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ETF 2024-12-12 analisi tecnica

Commissione europea, Von der Leyen oggi alla prova del voto

la Corte dell'Aia sancisce l'illegalità dell'occupazione dei territori palestinesi da parte di Israele. La replica di NetanyahuDanielle Rosas aveva provato tutti i metodi tradizionali per dimagrire – come modificare la dieta e fare più esercizio fisico - ma il peso ritornava sempre. Si è rivolta all'Ozempic nel 2020,criptovalute quando la sua bilancia segnava più di cento chili: "Il mio peso ha sempre oscillato molto da quando sono adulta", racconta Rosas, oggi 36enne.Dopo tre mesi di iniezioni settimanali la donna aveva perso circa il 5% del suo peso corporeo, circa 6 chili, un risultato deludente dal suo punto di vista. Rosas sperava di dimagrire di più: negli studi sul farmaco i pazienti avevano perso il triplo, anche se nel corso di un periodo molto più lungo. Come se non bastasse, la 36enne aveva speso la nausea e un malessere generalizzato. É giunta quindi alla conclusione che i pochi chili persi non giustificassero gli effetti collaterali dell'Ozempic, sospendendone l'assunzione.Risultati variabiliIl caso di Rosas illustra un dato di fatto rilevante sui nuovi farmaci anti-obesità: non funzionano tutti allo stesso modo. Il semaglutide, venduto con il nome commerciale di Ozempic e Wegovy, ha portato a una perdita di peso di circa il 15% negli studi clinici, contro il 20% circa della tirzepatide, venduta come Mounjaro e Zepbound. Ma si tratta di medie e nel mondo reale i farmaci non sempre sortiscono lo stesso effetto che hanno negli studi accuratamente controllati."Tutti si aspettano che questi farmaci siano magici", spiega Hans Schmidt, direttore del Center for Weight Loss & Metabolic Health e primario di chirurgia bariatrica presso l'Hackensack University Medical Center del New Jersey. Ma la verità è che le persone possono rispondere in una serie di modi diversi ai farmaci anti-obesità.Sebbene molti pazienti riescano a dimagrire senza problemi, un sottogruppo di persone perde poco peso o non ne perde proprio con l'assunzione dei cosiddetti farmaci Glp-1 (che si chiamano così perché imitano un omonimo ormone naturale dell'organismo, coinvolto nella regolazione degli zuccheri nel sangue, dell'appetito e della digestione). In uno studio sulla semaglutide, circa un terzo delle persone ha perso meno del 10% del proprio peso; in uno sperimentazione sulla tirzepatide, il 16% delle persone che assumevano la dose più alta ha perso meno del 10% del proprio peso. Negli stessi studi, circa il 14% dei partecipanti che hanno assunto semaglutide ha perso meno del 5% del peso corporeo; per quelli che assumevano la dose più alta di tirzepatide, la percentuale era del 9%.

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