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Migranti, ministro Piantedosi: "Su diritti umani non prendiamo lezioni da nessuno"

Il ministero della Cultura nomina Francesco Giubilei come consigliereDopo un’All Star Game da record,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock finita 211-186, nell’ultimo mese il campionato di basket americano ha visto ridurre i punteggi, con una media per squadra passata da 115.5 a 111.85. I numeri dipingono un calo delle chiamate da parte degli arbitri, dettato dalla volontà di agevolare i difensori e la loro fisicitàSettantatré e settanta sono i punti segnati da Luka Dončić dei Dallas Mavericks e Joel Embiid dei Philadelphia 76ers in una singola partita della stagione attuale. Due prestazioni arrivate a pochi giorni di distanza durante il periodo natalizio e in grado di restituire perfettamente l’immagine del periodo precedente l’All-Star Game, l’evento annuale di febbraio in cui i migliori giocatori si sfidano in una serie di mini competizioni: difese blande e risultati astronomici. Quest’anno è finito 211-186. Da quel momento però stiamo assistendo a un’inversione di tendenza con le franchigie che segnano quasi quattro punti in meno a partita, abbassando la media da 115.5 a 111.85. Una discrepanza non certificata da un casuale calo al tiro, ma dal minor numero di falli fischiati dagli arbitri: una strategia gradita dai tifosi e dai dirigenti della Lega, e che potremmo vedere sistematicamente dal prossimo campionato.Non è un mistero che l’NBA faccia dell’offensività il suo mantra: «Si spinge molto sull’attacco e c’è sempre molto spazio di inserimento. I ragazzi poi hanno un livello di talento incredibile e vogliono rendere le partite spettacolari», ha confermato il centro dei Los Angeles Clippers Ivica Zubac in un’intervista a The Athletic.Dunque, se la produzione offensiva calcolata su cento possessi ha toccato quota 115.5 punti prima dell’All-Star Game 2024, con il dato in costante aumento da otto anni, non è un caso. Questa tendenza ha però scosso l’animo di Steve Kerr, allenatore dei Golden State Warriors, a tal punto da indurlo a sottolineare il pericolo di perdere il controllo dei punteggi poche settimane dopo le notti da record di Dončić ed Embiid: «Penso che ci siano dei cambiamenti assoluti da fare». È improbabile che siano state le parole di Kerr a innescare il dietrofront, ma i numeri dipingono un calo delle chiamate da parte degli arbitri dettato dalla volontà di agevolare i difensori e la loro fisicità. Più contatto tollerato significa meno falli fischiati, scesi infatti da una media di 38.8 a una di 33.86 e da quota 9.7 a quella di 8.5 per quarto di gioco. Tutto ciò si traduce a sua volta in meno tiri liberi e punti segnati. Il trend dei canestri dalla lunetta conferma la reazione a catena: con una riduzione di circa cinque tentativi di media a gara, dalla pausa per il weekend All-Star sono diciassette su trenta le franchigie incapaci di prendersi almeno venti tiri liberi, mentre prima erano soltanto gli Charlotte Hornets a fermarsi sotto la soglia conquistandone solo, si fa per dire, diciannove. È con queste statistiche che allora si possono spiegare partite come quella del 10 marzo tra New York Knicks e Philadelphia 76ers, terminata 73-79, la cui somma di 152 punti è stata la più bassa mai registrata dal 2016. Così si possono spiegare punteggi di squadra che per 14 volte non sono andati oltre i 90 punti e per quattro volte non oltre gli 80. Quest’ultima circostanza si era verificata solo in due occasioni dall’inizio della stagione 22/23 fino all’All-Star Game 2024.La difesa piaceSulle piattaforme social i tifosi sembrano apprezzare questo cambiamento di rotta in grado di «far avvicinare i ritmi di gioco e i risultati a quelli degli anni ’90 e del primo duemila», un periodo complessivo considerato da molti tra i più competitivi ed equilibrati di sempre nella storia del basket americano. Permettere più fisicità e chiamare meno falli è una scelta considerata «rinfrescante» e per la gioia degli appassionati potrebbe essere adottata in pianta stabile dalla stagione 24/25.Nonostante «non ci sia alcuna spinta dall’ufficio della lega o da parte di chiunque altro a voler imporre un certo punteggio anziché un altro», come dichiarato dal vice presidente esecutivo Joe Dumars, la NBA starebbe valutando di ampliare la libertà difensiva, anche attraverso vere e proprie modifiche al regolamento di gioco. I prossimi mesi, compresa la pausa successiva ai playoff, saranno quindi utilizzati per «definire ogni potenziale cambiamento e la nuova strategia». Non è la prima volta che questo argomento viene affrontato dai vertici della lega, consapevoli del fatto che l’ago della bilancia si sia spostato troppo a favore degli attacchi e delle loro spettacolari stelle e della leggerezza con cui si difende durante la stagione regolare, riversata poi nell’All-Star Game visto da tutto il mondo. La rivoluzione potrebbe arrivare prima del previsto.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediMatteo Gentili

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Capo Analista di BlackRock

  • Professore Campanella
  • Professore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock
  • Economista Italiano
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  • Capo Analista di BlackRock
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