M5S, non pagati 300 euro a Rousseau. Tagliati serviziDa Los Angeles 2028 il pugilato uscirà dal programma olimpico,investimenti anche a causa dell'immagine sporcata dai troppi scandali: dai vecchi cartellini all'attuale regolamento, l'ingiustizia è sempre dietro l'angolo dal nostro inviato Riccardo Crivelli 31 luglio 2024 (modifica alle 17:23) - PARIGI Se i Giochi di Parigi dovevano rappresentare l’occasione per il pugilato di emendarsi dai gravi scandali del recente passato e conservare così il proprio posto tra gli sport che meritano di restare nel consesso olimpico, da cui è stato escluso a partire da Los Angeles 2028, il destino della disciplina sembra segnato: salvo clamorosi e imprevedibili cambiamenti, questa sarà l’ultima edizione della boxe all’Olimpiade, di cui fa parte addirittura dal 1904. Nulla è cambiato: incompetenza, verdetti scandalosi, maneggi politici sotterranei e un’immagine definitivamente sporcata malgrado i vani tentativi di pulizia. una storia di scandali— Come tutti gli sport in cui il risultato dipende dal giudizio umano, il pugilato ha attraversato mille tempeste e mille polemiche, con l’apoteosi al contrario di Seul 1988, quando il pugile di casa Park Si-Hun venne portato di peso alla medaglia d’oro con due furti clamorosi ai danni di Vincenzo Nardiello prima, nei quarti, e in finale del grande Roy Jones jr , che perse il match in pratica senza aver mai subito un colpo. Lo scandalo fu così grave che la federazione internazionale della boxe amatoriale decise allora di cambiare il sistema dei punteggi: non più i classici cartellini dei giudici a valutare ogni ripresa, bensì le macchinette segnacolpi. Ogni giudice, cioè, mandava un impulso al computer centrale entro un secondo ogni volta che a sua discrezione era convinto della precisione e della pulizia di un colpo. Un sistema ovviamente non esente da trucchi, come si rese conto tra gli altri Cammarelle a Londra contro Joshua: bastava non vedere scientemente un colpo, oppure segnarlo in ritardo, o ancora segnare colpi portati in bersagli non sensibili come le braccia. Perciò dal 2013 si è tornati al vecchio sistema, quello dei cartellini di cinque giudici sorteggiati prima di ogni match. .bck-image_free_height { position: relative; margin-bottom: 1.6875rem; } .bck-image_free_height .image_size img { height: auto !important; width: 100% !important; } .bck-image_free_height figure{ width:100%; display: table; } .bck-image_free_height img.is_full_image { display: table-row; } gli eventi di rio 2016— Soltanto che il torneo di boxe dell’Olimpiade di Rio nel 2016 fu così irregolare, tra arbitri comprati e pesanti interventi esterni, che la federazione internazionale decise di radiare tutti gli arbitri e i giudici di quell’edizione. Da allora, l’organizzazione dei tornei olimpici è stata avocata direttamente dal Cio, ma una delle conseguenze più nefaste dei fatti di Rio è stata appunto quella che il comitato olimpico ha dovuto affidarsi a professionalità poco formate, con scarsa conoscenza della complessità tecnica del pugilato e quindi in balia delle tendenze del momento. A Parigi, per esempio, è emersa la volontà di premiare i pugili che mantengono l’iniziativa, semplicemente perché è più facile individuare chi attacca anziché chi ha nelle doti difensive e di rientro le sue qualità principali, così è capitato di assistere a riprese assegnate ad atleti in costante proiezione offensiva ma con pochissimi colpi portati, punendo invece avversari capaci di schivare e poi di accorciare con profitto la distanza. il nuovo regolamento— A ogni modo, per capire come vengono formati i verdetti, basta affidarsi al regolamento ufficiale del Cio: “Il vincitore dell'incontro è il pugile che totalizza il maggior numero di punti. Alle Olimpiadi, ogni round è assegnato dai giudici: 10-9 per un leggero dominio, 10-8 per un netto dominio o 10-7 per un dominio totale. Alla fine dell'incontro, ogni giudice somma i punteggi di ogni round per decidere il vincitore. Il punteggio dell'incontro viene calcolato in base al numero di giudici che hanno designato un combattente come vincitore”. Quindi, se tutti i giudici nelle tre riprese hanno visto lo stesso vincitore, il verdetto sarà un unamime 5-0, altrimenti si parla di decisione non unanime, o 4-1 o 3-2. La stortura di questo sistema è che si possono vincere due riprese su tre per la maggioranza dei giudici, come è successo alla Testa, ma nell’incastro dei punteggi tra i 5 giudici si finisce per perdere il match. Diabolico. O, semplicemente, il trionfo dell’incompetenza. Pugilato: tutte le notizie © RIPRODUZIONE RISERVATA
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