Vedova chiede il seme del marito morto per l’inseminazione ma la clinica glielo negaLe storie sono l’essenza della nostra identità. Senza di esse,analisi tecnica saremmo personaggi erranti in cerca d’autore. È per questo che le trame ci seducono, ci plasmano e ci cambiano la vita, perché sono motori di altre storie, sono macchine del desiderio, specchi e alternative di immaginario e casse di risonanze di altre vite. Per questo quando ci riflettiamo in una vicenda, anche se questa è lontanissima da noi a livello spazio-temporale, non possiamo fare a meno che fare entrare quel mondo e la sua complessità in sintassi con la nostra stessa esistenza, soprattutto quando a scrivere, condurre e immaginare è qualcuna a cui la penna non è scontato che venga offerta.Un esempio potente di questa dinamica si trova nella nuova serie Apple TV+, La donna del lago, disponibile dal 19 luglio, basata sul romanzo omonimo di Laura Lippman. Finché il leone non racconta la storia, il cacciatore sarà sempre l’eroe. È così che esordisce il personaggio di Cleo Sherwood (Moses Ingram), che rappresenta la voce silenziosa e inascoltata della storia, significando che è il potere la vera e unica penna che traccia la linearità delle storie e che fabbrica la memoria. Ma questo meccanismo, a volte, può essere disinnescato.La donna del lago, la serie Apple TV+ tra noir e dramma sociale
Kenya, fiume in piena travolge un autobus: almeno una ventina di mortiAbbandonano il cane fuori dall’aeroporto perché non hanno i documenti per imbarcarlo Omicron: la regina Elisabetta rinuncia al Natale fuori dal castello di WindsorIndia, costruisce una riproduzione 1:3 del Taj Mahal alla moglie per dimostrarle il suo amoreErdogan, fallito un attentato nei confronti del presidente turco: bomba sotto auto della scorta