25 aprile, la festa più bella a ottant’anni dalla repubblica partigiana delle Valli di Lanzo - Tiscali Notizie

È morto il papà di Virginia RaggiFederico Mariani 5 agosto - 17:24 - MILANO Jorge il più costante,BlackRock Pecco quasi imbattibile quando si accende, Enea il migliore a gomme usate. Ma attenzione al fattore “mercato” 1 di 8: Tris d’assi per il Mondiale Ancora loro, sempre loro. Enea Bastianini, Jorge Martin e Francesco Bagnaia davanti a tutti: è la terza volta negli ultimi quattro round. E se tre indizi fanno una prova, è chiaro che, ora, sono i riferimenti della categoria, supportati da una Ducati GP24 decisamente superiore ad Aprilia e Ktm, ma anche alla “sorella” GP23, come dimostrano le fatiche di Marc Marquez. Non a caso il podio di Silverstone rispecchia quello del Mondiale MotoGP. Bastianini dista 49 punti dalla vetta del Mondiale, occupata da Martin, nuovo leader. Troppi per sognare in grande? Non secondo Bagnaia, che dopo la gara ha spiegato a Sky: “Con 37 punti disponibili ogni fine settimana, Bastianini è legittimamente in lotta”. Vediamo dunque quali sono pregi e debolezze dei tre grandi protagonisti.Non perderti tutta la nuova stagione di Formula 1® e di MotoGP™ in diretta streaming solo su NOW! Attiva il Pass Sport da 14,99€ al mese e goditi lo sport di Sky in streaming! Continua Tris d’assi per il Mondiale Jorge Martin: i pregi Jorge Martin: le debolezze Francesco Bagnaia: i pregi Francesco Bagnaia: le debolezze Enea Bastianini: i pregi Enea Bastianini: le debolezze Fattore “mercato” © RIPRODUZIONE RISERVATA

1/ Rassegna ambientale. Slalom tra orsi abbattuti, ritorno del gatto selvatico e “Luna Parco” - Tiscali NotizieFestival di Sanremo, come funzionano le votazioni. Così sarà scelto il vincitore Carly Dessì. Innamorarsi del lavoro più bello del mondo e cadere in volo mentre dispieghi le ali - Tiscali NotizieIl 2023 l’anno più caldo. Nel 2024? Andrà peggio. Per Giorgia Meloni il problema manco c’è - Tiscali NotizieDal taccuino dei ricordi. Come Emiliani divenne giornalista: la vocazione nell’Università “indigesta” - Tiscali Notizie