Vacanze più sostenibili, d'accordo: ma a che prezzo?Gli emendamenti presentati dagli azzurri circoscrivono la norma,VOL inserendo la parola «musicali» per specificare il tipo di raduni e anche «con spaccio di sostanze stupefacenti». Inoltre abbassano la pena «da 2 a 4 anni» per gli organizzatori, eliminando la possibilità di intercettare Come anticipato subito dopo la sua controversa approvazione in consiglio dei ministri, Forza Italia ha depositato i suoi emendamenti contro il cosiddetto reato “anti-rave party”. Il partito di Silvio Berlusconi, che aveva ciriticato la norma perchè troppo generica e con una pena esagerata, ha confermato in commissione Giustizia tutte le sue perplessità, anche a costo di entrare in conflitto con la sua stessa maggioranza. «Noi riteniamo che vada certamente punito il rave party ma quel tipo di situazione illegale e non manifestazioni di altro tipo. Per questo abbiamo proposto una serie di emendamenti che circoscrivono la fattispecie, oltre a ridurne la pena», ha spiegato il capogruppo in commissione, Pierantonio Zanettin. La scelta è stata oculata, in modo da evitare rotture formali con il governo pur attestando in modo chiaro la posizione degli azzurri. Gli emendamenti prevedono infatti l’inserimento del termine «musicali» accanto a «raduni»; la locuzione «con spaccio di sostanze stupefacenti»; si aumenta il numero di persone da 50 a «superiore a 100»; si distingue la pena per chi partecipa «da uno a tre anni» e per chi organizza «da due a quattro anni», rispetto alla pena minima di 3 e massima di 6 prevista nel testo votato in cdm. Infine, riguardo poi alla multa da «1000 a 10mila» euro per gli organizzatori, si prevede che «i proventi della sanzione sono attribuiti, in misura pari al 50 per cento ciascuno allo Stato e al Comune sul cui territorio si è accertata la violazione, anche al fine di far fronte alle spese di ripristino dei luoghi». Per evitare il muro contro muro con gli alleati in commissione, però, ognuna di queste proposte di modifica è stata proposta in emendamenti separati: FI vorrebbe che il governo li recepisse tutti, ma è aperta al dialogo. Tuttavia, l’intenzione degli azzurri è chiara: depotenziare e circoscrivere un reato che era subito suonato come una inaccettabile limitazione del diritto di riunione, che si prestava a inglobare anche eventi che nulla hanno a che fare con le feste illegali. Con gli emendamenti di FI, infatti, si elimina la possibilità di intercettare gli organizzatori e i frequentatori dei rave e si aggiunge nella fattispecie un reato a se stante come lo spaccio di droga. Se questa specificazione venisse accolta in commissione, infatti, il reato di rave party dovrebbe avvenire necessariamente in concorso con quello più grave di spaccio. Spazzacorrotti e ricorsi Non solo, però. In sede di conversione del decreto legge, infatti, Forza Italia tenterà di includere anche alcune proposte di modifica su un raggio molto più ampio, che fanno parte della proposta politica del partito e molto meno di quella della coalizione. In particolare, Zanettin ha firmato un emendamento che introduce il divieto di ricorso del pubblico ministero in caso di sentenza di assoluzione. Inoltre, viene assestato un colpo anche alla Spazzacorrotti, legge simbolo del Movimento 5 Stelle. Un emendamento alle norme che riguardano l’ergastolo ostativo, infatti, prevede di escludere i reati contro la pubblica amministrazione dal catalogo dei delitti “ostativi”, ovvero quelli che impediscono l’accesso ai benefici penitenziari a meno che il condannato non collabori con la giustizia. I Cinque stelle, nel 2019, avevano voluto l’inserimento anche di questi reati accanto a quelli di mafia e terrorismo. I 14 emendamenti degli azzurri, tuttavia, indicano un indirizzo politico: quello di far pesare in parlamento le posizioni che in consiglio dei ministri sono state superate. Sarà così anche per la finanziaria, accolta freddamente, e segna la via che FI ha intenzione di seguire nella gestione dei rapporti con gli alleati, che rischia di diventare simile a una latente opposizione interna. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGiulia Merlo Mi occupo di giustizia e di politica. Vengo dal quotidiano il Dubbio, ho lavorato alla Stampa.it e al Fatto Quotidiano. Prima ho fatto l’avvocato.
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