Cagliari, chi erano i quattro ragazzi morti nell'incidente del 10 settembreGiulia Cecchettin,investimenti la lettera di Elena: "Il femminicidio è omicidio di Stato...Giulia Cecchettin, la lettera di Elena: "Il femminicidio è omicidio di Stato, perché non ci protegge, non ci tutela""Filippo non è un mostro, ma un figlio sano del patriarcato" scrive la sorella della 22enne di Rosamaria Bombai Pubblicato il 20 Novembre 2023 Condividi su Facebook Condividi su Twitter © Riproduzione riservataomicidioVeneto#speakup-player{ margin: 0 !important; max-width: none !important;min-height: 85px !important; padding-bottom: 25px !important; padding-top: 10px!important;}#speakup-player:empty::after{ align-items: center; background-color:#fff; border-radius: 0.5rem; box-shadow: 0 12px 24px rgba(0, 0, 0, 0.12);font-family: sans-serif; content: 'Loading...'; display: flex !important;font-size: 13px; font-weight: bold; line-height: 1; justify-content: center;min-height: 50px; text-transform: uppercase;}#speakup-player:empty{ display:block;}Elena Cecchettin, la sorella di Giulia, la giovane uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta, ha scritto una lettera al Corriere della Sera.Leggi anche: Morte Giulia Cecchettin, Simonetta Matone: “Figli disturbati per colpa delle madri”Il femminicida non è un mostro, ma un figlio sano del patriarcato”Nella lettera, Elena evidenzia il fatto che il femminicida viene definito erroneamente un mostro, perché Filippo, come altri assassini di donne, è un figlio sano del patriarcato: “Turetta viene spesso definito come mostro, invece mostro non è. Un mostro è un’eccezione, una persona esterna alla società, una persona della quale la società non deve prendersi la responsabilità. E invece la responsabilità c’è. I “mostri” non sono malati, sono figli sani del patriarcato, della cultura dello stupro. La cultura dello stupro è ciò che legittima ogni comportamento che va a ledere la figura della donna, a partire dalle cose a cui talvolta non viene nemmeno data importanza ma che di importanza ne hanno eccome, come il controllo, la possessività, il catcalling“.“Ogni uomo viene privilegiato da questa cultura. Viene spesso detto “non tutti gli uomini”. Tutti gli uomini no, ma sono sempre uomini. Nessun uomo è buono se non fa nulla per smantellare la società che li privilegia tanto. È responsabilità degli uomini in questa società patriarcale dato il loro privilegio e il loro potere, educare e richiamare amici e colleghi non appena sentano il minimo accenno di violenza sessista. Ditelo a quell’amico che controlla la propria ragazza, ditelo a quel collega che fa catcalling alle passanti, rendetevi ostili a comportamenti del genere accettati dalla società, che non sono altro che il preludio del femminicidio. Il femminicidio è un omicidio di Stato, perché lo Stato non ci tutela, perché non ci protegge“.“Il femminicidio è un delitto di potere, non passionale”“Il femminicidio non è un delitto passionale, è un delitto di potere. Serve un’educazione sessuale e affettiva capillare, serve insegnare che l’amore non è possesso. Bisogna finanziare i centri antiviolenza e bisogna dare la possibilità di chiedere aiuto a chi ne ha bisogno. Per Giulia non fate un minuto di silenzio, per Giulia bruciate tutto“, conclude così Elena la sua lettera.Leggi anche: Morte Giulia Cecchettin, oggi l’autopsia: a giorni l’estradizione di Filippo TurettaArticoli correlatiinCronacaIncidente sull'autostrada Messina-Catania: un ferito graveinCronacaOlimpiadi Parigi 2024: Angela Carini si ritira dall'incontro con Imane KhelifinCronacaBoxe, Angela Carini si ritira. Il commento di La Russa: "L'aspetto in Senato per abbracciarla"inCronacaAfragola, rapina per coprire abusi sessuali: arrestati due frati e altre quattro personeinCronacaEstate 2024: 5 festival da non perdere in FranciainCronacaUfo avvistato a Ibiza: un video su TikTok mostra l'oggetto volante non identificato
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