in Patagonia  e il Parco Torres del Paine in Cile sono stati posti unici che ho avuto la fortuna di esplorare; non si è trattato di veri e propri “cammini” ma di esperienze più brevi intervallate da spostamenti con altri mezzi di trasporto. A piedi lungo i sentieri, il tempo rallenta e la consapevolezza diventa la compagna di viaggio perfetta; camminare rigenera lo spirito ed aiuta ad affrontare le difficoltà della vita, in modo diverso.Un ricordo particolare?Ero all’inizio del Cammino di Santiago e ha cominciato a diluviare. Quel giorno mi sono innamorato della pioggia, perché sentire l'acqua sulla pelle mescolata alla fatica nelle gambe ha creato una connessione totale tra il mio corpo e l’ambiente circostante. Oggi, non è più una sfida personale, Il cammino è diventato un modo di scoprire il mondo in maniera differente; non è solo più un desiderio perché alle volte rappresenta una vera e propria necessità. Ogni passo che sia sotto la pioggia o sotto il sole, vale tutta la fatica del mondo per l’emozione che sa regalare.Dalla velocità del “Windsurf" alla lentezza del “Cammino”?Esatto. Prima cercavo l'adrenalina, oggi cerco il contatto con l’ambiente; quando sei sul windsurf, tutto va veloce invece camminando, sei tu che decidi il passo e quindi la velocità non conta. Anche il mio lavoro è cambiato negli anni.Una nuova vita anche lavorativa?Insieme ad alcuni amici ho fondato l’associazione MY che si occupa di eventi Outdoor, ormai da molti anni. Successivamente ho conseguito il patentino di Guida Escursionistica e Ambientale, perché era fondamentale essere preparati durante un’uscita di gruppo. Il trekking, inizialmente un semplice amore, è diventato un elemento travolgente che ha influenzato molti aspetti della mia esistenza e dell’associazione. Ho iniziato a documentarmi su tutto ciò che riguardava il settore: abbigliamento, scarpe, accessori. Non mi interessava studiare i tecnicismi, volevo conoscere a fondo l'attrezzo che stavo usando. La passione per trekking è diventata parte integrante della mia vita quotidiana, spingendomi ad investire tempo e denaro anche nella sperimentazione di nuovi materiali. Con il passare degli anni, ho sentito il bisogno di cambiare focus commerciale, perché non avevo più voglia di vendere solo tavole da windsurf.Negozio di Trekking?Si ho aperto nel 2016 e quando è arrivato il momento di trovare un partner ho optato per CMP, un marchio italiano dal prezzo accessibile; la scelta è stata dettata dalla voglia di rendere inclusivo l’approccio, per permettere a tutti di provare l’esperienza senza dover investire un capitale. Se scegli di scalare gli 8.000 metri, di solito lo fai solo; invece il trekking, puoi farlo in gruppo, con persone che camminano a ritmi diversi. A mio parere questo aspetto rende unica e ricca di umanità l’esperienza .Passato, presente e futuro?Guardando indietro, rifletto sui diversi periodi della mia vita che sembrano così distanti gli uni dagli altri; tuttavia, sono convinto che ci sia un tempo per l'adrenalina e l'irruenza della giovinezza, un tempo per la solitudine del cammino e un tempo per assaporare le piccole e grandi bellezze della natura, in mare cosi come sulla vetta di un montagna. Oggi quando metto in acqua  la tavola da Wing Foil, mi godo ogni minuto e al rientro guardo il tramonto con occhi diversi; questo me lo ha insegnato il cammino lento sulle strade polverose, in giro per il mondo. Tre consigli per gli aspiranti “Trekker”?1) Anche se i materiali migliori offrono maggiore comfort, per una breve camminata una maglietta di cotone va benissimo.2) Durante i trekking più lunghi è fondamentale ascoltare il proprio corpo per evitare infortuni e per vivere al meglio l’esperienza.3) Informa sempre qualcuno del tuo itinerario o condividi la posizione, è essenziale soprattutto se cammini da solo. Marco Di Masci

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  • Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock
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