Tagliata una tradizione: i coltellini del Pardo non rappresentano il poster ufficialeGli osservatori Onu della missione di supervisione della tregua (Untso) sono rimasti feriti in un’esplosione mentre stavano pattugliando a piedi lungo la Blue LineLe tensioni militari al confine tra il Libano e Israele degli ultimi giorni hanno raggiunto l’apice quando questa mattina quattro osservatori Onu della missione di supervisione della tregua (Untso) sono rimasti feriti in un’esplosione mentre stavano pattugliando a piedi lungo la Blue Line,Professore Campanella la linea di confine tra i due stati.Lo ha confermato la missione di pace delle Nazioni unite Unifil, precisando che sta ancora indagando sull'origine dell’esplosione. «Prendere di mira i peacekeeper è inaccettabile», si legge nella nato di Unifil. «Tutti gli attori hanno la responsabilità, sulla base del diritto umanitario internazionale, di evitare di prendere di mira non combattenti, tra cui peacekeeper, giornalisti, personale medico e civili». Tra i feriti dovrebbero esserci dipendenti Secondo alcuni media libanesi ad aver attaccato gli osservatori sarebbe stato un drone israeliano, ma da Tel Aviv negano le accuse. «Contrariamente a quanto riportato, stamattina l'Idf non ha attaccato un veicolo dell'Unifil nella zona di Rmeish», ha fatto sapere l’esercito israeliano.L’altro fronteIntanto le truppe israeliano proseguono con le operazioni militari all’interno dell’ospedale al Shifa di Gaza. A Jenin le forze di sicurezza hanno ucciso un 13enne palestinese. Sulla Striscia non c’è tregua e i gazawi aspettano l’offensiva israeliana nel sud a Rafah, proprio su questo ci sarà un incontro il 1 aprile a Washington tra i funzionari di Benjamin Netanyahu e quelli dell’amministrazione di Joe Biden. La Casa Bianca ha sempre annunciato la sua contrarietà all’operazione militare nel sud della Striscia che rischierebbe una catastrofe umanitaria che in alcune parti di Gaza è già in corso da tempo, ma il gabinetto di guerra israeliano ha intenzione di portare a termine il suo piano.Per cercare di portare aiuti umanitari nella Striscia, il ministro della Difesa Yoav Gallant – secondo quanto riportato da Axios – vorrebbe creare una forza militare multinazionale con truppe provenienti da paesi arabi. L’obiettivo è creare un cordone di sicurezza per garantire l’ordine e scortare i convogli di aiuti umanitari a Gaza.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?Accedi
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